Giovedì 24 maggio presso la Filmhuis Klappei, abbiamo
assistito alla proiezione del film Belluscone
– Una storia siciliana. Si tratta di un falso documentario, detto anche
mockumentary, in cui degli eventi di fantasia vengono presentati allo
spettatore come reali mediante l'uso del linguaggio documentaristico. Il film
ha sicuramente fatto discutere i nostri soci, ma ha anche divertito.
Il regista Franco Maresco comincia le sue ricerche con lo
scopo di raccontare il legame tra Silvio Berlusconi e la Sicilia, il perché del
grande consenso riscosso tra i siciliani e la natura dei suoi rapporti con alcuni
personaggi legati alla mafia siciliana. Maresco però, dopo anni di ricerche e
riprese, abbandona il progetto e sparisce. Sarà quindi il critico del cinema Tatti
Sanguineti a dar voce all’amico regista. Tatti lascia la sua Milano e si mette
in viaggio verso la Sicilia, con l’intento di portare avanti il progetto
lasciato incompiuto dall’amico Franco. Quello che trova sono ore e ore di
girato sull’impresario di cantanti neomelodici Ciccio Mira, grande sostenitore
di Berlusconi e nostalgico della vecchia mafia, quella che creava lavoro e
garantiva tranquillità, sostituendosi di fatto allo stato. Ma certe cose non si
possono dire di fronte alle telecamere e Ciccio si rimangia più volte le sue
affermazioni.
Grazie
a Ciccio, tanti cantanti neomelodici hanno trovato il successo. Tra questi
spicca Vittorio Ricciardi, richiestissimo in tutte le radio locali e idolo
delle giovani palermitane. In questo film lo vediamo collaborare insieme ad
Erik, autore di testi e musicista. I due lavorano al brano Vorrei conoscere Berlusconi, che anima le piazze nelle serate
estive. Nasce però una diatriba tra i due artisti ed Erik accusa Vittorio di
avergli rubato il pezzo e Ciccio di averlo fregato. Sarà solo grazie
all’intervento del duo comico palermitano Ficarra e Picone, richiesto da Tatti,
che i due ritroveranno l’intesa.
Ma il
ruolo del cantante neomelodico va ben oltre la musica. Egli fa da tramite tra
le famiglie di Palermo e i loro cari che si trovano in carcere o, come dicono
loro, che sono “ospiti dello stato”. Per questo nasce il sospetto che il
neomelodico sia, anche se involontariamente, portatore di messaggi importanti
rivolti ai boss mafiosi. E quando a Vittorio Ricciardi sfugge proprio un
messaggio di saluti rivolto a uno di questi, nasce l’equivoco. Mentre il boss e
la sua famiglia minacciano di porre fine alla sua carriera, il ritratto del cantante
fatto dai media è quello di un eroe che lotta contro la mafia.
Insomma,
forse le verità e le risposte che cercava Franco Maresco non sono venute a
galla. Ma allo spettatore è rimasto il suo ritratto della Sicilia e la canzone
tormentone “Vorrei conoscere Berlusconi” che riecheggia nella testa.
Melania Mereu
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