mercoledì 25 maggio 2022

Lascia stare i santi, di G. Pannone

Il documentario Lascia stare i santi, diretto e prodotto da Gianfranco Pannone, propone un viaggio nell’Italia meno conosciuta, quella della devozione religiosa popolare.



Gianfranco Pannone è un regista cinematografico, televisivo e teatrale, ha prodotto film, documentari, corti e mediometraggi; uno tra i più acclamati è stato “Latina/Littoria” 2001, con il quale ha avuto il riconoscimento di miglior opera di non-fiction al Torino Film Festival e al Festival del Cinema del Mediterraneo.  Lascia stare i santi è un documentario composto da spezzoni d’archivio dell’Istituto Luce riguardanti manifestazioni, processioni, feste dedicate ai santi, alla Passione di Cristo e alla Madonna. Il viaggio percorre tutta la penisola italiana, da nord a sud, e seleziona e fornisce uno scorcio delle devozioni folcloristiche più particolari e rappresentative delle regioni. Gli eventi mostrati variano dai più sobri ai più particolari se non, talvolta, disturbanti e macabri, accompagnati da canti, suoni e musiche selezionate da Ambrogio Sparagna.


Un esempio dei riti mostrati nel documentario può essere “La Processione della Madonna Addolorata” a Taranto, dove vengono svolti vari riti durante la Settimana Santa e tutti hanno luogo a partire dalla Domenica delle Palme. Questi riti risalgono all’epoca della dominazione spagnola nell’Italia meridionale.

I Perdoni è uno dei riti svolti durante la settimana e vi prendono parte coppie di Confratelli, che nel pomeriggio del Giovedì Santo escono ad intervalli dalla Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo, per andare verso le chiese del Borgo Antico e Nuovo. I Perdoni compiono un pellegrinaggio che sta a simboleggiare i pellegrini che si recavano a Roma per chiedere il perdono dei loro peccati. I Perdoni sono scalzi e vestiti con l’abito tradizionale, un camice bianco, decorato con un rosario nero in vita, con appesi sopra crocifissi, medaglie sacre e cinghie di cuoio. La particolarità delle vesti è data da un cappuccio a punta, sempre bianco, con due fori all’altezza degli occhi. Il pellegrinaggio è accompagnato da un dondolio che rende il procedere dei Confratelli penitenti, lento.

 


Un altro esempio di festa dedicata ai santi all'interno del documentario è “la Festa dei serpari” di Cocullo, in Abruzzo. Viene festeggiata il 1° maggio di ogni anno ed è dedicata a San Domenico Abate, Santo protettore dal mal di denti, dai morsi di rettili e dalla rabbia. La prima fase della festa avviene mesi prima e consiste nella ricerca e cattura dei serpenti (tutti non velenosi) da parte di persone esperte chiamate “serpari”.

Il 1° maggio, a mezzogiorno, inizia la processione, la statua del Santo viene avvolta dai serpenti. A seconda di come le serpi avvolgeranno la statua, si trarranno buoni o cattivi auspici per il futuro. Alla fine della festa i serpenti vengono sempre liberati nel loro habitat.


Questi esempi, sono solo un estratto del documentario, sono espressioni di un bisogno di sacro, che sembra molto lontano da noi, ma che così lontano non è. Essi offrono uno sguardo sugli usi e costumi dell’Italia che meno conosciamo, che però appartiene così tanto alla nostra storia nazionale.

 

Matilde Cavallini

lunedì 23 maggio 2022

Incontro con Elena Basile: presentazione de In famiglia (edito da La nave di Teseo)

Il festival “Primavera” si è rivelato un evento semplice ma riuscito. Organizzato dal 23 aprile al 1° maggio 2022 da ‘t Werkhuys e La Dante di Anversa, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, ENIT Bruxelles, Università di Anversa e CVO Encora, e con il patrocinio del Distretto di Borgerhout, ha attirato l’attenzione sul patrimonio culturale italiano ad Anversa e a Borgerhout, vedendo la partecipazione di diversi soci, corsisti e italofili in generale.


Uno degli eventi in programma è stato l’incontro con Elena Basile e la presentazione del suo ultimo romanzo, In famiglia, edito da La Nave di Teseo, avvenuto nel café di ‘t Werkhuys, il 27 aprile 2022. Elena Basile, che ringraziamo ancora di averci onorato della sua presenza, è per noi italiani in Belgio anche un punto di riferimento, in quanto è recentemente stata Ambasciatrice della Repubblica italiana in Belgio, dal 2017 al 2021.



Come nota La Porta nel commento in quarta di copertina, si tratta di una scrittura visionaria, forse perché
In famiglia si presenta come un microcosmo a sé stante e completo, ordinato da una sua logica interna. Esso viene narrato per momenti, ricordi, flashback e immagini. Quando i personaggi ricordano qualcosa, hanno la percezione di rivivere momenti ormai diventati routinari, con immagini e segni che si ripetono.



I concetti e le sensazioni vengono espressi ma non esauriti dalle parole; non tutto viene detto, molto viene lasciato intuire e il lettore deve rendere conto non solo del momento narrato, ma anche del contesto totale, della logica che sottintende a tutta l’opera.



La magia del racconto in questo romanzo, esiste dunque anche grazie al “non detto” nella trama del romanzo, che è è intrecciata di ricordi. Non solo flashback ed epifanie ma, come immaginerebbe Deleuze, piccoli schermi che si accendono a intermittenza, ritrasmettendo immagini e ricordi, che a loro volta, ne fanno scaturire altri dieci ciascuno contemporaneamente.



La venditrice d’immagini affida di volta in volta ai diversi personaggi il compito del narrare. Come ha notato Susanna Pompili durante l’incontro, le donne, Giovanna, Emanuela e Milena, si esprimono in prima persona, mentre i personaggi maschili, Paolo e Alfredo, vengono passivamente affidati a un racconto in terza persona. L’arco di tempo narrativo è lungo ben più di settant’anni, e in questa famiglia in cui nascono contrasti, incomprensioni e discussioni che sminuiscono ma non cancellano la forza dei sentimenti che i personaggi provano l’uno per l’altro, le donne protagoniste sembrano un continuo superamento della condizione precedente, in cui la consapevolezza individuale aumenta di generazione in generazione.


Nel corso dell’incontro, Viviana Corazza ha associato In famiglia a Lessico famigliare di Ginzburg e Lacci di Starnone, chiedendosi se esistesse anche in questo romanzo un lessico intimo che rispecchi i legami e le abitudini dei componenti. Se vi fosse, sarebbe un lessico fatto di tanta sofferenza e incomprensione e parco di dolcezza, eppure, come notato dall’autrice, i rapporti nella famiglia sono indissolubili, per negativi o positivi che siano e ci si ritorna sempre perché fondamentali. Il personaggio di Emanuela, secondo la Basile, ne è un esempio: la sua storia ricorda la storia di un’educazione sentimentale, e durante la crescita, cerca di sostituire i genitori con le attività, molteplici e frenetiche. Ma la famiglia la riacciuffa sempre, tanto che poi il lavoro la porterà a vivere a Roma, dove abita anche il temuto fratello Alfredo.

A proposito di Mario e Alfredo, sono venuti fuori spunti kantiani, considerando il loro concetto di bello e il giudizio netto che emerge dai loro commenti sulle città in cui abitano. Il giudizio estetico ci fa riflettere sulla necessità del bello, ma anche soffermare su come il vivere posti vittima di un degrado ambientale e urbanistico sia influente nella formazione della personalità. Il rapporto dei personaggi del romanzo con l’ambiente che li circonda è fondamentale e dalle parole di Alfredo, Giovanna e Mario, capiamo la difficoltà a rapportarsi con un ambiente circostante che viene definito come degradato.


Questi sono però solo alcuni degli spunti di discussione emersi la sera del 27 aprile scorso, chissà quanti altri ve ne saranno in autunno, quando riparleremo di In famiglia in occasione del Club di lettura 2022-2023 dei soci de La Dante di Anversa, sperando in presenza di Elena Basile nel De Groene Waterman.
Per chi volesse rivedere gli argomenti discussi durante la presentazione, ecco il link a un estratto di un'ora, postato sul nostro canale YouTube: Presentazione del romanzo In famiglia

                                                                                                   Emiliano Biagio Manzillo

giovedì 12 maggio 2022

Expo Primavera, un reportage

“Expo Primavera”

Nell’ultima settimana di aprile La Dante di Anversa ha rinnovato il suo impegno nella promozione della lingua e della cultura italiana attraverso “Primavera”, un festival all’insegna della fotografia e della musica. Fondamentali per l’allestimento e lo sviluppo degli eventi sono state le produzioni scritte del CVO Encora, le fotografie concesse da ENIT, i locali gentilmente messi a disposizione da ‘t Werkhuys e il contributo dell’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Bruxelles.




22 aprile: inaugurazione vernissage



All’inaugurazione, tenutasi il 22 aprile presso il centro sociale ‘t Werkhuys, sono state presentate due mostre fotografiche: “Parole italiane”, una selezione di parole scelte dai corsisti di Encora e accompagnate da fotografie, e “Tre regioni”, sezione dedicata alla valorizzazione turistica e culturale di Abruzzo, Marche e Puglia sviluppata in collaborazione con ENIT. La prima esposizione, allestita con l’aiuto delle studentesse Erasmus, propone un excursus sulla lingua, presentando la sequenza di parole in ordine tematico; gli studenti Encora hanno integrato ai termini non solo le rispettive fotografie rappresentative, ma anche le spiegazioni in italiano e in nederlandese dei significati semantici e le ragioni della loro scelta. Con “Tre regioni” invece si è cercato di dare uno sguardo ai tesori geografici, culturali e folkloristici di regioni che non sempre costituiscono la prima scelta nella domanda turistica dello straniero in viaggio verso il Bel Paese. Anche in questo caso, la partecipazione del direttore ENIT di Bruxelles, Alfonso Santagata, e del dott. Andrea de Luca, collaboratore dell’IIC Bruxelles, ha permesso di arricchire la proposta attraverso le fotografie messe a disposizione e il primo numero della rivista Mook “Italie”, il cui primo numero è dedicato alle Marche, presentato ad Anversa proprio durante l’inaugurazione.


Oltre alle mostre, era presente un pannello con diversi codici QR per seguire approfondimenti esclusivi sulla cultura italiana dal proprio cellulare. Questa sezione della mostra è stata chiamata "Discendo digital".


Durante la serata, l’attrice Aafke Bruining ha prestato la sua voce per recitare in nederlandese i primi ventisette versi del Canto I dell’Inferno della Commedia, appassionando italofoni ed italofili.



 

23 aprile: club di lettura dedicato ad “Anna”, workshop make-up horror e concerto

Nella giornata del 23 aprile il festival è proseguito con una pluralità di eventi di natura eterogenea: il club di lettura dedicato ad Anna di Niccolò Ammaniti, moderato dalla dott.ssa Cristina Albani; il workshop di make-up horror con Luna Vidal Bea e, in serata, il concerto dedicato alla giornata del 25 aprile con il maestro Giacomo Di Tollo (al pianoforte) e Johan Loisen detto Hobo Joe (alla chitarra).

Il club di lettura ha visto la partecipazione di diversi studenti rimasti colpiti, positivamente e negativamente, dal romanzo; nonostante le preferenze dei lettori, è emerso un interesse unanime alle tematiche trattate nel libro e durante la discussione.


Nel pomeriggio ha avuto luogo il laboratorio di trucco horror presso il foyer del ‘t Werkhuys; fondamentale la partecipazione di Luna Vidal Bea, insegnante presso il CVO Encora. Grandi e piccini hanno saputo realizzare effetti speciali realistici e creativi seppure attraverso tecniche semplici e l’ausilio di materiali di facile reperibilità.






Per commemorare l’imminente giornata della Liberazione, “Primavera” ha chiuso la serata del 23 aprile con due concerti: Hobo Joe ha proposto un repertorio blues di canzoni americane popolari durante gli anni Quaranta; il maestro Giacomo Di Tollo ha eseguito invece brani che inneggiano all’amore per la patria. L’esibizione al pianoforte del maestro Di Tollo è stata intervallata dalla lettura di passaggi tratti da tre romanzi emblematici del periodo: L’Agnese va a morire di Renata Viganò, Lessico famigliare di Natalia Ginzburg e La luna e i falò di Cesare Pavese.






23 aprile – 1° maggio: studenti in visita alle mostre e brevi presentazioni sulla vita e le opere di Dante

Durante lo svolgimento del festival, anche gli studenti del progetto “italiano in viaggio / Italiaans op reis” di Encora hanno potuto visitare la mostra. Il gruppo, prevalentemente costituito da allievi in procinto di approfondire la loro conoscenza dell’italiano per ragioni turistiche, è stato guidato dal dott. Santagata, che ha condotto e introdotto la visita illustrando lo scopo della mostra ENIT. Commentando le parole e le fotografie delle mostre, è stato possibile fare conversazione ed unire così l’utile al dilettevole, l’esercizio della lingua italiana all’amore per la stessa.

Lunedì 25, giovedì 28 e sabato 30, hanno avuto luogo tre brevi presentazioni in italiano e nederlandese sulla vita e le opere del Sommo Poeta, per far capire ai corsisti quanto sia effettivamente importante Dante Alighieri per noi italiani e per gli europei in generale. Il presidente della Dante di Anversa, Emiliano Manzillo, ha cercato di spiegare in termini accessibili di cosa si fosse occupato il padre della nostra meravigliosa lingua.

 

27 aprile: presentazione del romanzo In famiglia di Elena Basile

Mercoledì 27 aprile l’ex ambasciatrice dell’Italia in Belgio Elena Basile ha presentato il suo romanzo In famiglia, edito da La Nave di Teseo. La discussione ha toccato tematiche care al romanzo, prima fra tutte l’importanza del ruolo della donna nella narrazione. L’incontro con l’autrice ha permesso inoltre ai lettori di osservare più da vicino il libro ed entrare in sintonia con il punto di vista di chi l’ha scritto.



30 aprile: concerto per l’amore dell’Italia

Capitolo musicale conclusivo di “Expo Primavera” è stato il “Concerto per amore dell’Italia” di sabato 30 aprile, ospitato nella sala teatrale di ‘t Werkhuys. L’Orchestra da camera della nota accademia Ma’Go, diretta dal maestro Wilfried Wouters, ha eseguito un repertorio che include colossi della musica italiana come Antonio Vivaldi, Nino Rota ed Ennio Morricone. Durante l’esibizione, la lettura in nederlandese da parte di Brigitte De Man - attrice e regista teatrale di Anversa - dei sonetti danteschi della Vita Nova ha fatto da intermezzo poetico.


1° maggio: Feest van Boom

Ultimo evento a chiudere il festival è stata la Festa dell’albero, in nederlandese, “Feest van Boom”; il centro sociale ‘t Werkhuys ha messo a disposizione tutti i suoi spazi per fare in modo che ciascun visitatore potesse scegliere l’attività ricreativa e workshop che preferiva: trattandosi dell’ultima occasione per visitare i luoghi delle mostre, quest’ultime si sono riconfermate un successo e hanno costituito una tappa d’obbligo per i partecipanti della festa.




Con l’auspicio che festival ed eventi come “Expo Primavera” continuino ad appassionare gli amanti dell’Italia, si ringraziano: i collaboratori di ‘t Werkhuys: Evi, Joris, Machteld; senza la loro disponibilità e cordialità sarebbe stato impossibile realizzare la programmazione; il professor Paolo Sabbatini Rancidoro, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles; Andrea de Luca (IIC Bruxelles); Brigitte Mariën, Valerie Van Bouwel e Marc Van Reybroeck, presidi del centro educativo per adulti CVO Encora, Paul van den Bossche per l'assistenza durante il concerto del 23 aprile e il Distretto di Borgerhout per il patrocinio morale.

Susanna Pompili