TVATT di Luigi Morra, prodotto da Etérnit e Teatraltro, approda in Belgio e in Olanda per un tour promosso da Società Dante Alighieri Anversa, che farà tappa ad Anversa, Bruxelles e Amsterdam. Un allestimento speciale con le musiche dei Camera eseguite dal vivo.
Scorri questo post per scaricare gratuitamente il singolo Naso rotto contenuto nel disco pubblicato da MArteLabel.
THEATER HET KLOKHUIS DI ANVERSA | Parochiaanstraat 4a 2000 Anversa
Lunedì 12 marzo 2018 | dalle 19:30 alle 20:50
Martedì 13 marzo 2018 | dalle 19:30 alle 20:50
Lunedì 12 marzo 2018 | dalle 19:30 alle 20:50
Martedì 13 marzo 2018 | dalle 19:30 alle 20:50
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI BRUXELLES | 38 Rue de Livourne 1000 Bruxelles
Mercoledì 14 marzo 2018 | dalle 19:00 alle 20:20
Mercoledì 14 marzo 2018 | dalle 19:00 alle 20:20
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI AMSTERDAM | Keizersgracht 564 1017 Amsterdam
Giovedì 15 marzo 2018 | dalle 20:00 alle 21:20
Giovedì 15 marzo 2018 | dalle 20:00 alle 21:20
TVATT
TEORIE VIOLENTE APRIORISTICHE TEMPORALI E TERRITORIALI
UNO SPETTACOLO IDEATO DA LUIGI MORRA LIBERAMENTE ISPIRATO A "EAST" E "WEST" DI STEVEN BERKOFF
Con: Luigi Morra, Pasquale Passaretti, Eduardo Ricciardelli
Musiche e suono: Camera
Luci e video: Domenico Catano
Elementi scenici: Stefano Zecchini
Drammaturgia e regia: Luigi Morra
Una produzione Etérnit e Teatraltro con la collaborazione di Lunarte e il supporto di TeatroForte, MArteLabel
Musiche e suono: Camera
Luci e video: Domenico Catano
Elementi scenici: Stefano Zecchini
Drammaturgia e regia: Luigi Morra
Una produzione Etérnit e Teatraltro con la collaborazione di Lunarte e il supporto di TeatroForte, MArteLabel
TVATT è acronimo di Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali. TVATT, in una parte di Sud Italia, è in realtà un modo per dire “ti picchio”, oppure, volendo azzardare una traduzione letteraria dal dialetto, “ti batto”. Lo spettacolo , in gran parte comico e grottesco, indaga su una precisa tipologia di violenza: schiaffi, pugni, risse, sopraffazioni. Quella violenza primordiale, caratterizzata da dinamiche che, nel bene o nel male, risultano essere inevitabilmente spettacolari.
L’arte di picchiarsi, tra la necessità di farlo e quella di saperlo fare, viene catapultata in una dimensione teatrale. Dialetto calcato, espressioni rituali, posture improbabili, episodi di vita, atteggiamenti di sfida poco chiari. Tutto diventa linguaggio possibile, per raccontare conflitti e impulsi esistenziali.
TVATT prende ispirazione da “East” e “West”, due lavori di Steven Berkoff messi in scena a cavallo tra gli anni '70 e '80, in cui è forte la necessità dell’artista di andare a rievocare ed esorcizzare determinate questioni attraverso il gioco teatrale, attingendo dai sobborghi dell’East End Londinese. In TVATT Berkoff è una sorta di riferimento. Non è la drammaturgia in sé, il riferimento, ma piuttosto una sorta di approccio condiviso, basato su un contesto geografico e culturale totalmente diverso. Un territorio circoscritto, che diventa pretesto per attraversare una questione diffusa a livello globale.
L’arte di picchiarsi, tra la necessità di farlo e quella di saperlo fare, viene catapultata in una dimensione teatrale. Dialetto calcato, espressioni rituali, posture improbabili, episodi di vita, atteggiamenti di sfida poco chiari. Tutto diventa linguaggio possibile, per raccontare conflitti e impulsi esistenziali.
TVATT prende ispirazione da “East” e “West”, due lavori di Steven Berkoff messi in scena a cavallo tra gli anni '70 e '80, in cui è forte la necessità dell’artista di andare a rievocare ed esorcizzare determinate questioni attraverso il gioco teatrale, attingendo dai sobborghi dell’East End Londinese. In TVATT Berkoff è una sorta di riferimento. Non è la drammaturgia in sé, il riferimento, ma piuttosto una sorta di approccio condiviso, basato su un contesto geografico e culturale totalmente diverso. Un territorio circoscritto, che diventa pretesto per attraversare una questione diffusa a livello globale.
(…) Gli spettatori si trovano bersaglio degli sguardi minacciosi dei tre, zoccoli ai piedi e petto nudo, come belve feroci confinate in una gabbia, impegnati e però a proprio agio in quell’atteggiamento di sfida tipico delle periferie attraversate di notte, da estraneo, da straniero. È così che ci si sente, al cospetto di questa semplice e intelligente performance, che usa il pubblico come elemento attivo, coinvolgendolo con un’esemplare fredda autorità dentro a un gioco di autoironia e denuncia: registrati brevi pattern alla loop station, alcuni spettatori vengono invitati a mimare le azioni, sotto lo sguardo severo dei tre, pronti a insultarli, a deriderli, a cacciarli dalla scena. Subito dietro a un’apparente sciatteria, a quella povertà di orpelli cui ormai siamo serenamente assuefatti, subito accanto a una prima resistenza di fronte all’ennesimo “grido dalle periferie dell’Italia”, si cela invece e colpisce allo stomaco l’evidenza del controllo, l’abilità scenica che manda in fumo quasi tutte le etichette preconfezionate. Sergio Lo Gatto | Teatro e Critica
(…)Nulla è lasciato al caso, tutti i frammenti si compongono come i cazzotti dati con violenza, perché il fine ultimo è far male, anche se la lotta sembra disordinata. Morra chiude con un interrogativo pesante TVATT: “Sii omm’?” Sei uomo? La domanda posta a tutti quelli che non scendono a regolare con la violenza un torto subito. Nel Sud non sei uomo, quasi arena dei gladiatori, se non scendi in strada a vendicare i torti subiti. Ed ecco che aprioristicamente non si può decidere nulla, se non la propria solitudine mentre intorno infuria la lotta. Sergio Nazzaro
(...) Sebbene articolato, il testo è immediato, lo spettatore è coinvolto in un crescendo incalzante, fino al finale in cui un significato si intravede, ma non può essere esplicitato, perché, come in Berkoff, chi vive di tale violenza non può permettersi di riflettere, di vederne le cause implicite, cause che comunque non sarebbe in grado di capire. Un esperimento di teatro coraggioso ma decisamente riuscito. Costantino Buzi | Gufetto
(...) In questo spettacolo si ride tantissimo. Forse perché nella realtà teatrale nessuno si appiccica veramente con l’altro: la violenza resta raccontata, spiegata, ridicola. (...) È l’estetizzazione della violenza. Se il Tvatt fosse una unità di misura al pari del Watt, staremmo parlando di molto più lavoro, di energia sprigionata dalla forza. I tvattori sono solo attori, buoni conduttori. Simone Di Biasio | Alphabeta2
(...) Ci sono dischi assolutamente inattesi, ci sono spazi assolutamente imprevisti per “musiche altre”, persino in tempo della morte del supporto fonografico. Federico Vacalebre | Il Mattino
Le tappe di TVATT in Belgio e in Olanda sono promosse da Società Dante Alighieri Anversa con il supporto di Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam, Vlaams Fruit.
Main sponsor: Cleprin
Sitografia
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