domenica 28 gennaio 2018

Passione: un mix di bellezza senza tempo e utopia del presente.

“Questa città è dipinta di suoni e la musica
 ne è un elemento essenziale”
John Turturro


Il desiderio di tramandare una storia, con i suoi valori e la sua morale, permea ogni aspetto dell’esistenza umana. L’atto stesso del narrare si avvale della presenza di molteplici destinatari, che si apprestano a rimodellare quell’esperienza viva di simboli e significati in nuove forme culturali.
Passione, documentario musicale diretto dal regista italo-americano John Turturro, ha l’intento di mostrare il paradosso che si cela dietro il velo della cultura partenopea e della sua incessante produzione artistica. Aneddoti, interviste, video d’epoca e storie prese in prestito dalla cultura popolare ci accompagnano in questo viaggio musicale alla riscoperta di Napoli, città che ha saputo distinguersi nel panorama musicale moderno e contemporaneo per la sua ricchezza espressiva. 



La musica qui è descritta come un movimento interiore, da parte del popolo napoletano, che si dà in quanto risposta agli accadimenti storici e alle difficoltà insite nel quotidiano. Tutto questo ci porta alla riflessione che la musica non sia semplicemente un medium, ma è anche il radicamento intertestuale di sentimenti, emozioni, passioni e desideri di chi produce e di chi ascolta. Quando questi due poli non si incontrano più, che cosa resta della musica che ha saputo assorbire e tramandare lo spirito del tempo in forme sempre nuove?



Illustri interpreti si sono cimentati in quest’impresa, per citarne alcuni: da Ferdinando de Lucia a Sergio Bruni, da Enrico Caruso a Massimo Ranieri, fino ad arrivare a Pino Daniele.
Passando da Piazza San Domenico Maggiore, da castel dell’Ovo, castel Sant’Elmo, da Palazzo Spagnolo e da numerosi vicoli della nota città partenopea, il nostro viaggio si colora degli echi della storica canzone napoletana, nata dal popolo che sceglie accuratamente tematiche di vita quotidiana, dal valore universale.




Buchi di sceneggiatura, ellissi nel montaggio e inquadrature discontinue rendono il ritmo incalzante, come se si volesse incastrare con la musica, che ormai appartiene al territorio del visivo. L’uso frequente del montaggio parallelo ci sbalza direttamente all’interno della scena, i movimenti di macchina sono spesso volti dal basso verso l’alto, quasi a voler sottolineare metaforicamente il carattere di una musica prodotta dal popolo per il popolo.



La fotografia pone il suo accento sulla vividezza dei colori, senza abusare della profondità di campo, quasi a delineare la cornice in cui si muovono gli attori delle storie narrate attraverso la musica. La colonna sonora? Nel docu-film ben quindici storiche canzoni napoletane (Vesuvio, Era De Maggio, Comme Facette Mammeta, Marruzzella, Malafemmena, Don Raffaè, Nun Te Scurda, Passione, Tammurriata Nera, Catarì, Caravan Petrol, Canto delle lavandaie del Vomero, Dove sta Zazà, Indifferentemente, Napule è) vengono riadattate e re-interpretate dallo sguardo del regista, distaccato dal clima napoletano.



Passione è stato presentato il 4 settembre del 2010 alla 67ma Mostra del cinema di Venezia (fuori concorso) ed ha vinto il Capri Cult Movie Award per la regia di Turturro, il premio Ischia Art Award per l’interpretazione di Raiz nel brano Nun Te Scurda, e il premio della città di Roma come miglior film.
Ogni canzone presenta delle tematiche interessanti dal punto di vista sociale: il ruolo della donna, il dopoguerra e l’integrazione, il multiculturalismo, le difficoltà del quotidiano, l’amore, il territorio, la storia, gli aspetti positivi e negativi di una città difficile ma allo stesso tempo unica.



Un insieme di eros, inteso come desiderio verso il possibile, e di vitalità che si sottraggono alla sofferenza di un popolo che instancabilmente ha prodotto nei secoli un’infinità di artefatti culturali, opere, poesie e musica. Un paradosso certamente, ma come tutti i paradossi esso cela un significato più profondo: l’amore verso la vita che, come la cenere vulcanica, si disperde per nutrire la natura autentica delle passioni.

Erminio Tota






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