lunedì 22 gennaio 2018

Camera e TVATT: un orizzonte di senso che tiene in pugno pulsioni e conflittualità

Ogni esperienza piena di significati è, spesso, il frutto di un conflitto tra l’impulso ad agire e l’agire secondo ragione. Sebbene il linguaggio sia il ponte tra il sistema simbolico del mondo e l’uomo, esso è anche il veicolo delle arti performative che solo se esperite portano alla comprensione di un senso che, come direbbe il filosofo francese Gilles Deleuze, è indicibile e inafferrabile.

La violenza fisica, quella violenza primordiale e senza senso scaturita dagli impulsi dell’uomo, è il centro del discorso istituito nello spettacolo teatrale TVATT, acronimo di Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali, ma anche espressione in uso in Campania, nel Sud Italia, che vale a dire “Ti picchio” o “Ti batto”. Ogni forma drammaturgica mette in scena un conflitto, un sistema valoriale ce si scaglia contro se stesso o contro un altro, o anche l’insieme delle componenti contrapposte di una scelta difficile da affrontare.

Le musiche originali di TVATT sono state realizzate dai Camera, progetto sperimentale di musica, prevalentemente strumentale, dei musicisti Agostino Pagliaro, Marco Pagliaro, Antonio Arcieri e dell’attore e regista Luigi Morra, che è anche autore di TVATT. Basso elettrico, pianoforte, batteria e violoncello, sono i primi protagonisti di questi brani, pubblicati il 28 febbraio 2017 nell’album TVATT musiche dal progetto teatrale. 

Il sound tipico della tradizione mediterranea si sposa con il rock di rilevanza nord europea, a tratti psichedelico, che “tiene in pugno” un mix di elementi della cultura europea. Nell’album, edito da MArteLabel in collaborazione con Etérnit, vengono utilizzati anche strumenti come il Banjo, il Banglamàs greco, il Glockenspiel e il Cajon, che conferiscono alla musica tratti orientali, come nel caso di Mia Prefica, terza traccia dell’album, dove si snodano i percorsi ricreati dal violoncello pizzicato, che offre all’ascoltatore un’atmosfera sospesa, in tensione come le stesse corde dello strumento.
La musica dei Camera riproduce un mix di suoni che continuamente si scontrano, si incontrano, dialogano tra loro, come in una danza tribale. All’interno della seconda traccia, intitolata Naso Rotto, possiamo assorbire quest’atmosfera carica di elettricità, attraverso rumori di tamburo battente e percussioni che come un pugno ci colpiscono direttamente per poi dissolversi armoniosamente, attraverso gli effetti del synth.

In questo modo viene fuori il carattere ancestrale di una musica che è particolarmente evocativa, capace di raccogliere le emozioni, a volte primitive e frutto delle pulsioni, facendole riemergere con una forza nuova. Linee melodiche di archi e di pianoforte, filtrati da effetti come il moog e il delay, si scontrano con i suoni percussivi prodotti da pezzi di metallo, oggetti domestici, sintetizzatori analogici e synth drum. Il linguaggio della musica si muove parallelamente all’iconicità della scena, che raccoglie i frammenti di uno scontro violento in unità di senso.

Tutto questo viene mostrato nello spettacolo teatrale TVATT, con una particolare attenzione alla violenza tipica degli schiaffi, dei pugni, delle risse e della sopraffazione dell’altro. L’arte di picchiarsi, con le sue dinamiche spettacolari, è catapultata in una dimensione teatrale e allo stesso tempo è accompagnata da una musica cruda, ancestrale ed evocativa proposta dai Camera.


L’idea di TVATT si nutre liberamente ispirandosi a East e West, due lavori di Steven Berkoff messi in scena a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80, in cui è forte la necessità dell’artista di andare a rievocare ed esorcizzare determinate questioni attraverso il gioco teatrale, attingendo dai sobborghi dell’East End Londinese. Questo ci porta a pensare a prodotti cinematografici contemporanei come Green Street, film diretto dalla regista Lexi Alexander (drammatico, 2005, 109’) in cui la violenza fisica, paradossalmente, diventa elemento di unione e comunità, quasi a sfondo poetico.



Con il lavoro dei Camera, tra l’altro al secondo disco dopo il precedente EP Favole e apocalissi, ci troviamo di fronte ad un album compatto, che rievoca quelle situazioni di disagio, portatrici di una riflessione a posteriori, per vagliare in profondità l’animo umano, mostrandolo.



Erminio Tota


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