mercoledì 29 ottobre 2025

“Il ritorno del lupo in Belgio”

Giovedì 9 novembre, la Dante di Anversa è tornata nella sede consueta delle conferenze del giovedì, ossia nelle aule di Stadscampus Rodestraat, per la precisione, nell’aula 112 della UAntwerp, Università di Anversa. Marcello Accorsi, fondatore di Camminare in Belgio, ci ha parlato della figura del lupo e della sua presenza in Belgio.

Marcello Accorsi, abruzzese doc, vive a Bruxelles dalla fine degli anni ’90. Dopo essersi guadagnato la qualifica di Guide Nature, l’equivalente belga della guida forestale e naturalistica, quattro anni fa ha fondato Camminare in Belgio e da allora non si è più fermato. Con la sua organizzazione, Accorsi organizza diverse attività lungo tutto il Belgio: dalle passeggiate naturalistiche ai trekking più impegnativi, fino ai cosiddetti “bagni di foresta”, esperienze di immersione nella natura per stimolare benessere e consapevolezza.

Potreste chiedervi perché abbiamo deciso di dedicare un’intera conferenza alla figura del lupo. Ebbene, il lupo è da sempre una figura circondata da mistero e fascino nel nostro immaginario collettivo, e i suoi comportamenti suscitano curiosità e spesso alimentano discussioni tra esperti e cittadini. Era giunto il momento di ridare a questo predatore la dignità che merita, smettendo di condannarlo solo sulla base delle nostre suggestioni.

Durante la conferenza sono emerse diverse riflessioni interessanti quanto inaspettate, prima fra tutte la somiglianza tra la società umana e il branco. A differenza di quanto si pensa, un branco di lupi non è composto da decine di elementi, ma da una sola coppia con i propri cuccioli, che imparano a sopravvivere osservando i genitori, per poi staccarsi dal branco familiare e formare il proprio. Questo ricorda, in qualche modo, le strutture organizzative degli esseri umani, in cui ciascun membro ha un ruolo e la cooperazione è essenziale per la sopravvivenza del gruppo.

Un’altra informazione importantissima sul lupo è che la sua reputazione non è sempre stata negativa: i Latini avevano affidato addirittura ad una lupa il ruolo di protettrice dei loro fondatori. Il lupo assume il ruolo di “cattivo delle favole” durante il Medioevo, quando diventa il simbolo del male: predatore sanguinario che minaccia l’uomo e il bestiame. Questa idea generale ha aumentato l’isteria e la paura nei confronti del lupo, quando in realtà è un animale incredibilmente schivo, che evita il contatto con l’uomo e rappresenta un rischio solo se si sente minacciato.

I lupi solitari, in particolare, possono apparire pericolosi perché sono alla ricerca di un branco. Negli ultimi casi in cui si sono registrati attacchi ingiustificati a persone da parte di lupi, si è scoperto trattarsi di lupi solitari in dispersione (che si sono allontanati dal branco dei genitori per andare a costruire il proprio), lupi affetti da rabbia, lupe con cuccioli che si sono sentite minacciate o, nei casi peggiori, giovani lupi che hanno perso i genitori da cuccioli e non hanno imparato a vivere da lupo. Quest’ultima ipotesi è spesso causata dall’azione umana: nel tentativo di ridurre la popolazione di lupi in una zona, si eliminano i lupi adulti, lasciando che i cuccioli crescano allo sbaraglio e senza guida. 


Il lupo è inoltre importantissimo in quanto superpredatore, indispensabile per l’equilibrio degli ecosistemi. Grazie al suo ruolo, controlla le popolazioni di erbivori evitando il sovraffollamento, favorisce la biodiversità impedendo a una determinata specie di imporsi sulle altre e, grazie al suo operato, mantiene sani differenti branchi e specie.

Giunti alla fine, ci si pone la domanda: perché il lupo è tornato alla ribalta nella cronaca anversese? Semplicemente perché un lupo solitario si sta aggirando nei dintorni della provincia di Anversa, ma non bisogna averne paura. Si tratta di Emma, una lupa senza branco e senza cuccioli, che sta cercando un compagno per mettere su famiglia. Se non viene disturbata nel suo territorio – i lupi sono infatti molto territoriali – non rappresenta alcun pericolo e probabilmente non si farà nemmeno vedere. In ogni caso, quando si passeggia nei boschi, parlare ad alta voce o fare un po’ di rumore è sufficiente a tenerla alla larga.


In conclusione, questa splendida conferenza ci ha permesso di comprendere non solo l’importanza ecologica del lupo, ma anche il fascino e il mistero che questo animale esercita sulla popolazione. Il ritorno del lupo in Belgio dimostra come sia possibile convivere con la natura rispettando i ritmi e i territori delle specie selvatiche, e la sua storia invita a sostituire la paura con la conoscenza: osservare e comprendere il comportamento dei lupi aiuta a riconoscere il loro ruolo fondamentale negli ecosistemi e a percepirli non come nemici, ma come preziosi protagonisti di un equilibrio naturale che riguarda tutti.

Valentina Melotti, Tirocinante Erasmus+  presso La Dante di Anversa

 

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