Si è svolto sabato 21 maggio presso ’t Werkhuys un nuovo incontro del Club di lettura per parlare del romanzo Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio. Si ringraziano i soci intervenuti e i moderatori della discussione, Emiliano Manzillo, Viviana Corazza e Cristina Albani che hanno condotto brillantemente l’incontro stuzzicando le idee dei lettori.
Accade a volte, camminando per le vie di una città italiana, di imbattersi in un quartiere che sembra costituire un mondo a sé: pur trovandosi a un passo dal centro e dai negozi, pare esserne profondamente lontano. È un quartiere in cui le strade sono più strette e nell’aria si mescolano l’odore del mare e il profumo che sale dalle pentole sui fornelli: là gli abitanti sono comunità e la vita scorre più «vera, scandalosa e pulsante».
Accade, tra sorelle, di provare invidia e gelosia, di custodire segreti e dolori inconfessabili, di seguire strade che portano ad allontanarsi.
Nonostante i silenzi e la lontananza, capita di rimanere unite da un legame viscerale, costruito durante i giochi d’infanzia e consolidato dalle esperienze di vita, che si mantiene nel tempo e permette, anche dopo anni, di conservare una speciale intimità nei gesti e una conoscenza profonda l’una dell’altra.
Accade, quando si è giovani, di riversare le proprie aspettative e speranze in un progetto, una storia d’amore o una carriera. Capita di vederci la possibilità di un riscatto, la risposta a una domanda, la soluzione a una mancanza, salvo poi rimanere delusi quando le persone si rivelano diverse da come le si erano immaginate.
Accade tutto questo in Borgo Sud, il romanzo di Donatella Di Pietrantonio finalista al Premio Strega 2021. Il libro scelto per questo incontro del Club di lettura è stato un’occasione per confrontarsi di nuovo con un’autrice già amata dai soci e con i personaggi conosciuti ne L’Arminuta. Dopo il successo del primo libro, le due protagoniste tornano stavolta cresciute, non più bambine, ma donne. Ora che sono più grandi e mature, la diversità dei loro caratteri emerge ancor di più. La vita le ha portate a fare scelte differenti, ad allontanarsi, a tratti a perdersi.
Durante un viaggio in treno da Grenoble a Pescara, la protagonista, di cui ancora non ci viene rivelato il nome, ripercorre gli eventi delle loro vite e li ricompone secondo l’ordine caotico e talvolta menzognero dei ricordi: passato prossimo e remoto si mescolano al presente per raccontare i momenti salienti di quella che la protagonista stessa definisce «una storia di disgrazie e di miracoli».
Al centro della narrazione c’è il rapporto tra le due sorelle, personaggi antitetici, ma indispensabili l’uno all’altro. «Abbandonate a noi stesse, sole al mondo, sorelle», unite da una comune mancanza: l’amore materno che non hanno ricevuto, «un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate» che cercano di compensare.
I soci hanno trovato le vicende narrate in Borgo
Sud difficili da seguire: molti sono i salti temporali da un ricordo
all’altro, accompagnati però anche da uno stile ricco di descrizioni
connotative. Come ne L’Arminuta, i protagonisti della storia sono i
rapporti complicati: quello tra sorelle, quello tra madre e figlia; matrimoni, relazioni
che cambiano a seconda del contesto situazionale e sociale in cui si formano.
Attraverso gli interventi dei mediatori
dell’incontro, i lettori sono stati chiamati a riflettere sulla vicendevolezza
del rapporto tra scelte personali, sentimentali, professionali ed evoluzione
dei personaggi: molto spesso sono i traumi, i ricordi e l’abbandono provati
dalla protagonista a guidarne le azioni. La maledizione che incombe sulle
sorelle le intrappola in un determinismo che sono costrette a vivere
all’interno di più dimensioni e microcosmi: se da una parte sarà impossibile
per entrambe vivere matrimoni felici, dall’altra l’istruzione non permetterà
all’Arminuta di scappare troppo lontano dalla realtà provinciale, che resta
immutata e che di certo non verrà cambiata dalla sua educazione.
Viviana Corazza e Susanna Pompili
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