Suoni dal Sud
Il 22 e il 23 aprile sono stati due giorni
all’insegna della musica popolare dell’Italia meridionale. L’evento è iniziato
con due cortometraggi: Vincent et nous
di Nino Roviello sul rapporto di Van Gogh con la comunità protestante di Petit-Wasmes, dove il
celebre pittore si soffermò e La
taranta, documentario di Gianfranco Mingozzi incentrato su reali casi di
tarantate nella Puglia degli anni Sessanta.
Emilio Cuoco in una foto di Rino Noviello
Il tarantismo diffuso in Puglia ed estesosi poi in tutta l’area
del Mediterraneo, prendeva il nome dalla taranta, malefico ragno che mordeva le
sue vittime durante il lavoro nei campi, nella stagione del raccolto. L’unico
antidoto al morso velenoso era il rito coreutico-musicale, il ballo terapeutico
scandito dal battito frenetico della pizzica e del tamburello. Nel filmato, il
rituale di liberazione dell’invasata, viene raccontato dalla voce narrante di
Salvatore Quasimodo, con queste parole: «La tarantata si fa ragno, diventa
il ragno che è in lei: il suo pensiero si muta in
ritmo puro e nel movimento quasi meccanico sorgono figure di
liberazione, travolte però ancora da ombre disperate. Ora la
donna in piedi lotta contro la taranta, immaginando di
calpestarla e di ucciderla con il piede che batte la danza».
La danza eseguita durante la cura è la
tarantella, cioè la danza della piccola taranta. La donna, si dimena e
si contorce al ritmo di musica, per cercare di cacciare l’ospite indesiderato.
La guarigione poi prosegue con il pellegrinaggio a Galatina, presso la cappella
di San Paolo, luogo per eccellenza dell'esorcizzazione del male.
Emilio Cuoco, Angelo Apicerni e Piera De Gironimo, foto di Rino Noviello
Manuela Ferraro
Emilio Cuoco, Angelo Apicerni e Piera De Gironimo, foto di Rino Noviello
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