lunedì 11 maggio 2015

30 maggio, 20h, Deurne: evento benefico in favore del Nepal

Condividiamo con piacere il messaggio e l'annuncio di un amico della Dante, per un progetto finalizzato a raccogliere fondi per aiutare il Nepal:

Hallo iedereen,

Zoals jullie misschien weten zing ik al meer dan 30 jaar mee met het koor Hei Pasoep.
Misschien zijn jullie wel erg benieuwd OF willen jullie Nepal, concreet het weeshuisproject door Belgen geleid Shangrilla home - volledig verwoest, steuenen.

Welkom, 
Maaikel

Per informazioni:
Zanggroep  Hei Pasoep maillijst
Zanggroep@hei-pasoep.be
Website www.heipasoep.be



mercoledì 6 maggio 2015

Bollettino n. 333 - Maggio - Giugno 2015

Cari Amici,

E' uscito il nuovo Bollettino della Dante di Anversa (n. 333), con le attività per i mesi Maggio e Giugno 2015.


Cogliamo l'occasione per ricordarvi il prissimo, imminente appuntamento, che dà l'avvio al nuovo ciclo di eventi:

Questa sera, mercoledì 6 maggio, ore 19.30, Rodestraat 14, 2000 Anversa:

I futuristi e la Grande Guerra: apocalisse e rigenerazione dell'arteConferenza del Prof. Antonio Saccone (Università di Napoli)

Non mancate!







lunedì 4 maggio 2015

Mercoledì 6 maggio ore 19:30: Conferenza del Prof. Antonio Saccone, "I futuristi e la Grande Guerra"



Le conferenze della Dante tornano mercoledì 6 maggio alle ore 19:30, presso la Universiteit Antwerpen, Rodestraat 14, Anversa

I futuristi e la Grande Guerra: apocalisse e rigenerazione dell'arte


a cura del Prof. dott. Antonio Saccone 
  Ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea
  presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II
 

 
Sin dal suo esordio l’avventura intellettuale ed artistica dei futuristi si compone secondo una trama ispirata alla guerra. L’apologia della guerra come catastrofe e insieme farmaco sociale trova nei già nei primi manifesti, poemi e romanzi futuristi una vistosa realizzazione. 
La figurazione dell’arte come apocalisse della modernità si intreccia incessantemente con una tensione alla rinascita. La stessa invenzione principale del futurismo, le parole in libertà, raggiunge il suo massimo sviluppo durante la stagione della Grande Guerra, di cui si offre come il più congruo codice linguistico. 
Il tempo bellico è l’occasione per attivare una nuova creatività estetica: ne costituirà vistosa esemplificazione la simultaneità spaziotemporale praticata nelle tavole parolibere di Zang Tumb tumb. Infine, nella rievocazione che ne farà il «romanzo vissuto» L’alcova d’acciaio, il conflitto sarà inscenato come un’inesausta, gioiosa festa di rigenerazione dell’arte (e della vita).

venerdì 24 aprile 2015

Lunedì 27 aprile, ore 19.30: conferenza/proiezione del Prof. Castelli sul Risorgimento nel cinema e nell'immaginario italiani

Lunedì 27 aprile, ore 19.30
Rodestraat 14, 2000 AnversaUniversiteit Antwerpen

Camicie rosse e nitrato d’argento

 

Conferenza e proiezione dell'opera del Prof. Dr. Rosario Castelli (Università degli Studi di Catania)






La conferenza tocca un tema importante della storia italiana, visto attraverso gli occhi di un medium che ci accompagna dalla fine del XVIII secolo, il cinema

Castelli presenterà il suo film di montaggio e discuterà con i soci le problematiche relative al Risorgimento e alla funzione che questo periodo fondante della storia unitaria italiana svolge nella memoria culturale e nell’identità dell’Italia contemporanea

L’impegno di ricerca condotto da Castelli rende il suo film di montaggio (41’) qualcosa di più di semplice antologia delle pellicole che hanno raccontato il Risorgimento italiano, da La presa di Roma (1905) a Noi credevamo (2010). Si tratta piuttosto di uno strumento di ricerca, attraverso il quale Castelli ha studiato l’eredità dei miti risorgimentali tramandati dalla retorica e dall’immaginario popolare, come i monumenti agli eroi del risorgimento e le tombe storiche: un mosaico di simboli, date, nomi. Per arrivare a una domanda cruciale: è davvero in queste immagini, che comunicano il mito del combattente e dell'eroe, che può identificarsi l’Italia?

Castelli ci propone dunque un’operazione di metacinema, di riuso narrativo di materiali esistenti, in funzione di una rilettura della storia di una nazione, l'Italia, che è nata, si è unita, è progredita, ma non è riuscita appieno a riconoscere la propria identità.

martedì 7 aprile 2015

Sabato 11 aprile, torna il cineforum alla Klappei

Sabato 11 aprile, ore 15, torna il Cineclub della Dante alla Klappei Filmhuis

Le mani sulla città

Un film di Francesco Rosi, Italia 1963, 105’

Discussione condotta dal regista anversese Robbe de Hert

Le mani sulla città è un film drammatico italiano del 1963 diretto da Francesco Rosi. Film di impegno civile, è una spietata denuncia della corruzione e della speculazione edilizia dell'Italia degli anni sessanta. La didascalia del film recita: «I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce.» Un film da vedere assolutamente, da un soggetto di Francesco Rosi e Raffaele La Capria, interpretato da Rod Steiger e Salvo Randone.

Perché vederlo a più di cinquant’anni di distanza? Perché questo è uno di quei film che hanno avuto il potere di cambiare le cose, un film che, unito al capolavoro di Sciascia Il giorno della civetta (prima edizione del libro nel 1961), riesce a squarciare il muro di silenzio imposto dal Potere sul tema del rapporto tra politica e criminalità organizzata.


Ingresso: € 3 per i soci della Dante Alighieri.