Il 22 maggio, presso lo Stadscampus dell’Università di Anversa, il nostro presidente Emiliano Manzillo ha tenuto una conferenza intitolata “Hugo Claus, letteratura e cinema. L’arte multimediale tra mercato e innovazione”. L’incontro si è concentrato sulla figura complessa di Hugo Claus, annoverato tra i più importanti autori belgi del Novecento. Claus è stato poeta, romanziere, drammaturgo, pittore, regista e sceneggiatore: un artista poliedrico, che ha lavorato in più ambiti senza mai rinunciare alla sperimentazione. Manzillo ha descritto Claus come un autore capace di attraversare epoche e linguaggi diversi, mantenendo sempre uno sguardo critico verso la società.
Una parte centrale della conferenza è stata dedicata alla produzione narrativa, in particolare al romanzo Het verdriet van België (La sofferenza del Belgio), ritenuto il suo capolavoro. Manzillo ha illustrato come Claus abbia usato tecniche narrative complesse, come il flashback e i salti temporali, in uno stile ispirato a Faulkner, con una forte attenzione alla soggettività dei personaggi. Claus racconta la storia del Belgio attraverso la vita di un ragazzo, Louis Seynaeve, che cresce durante la Seconda Guerra mondiale, in un ambiente oppressivo, dominato dalla religione e dal nazionalismo fiammingo. Il romanzo è una riflessione sulla memoria, sull’identità e sull’ipocrisia della società belga del tempo.
Manzillo ha poi analizzato il rapporto di Claus con il cinema. Negli anni ’50 e ’60, collaborò con il regista olandese Fons Rademakers per portare sullo schermo storie tratte da romanzi, tra cui Het mes e De dans van de reiger. Claus non si limitava a scrivere sceneggiature: cercava una vera e propria forma di traduzione tra parola e immagine, tra letteratura e linguaggio cinematografico. In questo senso, l’autore anticipava una visione “multimediale” dell’arte, capace di superare le barriere tra i generi.
La conferenza ha anche messo in luce il legame tra l’opera di Claus e il contesto sociale e culturale in cui ha vissuto. Claus fu sempre un intellettuale indipendente, contrario all’autorità della Chiesa e critico verso l’identità nazionale imposta. Nei suoi testi, il corpo, il desiderio e la libertà individuale hanno un ruolo centrale. La sua morte, avvenuta per eutanasia nel 2008, ha aperto un dibattito pubblico in Belgio, confermando il suo ruolo di figura scomoda ma fondamentale nel panorama culturale europeo.
Infine, Manzillo ha riflettuto sul modo in cui Claus ha saputo affrontare la tensione tra arte e mercato. Pur essendo molto noto e riconosciuto, non ha mai ceduto alle logiche del consumo culturale. La sua opera resta un esempio di resistenza artistica e di innovazione continua. La conferenza ha offerto una lettura ricca ma accessibile di Hugo Claus, proponendolo come autore ancora attuale, capace di parlare a lettori e spettatori di oggi con la forza della sua visione e della sua scrittura.
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