Giovedì 5 ottobre alle 19.00, Presso Universiteit Antwerpen, Stadscampus, Rodestraat 14, 2000 Anversa, aula S.R118. Gratuito per i soci della Dante di Anversa e €5 per i non soci.
La vulcanologia nasce a Napoli nel 79 d.C., con la descrizione di Plinio il giovane della famosa eruzione che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia. Tale eruzione ha segnato anche un cambiamento nella geodinamica del vulcano stesso, il quale a sua volta, ha segnato profondamente la morfologia del paesaggio circostante, assieme a tutti gli altri fenomeni vulcanici della costa tirrenica. Infatti, questo punto d’Italia si trova su un margine importante di collisione tra placche tettoniche; una geodinamica irrequieta, come irrequieta è la cultura che si è sviluppata nella vivacità napoletana relativa alla stretta convivenza uomo vulcano, in un’area dove vi sono diversi vulcani e il Vesuvio, probabilmente, è solo quello più noto poiché facilmente individuabile. L’Italia, con la ricerca e la tecnica, cerca di migliorare la suddetta convivenza e mitigare le relative contraddizioni con l’evoluzione della conoscenza.
Emilio Cuoco, scienziato ricercatore
Emilio Cuoco si è laureato con lode nel 2004 in Scienze Ambientali presentando una tesi in geochimica dei fluidi sui sistemi idrotermali di Mondragone (provincia di Caserta). Tale attività si è poi estesa in tutto il nord della Campania per il successivo lavoro di Dottorato di Ricerca conseguito nel 2010.
Ha collaborato con
l’Università Vanvitelli di Caserta con diversi assegni di ricerca e contratti
di collaborazione per la ricerca nei sistemi geotermici del nord della Campania
(Vulcano Roccamonfina, Monte Massico, Riardo-concessione Ferrarelle, rivenute
presso il complesso del Matese). Un’altra linea di ricerca è stata condotta per
i sistemi vulcanici ed idrotermali nella regione del Kivu nella Repubblica
Democratica del Congo (Niragongo, Niamulaghira, Lago Kivu e baia di Kabuno) con
il relativo rischio vulcanico. Ha anche collaborato con il Consiglio Nazionale
delle Ricerche CNR per il progetto “VIGOR” per la valutazione del potenziale
geotermico nel Nord della Campania. Attualmente è attivo presso l’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), nella sezione
“Osservatorio Vesuviano” di Napoli, dove continua le ricerche relative alla
geochimica dei fluidi presenti in Campania e dove lavora al programma di
monitoraggio per la mitigazione del rischio vulcanico nell’area napoletana.
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