martedì 17 ottobre 2017

La vita in tempo di pace - incontro con Francesco Pecoraro

Grazie al sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, giovedì 12 ottobre la Dante Alighieri di Anversa ha avuto il piacere di ospitare, presso la libreria De Groene Waterman, lo scrittore romano Francesco Pecoraro che ha presentato la traduzione nederlandese del suo recente lavoro La vita in tempo di pace, tradotto con il titolo Het leven in tijden van vrede.



Partendo dalle domande di Emiliano Manzillo, l’autore ha delineato i contorni dell’ingegner Ivo Brandani, protagonista del romanzo e voce collettiva, nonostante venga definito «un vecchio maschio silente», di un’intera generazione, costretta a vivere in un periodo di pace. Di pace nella vita di Brandani ce n’è ben poca, a partire dal tormento per la responsabilità dell’incarico che gli è stato affidato: ricostruire una barriera corallina sintetica nel Mar Rosso per rimpiazzare quella vera. Il mare, che per Ivo ha sempre rappresentato la spensieratezza, la felicità, «l’estate in opposizione all’anno scolastico», ora viene assoggettato all’artificio umano, così come il protagonista si trova oppresso dall’intera società del secondo dopoguerra. L’inquietudine che lui vive è evidente sin dalle prime righe del libro, dove prevale un senso di catastrofe, di apocalisse ed è successivamente confermato dalla propria morte, provocata da un parassita. Come il batterio s’insinua silenziosamente tra le membra dell’uomo, uccidendolo pian piano, così il fardello della storia ha logorato e plasmato coloro che sono venuti dopo la bomba atomica.



Con un continuo oscillare tra passato e presente, il romanzo, finalista al Premio Strega nel 2014, analizza la seconda metà del Novecento con un occhio lucido, addirittura biologico, arrabbiato e sarcastico, finendo per elegge il Signor Brandani a paradigma del declino politico e culturale che la nostra epoca, di pace apparente dopo la guerra, ha vissuto e sta ancora vivendo.
Non è mancato, nel corso dell’intervento, il dibattito su tematiche importanti che costellano l’intero libro, dalla speculazione edilizia all’uniformazione piccolo borghese, ben tradotta dall’immagine, che Pecoraro ha richiamato, della sedia Allibert, un inno al socialismo delle forme: un esempio di come questo romanzo ci consenta di vederci da fuori, risvegliando le nostre coscienze.

Sara Lovisa


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