lunedì 18 giugno 2018

Belluscone – Una storia siciliana.


Giovedì 24 maggio presso la Filmhuis Klappei, abbiamo assistito alla proiezione del film Belluscone – Una storia siciliana. Si tratta di un falso documentario, detto anche mockumentary, in cui degli eventi di fantasia vengono presentati allo spettatore come reali mediante l'uso del linguaggio documentaristico. Il film ha sicuramente fatto discutere i nostri soci, ma ha anche divertito.

Il regista Franco Maresco comincia le sue ricerche con lo scopo di raccontare il legame tra Silvio Berlusconi e la Sicilia, il perché del grande consenso riscosso tra i siciliani e la natura dei suoi rapporti con alcuni personaggi legati alla mafia siciliana. Maresco però, dopo anni di ricerche e riprese, abbandona il progetto e sparisce. Sarà quindi il critico del cinema Tatti Sanguineti a dar voce all’amico regista. Tatti lascia la sua Milano e si mette in viaggio verso la Sicilia, con l’intento di portare avanti il progetto lasciato incompiuto dall’amico Franco. Quello che trova sono ore e ore di girato sull’impresario di cantanti neomelodici Ciccio Mira, grande sostenitore di Berlusconi e nostalgico della vecchia mafia, quella che creava lavoro e garantiva tranquillità, sostituendosi di fatto allo stato. Ma certe cose non si possono dire di fronte alle telecamere e Ciccio si rimangia più volte le sue affermazioni.

Grazie a Ciccio, tanti cantanti neomelodici hanno trovato il successo. Tra questi spicca Vittorio Ricciardi, richiestissimo in tutte le radio locali e idolo delle giovani palermitane. In questo film lo vediamo collaborare insieme ad Erik, autore di testi e musicista. I due lavorano al brano Vorrei conoscere Berlusconi, che anima le piazze nelle serate estive. Nasce però una diatriba tra i due artisti ed Erik accusa Vittorio di avergli rubato il pezzo e Ciccio di averlo fregato. Sarà solo grazie all’intervento del duo comico palermitano Ficarra e Picone, richiesto da Tatti, che i due ritroveranno l’intesa.

Ma il ruolo del cantante neomelodico va ben oltre la musica. Egli fa da tramite tra le famiglie di Palermo e i loro cari che si trovano in carcere o, come dicono loro, che sono “ospiti dello stato”. Per questo nasce il sospetto che il neomelodico sia, anche se involontariamente, portatore di messaggi importanti rivolti ai boss mafiosi. E quando a Vittorio Ricciardi sfugge proprio un messaggio di saluti rivolto a uno di questi, nasce l’equivoco. Mentre il boss e la sua famiglia minacciano di porre fine alla sua carriera, il ritratto del cantante fatto dai media è quello di un eroe che lotta contro la mafia.

Insomma, forse le verità e le risposte che cercava Franco Maresco non sono venute a galla. Ma allo spettatore è rimasto il suo ritratto della Sicilia e la canzone tormentone “Vorrei conoscere Berlusconi” che riecheggia nella testa.

Melania Mereu

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