domenica 13 maggio 2018

Maurizio Gioco e Francesco Pagani: l'arte dei burattini


Martedì 8 maggio, presso l’Università di Anversa, abbiamo assistito ad una conferenza-spettacolo sul teatro dei burattini, tenuta dal maestro burattinaio Maurizio Gioco con l’accompagnamento musicale di Francesco Pagani. Il teatro dei burattini nasce in Italia nel 1700 e raggiunge la sua massima popolarità nel 1800, grazie agli spettacoli nelle grandi piazze, i quali riescono a raccogliere un gran numero di spettatori.





Dopo un brano di apertura eseguito con l’armonica a bocca e l’organetto diatonico, i nostri artisti ci hanno accompagnato alla scoperta dei luoghi che hanno dato origine alla loro arte. Maurizio ci ha parlato della sua amata Verona, città che ospita da quattro anni il suo Atelier – Teatro Giochetto, gestito insieme alla sua famiglia. Si parla infatti di “famiglie di burattinai”, in quanto tutti i membri del nucleo familiare vengono coinvolti nelle varie attività che ruotano attorno al teatro dei burattini.



Un simbolo della città di Verona, nonché fonte di ispirazione per i burattinai, è il fiume che l’attraversa, l’Adige. Il fiume è portatore di storie, nel fiume scorrono i racconti che partono dalla montagna e arrivano al mare, “il fiume è vivo”, afferma Maurizio. I burattini nascono infatti tra le montagne, ma è lungo il fiume che prendono vita: per i montanari, dare voce ad un oggetto inanimato era un sacrilegio.




Esistono diversi tipi di burattini: i burattini a guanto (classici del nord Italia); le guarattelle (tipiche della Campania) e i pupi siciliani, marionette armate nate in realtà a Napoli con la farsa napoletana. Questi differiscono tra loro per letteratura e repertorio, ma non solo. Dal punto di vista costruttivo per esempio, le guarattelle hanno la testa più piccola. Ma la più grande differenza si riscontra tra i pupi siciliani e i burattini: mentre i pupi sono pesanti e “toccano terra”, i burattini sono più leggeri, più manovrabili e “toccano il cielo”. Anche se, spiega Maurizio, tanto manovrabili non sono. Se in un primo momento pensava che i burattini fossero facili da gestire, ben presto ha capito che sono loro a comandare e a prendere il sopravvento su di lui.





I personaggi presentati da Maurizio sono molteplici: Pantalone, padrone vecchio e avaro; Brighella, servo attaccabrighe e dispettoso; Arlecchino, anche lui servo ma dall’animo libero; Colombina, serva contesa tra il padrone Pantalone e il servo Arlecchino; Sandrone, contadino rozzo e grottesco. Maurizio porta in scena la personalità e le emozioni di ognuno di loro, accompagnato dal ritmo incalzante dell’organetto di Francesco.
Ma come nascono i suoi spettacoli? Da un’idea “presa al volo”, si passa allo studio delle fonti storico-letterarie, attività che lo appassiona particolarmente. In seguito, si passa ai disegni e alla stesura del copione provvisorio, quindi alla ricerca musicale. Si arriva poi alla scultura e alla ricerca delle stoffe, seguita dalla creazione degli abiti (compito affidato alle donne di casa). Infine, si provano i dialoghi e i movimenti e lo spettacolo passa in produzione.
Tra i suoi spettacoli ricordiamo Storie di streghe, La ballata del brigante e La decima musa, quest’ultimo in collaborazione con lo stilista Ennio Castellani.



Di notevole interesse anche gli interventi di Francesco Pagano, musicista preparato e di grande esperienza, che per l’occasione ha fatto dono alla Dante di Anversa di una copia del preziosissimo e curatissimo volume Strumenti, musiche e balli tradizionali della Provincia di Verona, testimonianza precisa del patrimonio popolare veneto, a cura dello stesso Pagani e di D. Fiorini.



Sulle note del brano di chiusura, Maurizio e Francesco dimostrano come il teatro dei burattini sia un crogiolo di arti diverse, dalla scultura alla pittura, dalla letteratura alla musica. Ringraziamo infine la socia Marijke Elst per aver reso possibile questo incontro.



Melania Mereu

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