lunedì 15 maggio 2017

Recensione "Suoni dal Sud"

Suoni dal Sud

Il 22 e il 23 aprile sono stati due giorni all’insegna della musica popolare dell’Italia meridionale. L’evento è iniziato con due cortometraggi: Vincent et nous di Nino Roviello sul rapporto di Van Gogh con la comunità protestante di Petit-Wasmes, dove il celebre pittore si soffermò e La taranta, documentario di Gianfranco Mingozzi incentrato su reali casi di tarantate nella Puglia degli anni Sessanta.

Emilio Cuoco in una foto di Rino Noviello


Il tarantismo diffuso in Puglia ed estesosi poi in tutta l’area del Mediterraneo, prendeva il nome dalla taranta, malefico ragno che mordeva le sue vittime durante il lavoro nei campi, nella stagione del raccolto. L’unico antidoto al morso velenoso era il rito coreutico-musicale, il ballo terapeutico scandito dal battito frenetico della pizzica e del tamburello. Nel filmato, il rituale di liberazione dell’invasata, viene raccontato dalla voce narrante di Salvatore Quasimodo, con queste parole: «La tarantata si fa ragno, diventa il ragno che è in lei: il suo pensiero si muta in ritmo puro e nel movimento quasi meccanico sorgono figure di liberazione, travolte però ancora da ombre disperate. Ora la donna in piedi lotta contro la taranta, immaginando di calpestarla e di ucciderla con il piede che batte la danza». La danza eseguita durante la cura è la tarantella, cioè la danza della piccola taranta. La donna, si dimena e si contorce al ritmo di musica, per cercare di cacciare l’ospite indesiderato. La guarigione poi prosegue con il pellegrinaggio a Galatina, presso la cappella di San Paolo, luogo per eccellenza dell'esorcizzazione del male.


Emilio Cuoco, Angelo Apicerni e Piera De Gironimo, foto di Rino Noviello


Le tradizioni popolari mostrate nel video ci sono state restituite nella seconda parte della serata, attraverso la musica di Emilio Cuoco, Angelo Apicerni e Piera De Gironimo, sotto forma di tarantelle e tammurriate. Queste danze, che affondano le radici nei riti dionisiaci dell’epoca greco-romana e nutrono forti legami con la terra e con il mondo contadino, costituiscono lo specchio della realtà del sud Italia e l’anima del suo popolo. I canti e il suono incalzante della tammorra e delle castagnette hanno acceso l’entusiasmo del pubblico in sala. Un revival folkloristico che ci ha permesso di (ri)scoprire un patrimonio culturale di inestimabile valore.


Manuela Ferraro



Emilio Cuoco, Angelo Apicerni e Piera De Gironimo, foto di Rino Noviello

Nessun commento:

Posta un commento