lunedì 1 dicembre 2025

Il mito di Diana nel Purgatorio di Dante - Conferenza di Elena Michelini

Giovedì 20 novembre, nella sala conferenze della galleria Zijvluegel, all’interno del municipio (Districthuis) di Deurne, in Maurice Dequeeckerplein 1, 2100 Antwerpen, si è tenuta un’altra delle nostre conferenze del giovedì. Elena Michelini, attualmente tirocinante presso la nostra Dante di Anversa, nonché appassionata e studiosa di Dante, ci ha fatti entrare nella mente del Sommo poeta, per capire insieme perché nella cantica del Purgatorio abbia citato il mito di Diana.
Prima di addentrarci nel vivo del tema, Elena ci ha rinfrescato la memoria, allargando il quadro e riassumendo le informazioni più importanti sull’opera, per poi ricordarci il significato del viaggio di Dante.

Ma tornando all’opera, per capire la presenza di Diana nella Commedia, è necessario andare a vedere quali sono le varie fonti a cui Dante si ispira per scrivere la sua opera. Tra le tante, le più importanti sono chiaramente i testi religiosi cristiani, come riflesso della sua epoca; ma anche i testi classici latini e greci tradotti, soprattutto Ovidio e Virgilio. Ma per cosa usa questi riferimenti? Per dirci qualcosa di importante e su cui ha riflettuto tanto attraverso un esempio concreto, che trae proprio dalle storie di personaggi raccontante nei testi religiosi e in quelli classici.

Uno di questi personaggi è proprio Diana, che Elena ha approfondito anche per la sua tesi di laurea. Diana è un personaggio importantissimo del mito classico: dea della luna e sorella di Apollo, il dio del sole; è anche protettrice dei boschi e dea della caccia, per questo è spesso rappresentata con arco e frecce accompagnata da animali selvatici.

Diana di Versailles, copia romana di un originale bronzeo di Leocare, I-II secolo d.C., marmo, Museo del Louvre, Parigi

Ma perché Dante cita proprio lei nel Purgatorio? Per capirlo è necessario ripercorrere prima alcuni passi del suo mito. Il mito, raccontato da Ovidio e Virgilio, che sicuramente Dante ha letto, narra che la madre di Apollo e Diana, Latona, rimase incinta dei due gemelli da parte di Giove, noto per i suoi amori extraconiugali. La moglie di Giove, Giunone, una dea molto vendicativa, dopo aver scoperto che Latona era incinta di suo marito la condannò a vagabondare perseguitata da un serpente mostruoso. Latona quindi fuggì da questo mostro in cerca di un posto per partorire, ma per paura di una vendetta di Giunone, nessun luogo volle darle ospitalità. Dopo lunghe peregrinazioni, Latona fu finalmente accolta dall’isola di Delo, destinata anche lei come Latona a vagare per i mari, trasportata delle onde. Secondo il racconto, dopo il parto, per ricompensare l’isola, Apollo la ancorò al fondale marino rendendola finalmente stabile.

Un altro passaggio fondamentale oltre alla sua nascita è quello che coinvolge la ninfa Callisto, raccontato anche da Rubens attraverso la sua arte.

Diana e Callisto, Peter Paul Rubens, 1635, olio su tela, Museo del Prado, Madrid

Diana viveva nei boschi in compagnia delle ninfe, con le quali osservava la castità. Tuttavia, Callisto venne violentata da Giove e, anche se non riuscì ad opporsi, la castità fu violata. Quando Diana lo scoprì, la cacciò per sempre dai suoi boschi sacri.

Diana e Callisto, Tiziano, 1566 ca., olio su tela, Kunsthistorisches Museum, Vienna


Infine, l’ultimo episodio del mito citato è quello che comprende Atteone, un giovane cacciatore che per caso, mentre era a caccia nei boschi, vide Diana e le sue ninfe che facevano il bagno nel fiume. Diana se ne accorse e lo trasformò immediatamente in un cervo. Venne poi sbranato dai suoi stessi cani da caccia che non lo riconobbero.
Una volta approfondito il mito di Diana e alcuni episodi fondamentali, Elena ci ha riportati al Purgatorio leggendoci due passi in cui compare proprio la dea, che si trovano uno nel XX canto e l’altro nel XXV.

130 Certo non si scoteo sì forte Delo, 

131 pria che Latona in lei facesse ‘l nido

132 a parturir li due occhi del cielo.

Dante, in questa terzina, utilizza il riferimento all’isola di Delo che vaga per mare per parlare di un terremoto del monte del Purgatorio. Durante questa scossa, Dante si trova con Virgilio al termine del percorso della quinta cornice, quella degli avari, e si prepara a salire alla cornice successiva. Nel canto successivo si scoprirà che il terremoto viene causato dall’anima del poeta latino Stazio, che si scuote di gioia per la sua liberazione, dopo aver concluso il suo percorso di purificazione. Nei versi successivi a quelli sopracitati, c’è un riferimento alla nascita di Gesù. Dante propone sempre a coppie un esempio classico e un esempio cristiano. In questo caso, le somiglianze tra la nascita di Diana e Apollo e quella di Gesù citate in proprio in questo momento ci fanno capire che la purificazione dell’anima di Stazio ha a che fare con il tema della natività. Infatti, la sua anima sta rinascendo a una nuova vita, pronta per andare in Paradiso.

Tenendo questo a mente, siamo passati alla seconda terzina in cui compare Diana.

130 Finitolo, anco gridavano: «Al bosco

131 si tenne Diana, ed Elice caccionne

132 che di Venere avea sentito il tòsco». 

In questo canto Dante attraversa la cornice dei lussuriosi, a cui vengono gridati esempi di castità, tra cui quello di Diana, in coppia con quello di Maria, intrecciando anche in questo caso le fonti classiche con quelle bibliche.

Prima di concludere, Elena ha chiarito come, per capire bene l’uso che Dante fa del mito di Diana, bisogna aver chiaro come lo leggevano i medievali. In particolare, si tendeva a leggere i miti classici come simboli di avvenimenti cristiani. A differenza però degli altri autori del suo tempo, Dante non vuole usare Diana come semplice allegoria di una verità cristiana, infatti ha grande rispetto del testo classico a cui attinge e cerca piuttosto di metterlo in dialogo con il testo sacro, offrendo al lettore un doppio sguardo sul problema di cui sta parlando.  Quindi, Dante, attraverso Diana, ci vuole portare un esempio classico di virtù, che, se combinato con lo sguardo cristiano, aiuta il lettore nel suo percorso dalla miseria alla felicità, fine ultimo della Commedia.

Grazie a questa splendida conferenza abbiamo potuto sentirci anche noi parte del ragionamento di Dante e vivere un po’ più nel dettaglio la composizione della Commedia. Elena ci ha affascinati con storie antiche che a primo impatto potevano sembrarci lontane dalla vita di Dante e dalla nostra, ma come il Sommo è riuscito a leggerci qualcosa di attuale per il suo tempo, anche noi possiamo portare il mito e la Commedia nella nostra vita quotidiana, perché ci sono storie che parlano per sempre.

Alice Avanzi, tirocinante Erasmus+ presso La Dante di Anversa



 

 







sabato 29 novembre 2025

Wat hebben wij ontdekt in Dante? - Testo letto al vernissage di Drawing Dante da Hilde Daems.

Wat hebben wij ontdekt in Dante?

Het verhaal is speciaal.
Het gaat ook over liefde en seks. Dat is normaal en gezond maar je moet altijd toestemming vragen, niet dwingen en niet zomaar...Niet iedereen doet dat.

Dante heeft de duisternis zelf ervaren. Wij herkennen dat. Wij zitten soms ook vast. In ons leven. In ons hoofd.
Onze duisternis is niet altijd proper...en een zuiver leven leiden lukt niet altijd. Dante maakte een tocht om zijn geweten te zuiveren. Hij heeft fouten gemaakt. Zonden begaan. Maar wat is nu eigenlijk een zonde? Snoepen? lets verkeerd doen? Stelen? lemand pesten? Niemand wordt toch graag gepest!

Dante doet ons denken. Als stelen een zonde is, wat doen we dan met de kleptomanen? Zij kunnen er toch niet aan doen.... En brand stichten! Dat mag ook niet. Maar wat dan met de pyromanen?

De zonden van anderen! Die zien we vlotjes. Ramen inslaan in Brussel! Betuttelen! Zagen, altijd zagen! En altijd hetzelfde vragen! "Hebde gij nog geen lief?" Frauderen, drugs dealen en vloeken! De wellustigen die zich laten meeslepen door het seksuele! De misnoegden en slechtgezinden!

De zonden van onszelf. Dat wordt al moeilijker... Teveel mensen plagen? Vechten met een broer? Ruzie maken met een broer? Slechte woorden zeggen over iemand? Mensen uitschelden en uitdagen? Wildplassen? Zijn dit echt zonden? Is er voor ons dan ook een plaats in de hel?

Ik heb het er moeilijk mee, ik krijg het er warm van, ik wil er niet in terecht komen. In de hel is het altijd oppassen. Sommigen worden een beetje bang door erover te praten. De leeuw, de panter en de wolvin. Die hangen daar ook rond. En duivels, veel duivels. Met hoorns, vuurfakkels en vleugels. Dante is er bang van. We zijn allemaal bang. Van verschillende dingen. Van dezelfde dingen. Honden met veel tanden. Politiehonden. Een zee zonder bodem. Water met vissen. Een pladijs. Eenzaamheid. Tijgers en slangen. Zwaar onweer. Paarden. In elkaar geslagen worden. Wespen en vliegtuigen. Kwade geesten met rode ogen. Een stoel in een donkere kelder. We hebben allemaal onze eigen privé-hel.

Maar hoe geraak ik in de hemel?


Cos’abbiamo scoperto in Dante?

Il racconto è particolare. E parla anche di amore e di sesso, il che è normale e sano, ma si deve sempre chiedere il permesso, senza costringere nessuno o così dal niente... non tutti lo fanno.

Dante stesso ha vissuto l’oscurità. E noi lo riconosciamo. Anche noi a volte ci sentiamo imprigionati nelle nostre stesse vite. Nelle nostre stesse menti.
La nostra oscurità non sempre è pura... e non sempre siamo in grado di condurre una vita senza peccato.
Dante ha compiuto un viaggio per purificare la sua coscienza. Ha commesso degli errori. Ha commesso dei peccati. Ma che cos’è veramente un peccato? Mangiare dolciumi? Fare qualcosa di sbagliato? Rubare? Infastidire qualcuno? Che poi nessuno vuol essere infastidito!

Dante ci fa pensare. Se rubare è peccato, allora che facciamo coi cleptomani? Non possono mica farne a meno...
E appiccare fuochi? Nemmeno questo va bene. Ma allora, i piromani?

I peccati altrui! Ne vediamo a fiumi. Vetrine distrutte a Bruxelles! ArroganzaLamentele, sempre lamentele! E sentirsi fare sempre le stesse domande! “Ancora non hai un/a fidanzato/a?” Frodi, narcotraffico, parolacce! I lussuriosi che si fanno tentare dai piaceri della carne! I dispiaceri e i malumori!

E i nostri peccati? E qui si fa ancora più difficile... Prendere troppo in giro gli altri? Litigare col proprio fratello? Insultare? Gridare e provocare gli altri? Fare la pipì in giro? Possono veramente essere visti come peccati? Allora c’è un posto all’Inferno anche per noi?

Faccio fatica a pensarci, mi vengono i sudori, io non ci voglio finire, all’Inferno. All’Inferno devi sempre stare attento. Alcuni si spaventano un po’ solo a parlarne. Il leone, la lonza e la lupa, che stanno lì a gironzolare. E diavoli, tanti diavoli. Con le loro corna, le loro torce infuocate e le loro ali. Dante ha paura. Tutti abbiamo paura di cose diverse, delle stesse cose. Dei cani dai denti aguzzi. Dei cani poliziotto. Di un mare senza fondale. Dell’acqua e dei pesci. Delle platesse. Della solitudine. Delle tigri e dei serpenti. Del brutto tempo. Dei cavalli. Di venire picchiati. Delle vespe e degli aerei. Di spiriti cattivi dagli occhi rossi. Di una sedia in una cantina buia. Ognuno di noi ha il suo Inferno personale.

Ma com’è che ci entro in Paradiso?


mercoledì 26 novembre 2025

Sahar Zuher: la collaborazione artistica con Wildgroei e La Dante di Anversa

Alla mostra Drawing Dante a Deurne non solo potrete ammirare come i maggiori fumettisti italiani hanno rappresentato il rocambolesco viaggio spirituale del Sommo, ma anche come alcuni artisti locali si sono cimentati nella produzione di opere plastiche e figurative, dalle quali traspare il loro personalissimo rapporto con la Commedia. In particolare, stiamo parlando dei ragazzi di De Zonnebloemen, un’organizzazione a Deurne che da più di dieci anni si occupa di sostenere persone portatrici di disabilità e le loro famiglie, permettendo loro di fare nuove esperienze, legate, ad esempio, al laboratorio artistico Wildgroei. Insieme all’artista irachena Sahar Zuher, hanno dato vita a tre opere, due sculture e un video in stop-motion, incentrati sui temi del viaggio, della gioia, della speranza e della libertà.

Sahar Zuher è un’artista nata a Baghdad ma che ha scelto come quartier generale Kapellen, nella provincia di Anversa. È proprio qui che le sue opere multiformi prendono vita. Ciò che distingue i suoi lavori è l’utilizzo di materiali di scarto come cartone, pezzi di tessuto, metallo arrugginito e inchiostro. I temi che affronta sono la migrazione, la resilienza e la memoria culturale, tutti concetti che ritroviamo nella Commedia e anche all’interno della mostra.
Sabato 8 novembre Sahar ci ha mostrato a uno a uno i frutti della loro collaborazione. Il primo progetto in cui si sono cimentati i ragazzi di De Zonnebloemen è la “La barca di Dante”, una scultura dal soggetto preciso, che da secoli è simbolo di pace e speranza. La vita è costituita da viaggi: Dante stesso ci insegna quanto lanciarsi verso una nuova avventura, addentrandosi nella selva oscura, sia arricchente e importante; costruire la barca da zero è stato anch’esso un viaggio non privo di difficoltà, in cui i ragazzi hanno potuto dare sfogo alla loro creatività. La barca è stata realizzata interamente con materiali riciclati come cartone e metallo, il tutto messo insieme con molta colla e dedizione. Se si osserva bene la barca, due dettagli saltano all’occhio: i segni di questa avventura “imperfetta”, che però rappresentano a pieno il significato del viaggio e rendono l’opera profondamente umana; le dediche scritte dai ragazzi, che mettono una firma a ciò che hanno realizzato con le loro stesse mani. Spesso non ci rendiamo conto di quanto il mezzo sia ciò che ci porta a compimento dei nostri obiettivi. Per alcuni, una barca è solo una barca. Per altri, è invece simbolo di libertà, opportunità, nuovo inizio.

In fondo alla seconda sala troverete una maestosa aquila che spicca il volo spalancando le sue ali, metafora della libertà e del ritorno al Paradiso. Per crearla, l’artista e i suoi collaboratori si sono serviti di metallo, cartoni, lattine vuote e di... momenti felici. Sahar stessa ha affermato che quest’opera viene dalla condivisione e dall’inclusione, aspetti per lei fondamentali nel processo della creazione artistica. L'artista ha infatti incitato i ragazzi a lasciare la propria “firma” all’interno dell’opera, che poteva essere semplicemente il loro nome, le emozioni che avevamo provato o un bel ricordo legato a quella giornata, in modo che sulla scultura rimanesse una loro traccia permanente e visibile. Un piccolo dettaglio che rende questo lavoro unico e degno d’essere ammirato.

La terza e ultima parte del progetto è un breve filmato in stop-motion, il cui punto di partenza sono stati i disegni dei ragazzi. Servendosi di un software di animazione grafica, Sahar ha poi creato uno sfondo animato, sul quale questi hanno potuto prendere davvero vita. Lo stile non rimane sempre lo stesso, ma varia durante il corso del filmato, proprio perché questo è l’unione dei lavori di diversi artisti.
Il sottofondo musicale è caratterizzato da suoni buffi e allegri per suscitare gioia negli spettatori, garantendo un risultato piacevole e divertente: un modo davvero originale di esprimere la propria creatività!



Bij onze tentoonstelling kan men niet alleen bewonderen hoe Dante en zijn legendarische tocht worden voorgesteld door de grootste huidige Italiaanse striptekenaars, maar ook hoe sommige artiesten van de buurt hun eigen meesterwerken hebben gecreëerd en welke persoonlijke relatie tussen hen en het verhaal van de Komedie staat. Het gaat om de geweldige creatieve werken van de gasten van De Zonnebloemen, die in smenwerking met het kunstlaboratorium Wildgroei en de Iraakse kunstenares Sahar Zuher drie verschillende werken hebben geproduceerd: twee sculpturen en een stop-motion video. Alle werken omarmen de thema’s van de reis: vrede, hoop en vrijheid.

Sahar Zuher is een kunstenares uit Baghdad, actief in Kapellen. Precies daar komen haar veelzijdige kunstwerken tot leven: zij gebruikt materialen zoals verroest metaal, karton, reststof, antiek papier, inkt en hout om migratie, veerkracht en cultureel geheugen te onderzoeken. Alle begrippen die ook centraal staan in de Goddelijke Komedie en in onze tentoonstelling. De artieste koos om samen te werken met een andere kleine wereld waar veerkracht en onstuimige creativiteit echt een sleutelrol spelen: de jongeren van De Zonnebloemen. De Zonnebloemen is een organisatie in Deurne die al 10 jaar mensen met een fysieke of verstandelijke beperking ondersteunt, hen toelatend nieuwe ervaringen mee te maken, bijvoorbeeld dankzij de collaboratie met het kunstlaboratorium Wildgroei.


Op zaterdag, 8 november, toonde Sahar ons geduldig de verrassende resultaten van hun samenwerking. Het eerste project dat de gasten van De Zonnebloem hebben gemaakt, is “Dante’s boot”, een kunstwerk met een specifiek thema dat al eeuwenlang symbool staat voor vrede en hoop. Ons leven bestaat uit reizen: zelfs Dante, die binnen het donkere woud wandelt, laat ons zien dat het aangaan van nieuwe avonturen altijd verrijkend en waardevol is. Het bouwen van de boot was ook zo’n reis, vol uitdagingen waarbij de gasten hun creativiteit konden uitdrukken. De boot werd door gerecyclede materialen gemaakt, zoals karton en metaal, en zorgvuldig in elkaar gezet met houtlijm en inzet. Wie goed naar de details kijkt, zal twee dingen opmerken: ten eerste, de tekeningen die dit “onvolmaakte” avontuur verbeelden en het werk diep menselijk maken. Ten tweede de toewijding van de gasten, die hun werk tot leven brengen met hun persoonlijke bijdrage. Vaak realiseren we ons niet hoe de middelen belangrijk zijn om onze dromen waar te maken. Voor sommige mensen is een boot slechts een boot. Maar voor anderen is het een symbool van vrijheid, van kansen, van een nieuw begin.

Aan het einde van de tweede zaal vinden jullie een majestueuze adelaar die zijn vleugels opent en begint weg te vliegen: een metafoor van vrijheid en terugkeer naar het paradijs. Om deze te creëren, gebruikten de artiest en haar assistenten metaal, karton, blikjes en... goede momenten. Sahar zelf zei dat dit werk uit delen en inclusie komt, twee elementen die voor haar essentieel zijn in het artistiek proces.Zij heeft namelijk de jongeren gevraagd, hun eigen “ondertekeningen” op het kunstwerk te laten. Dat konden gewoon hun namen zijn, hun emoties of een geweldige herinnering over die dagen die ze samen doorbrachten; omdat hun persoonlijke spoortjes eeuwig zichtbaar konden zijn. Een klein detail dat dit kunstwerk uniek en de moeite waard maakt.

Het derde deel van het project is een korte stop-motion film. Ze gebruikte de snelle schetsen van de jongeren, die dankzij de geanimeerde achtergrond, door Sahar gecreëerd, echt tot leven kwamen. Om dat te doen, gebruikte ze een grafische animatiesoftware. Aangezien de werken van verschillende kustenaars tot één enkele verhaal gecombineerd werden, verandert de stijl soms een beetje. Sahar voegde grappige en vrolijke geluiden toe, zodat de film plezier kan brengen.

Het resultaat is een aangenaam en plezierig filmpje. Een zeer originele manier om hun eigen creativiteit uit te drukken.





 

domenica 23 novembre 2025

Un reportage bilingue sul vernissage di Drawing Dante

Attenzione, attenzione! Dante è arrivato in città!
Più precisamente a Deurne, a pochi chilometri da Anversa. E l’ha fatto in grande stile.
È ritornato solo per voi dalla sua Firenze trecentesca tra balloon irriverenti e firmamenti dai colori vividi, tetri scenari ghiacciati popolati da figure mostruose e paperi e topolini togati...
Probabilmente starete pensando al sogno febbricitante di un pazzo, invece è tutto vero!
E vi dirò di più: tutto questo e molto, molto altro, ha un nome: Drawing Dante, e vi aspetta fino al due dicembre al Zijvleugel Districtshuis di Deurne; ma il viaggio... è appena cominciato.

La sera del sette di novembre abbiamo aperto le danze dopo giorni di intensa preparazione per creare questo piccolo angolo di paradiso, inferno e purgatorio insieme, che unisce la letteratura e l’arte del fumetto: un’autentica unione tra cultura classica e moderna che trascende le generazioni e le barriere linguistiche. Dalle 17 il vernissage è stato aperto al pubblico, numeroso e stregato dalle originalissime tavole appese ai vari pannelli.

 
La serata è proseguita nell’atrio che divide i due spazi espositivi, dove il presidente de “La Dante di Anversa”, nonché uno dei curatori della mostra, Emiliano Biagio Manzillo, ha pronunciato i doverosi ringraziamenti agli sponsor e a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo fantastico progetto, al cospetto, tra gli altri, del Console d’Italia in Belgio Francesco Varriale e del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles Pierre Di Toro. 

La parola è stata data poi a Hilde Daems, operatrice dell’organizzazione senza scopo di lucro De Vijver, che attraverso il laboratorio artistico “Wildgroei” ha dato la possibilità anche a ragazzi e adulti portatori di handicap di contribuire alla mostra coi loro incredibili lavori, forieri di creatività e sensibilità fuori dal comune. Il Comicon Napoli, rappresentato da Gabriele Russo, ha portato i suoi saluti dal capoluogo campano, con l'augurio di successo per questa mostra.

La lettura in italiano e in nederlandese di tre sonetti del Sommo Poeta ha concluso alla perfezione questo piccolo momento di condivisione, unendo la cultura italiana e fiamminga, cuori pulsanti di quest’iniziativa dantesca. 

La serata si è poi conclusa con un momento conviviale, sorseggiando del buon prosecco tra una strip a fumetti e l’altra.
Ma quali sono state, dunque, le impressioni degli avventori? “La storia che racconta Dante è universale: unisce tutti indistintamente.” dice un visitatore. “È bello vedere lavori di artisti professionisti accanto a quelli di artisti in erba.”, così si è espressa una socia de La Dante. “Non serve capire l’italiano dentro i balloon delle strisce, perché il fumetto parla da sé.” 


Let op! Dante Alighieri is aangekomen!
Meer specifiek te Deurne, dichtbij Antwerpen. En hij is wel in stijl gekomen. Hij is vanuit zijn veertiende-eeuws Florence teruggekomen juist voor jullie, tussen gekke tekstballonnen en levendig gekleurde hemels, sombere bevroren landschappen, bevolkt met beelden van wilde dieren en eenden en muizen met toga’s... 



Waarschijnlijk zullen jullie denken dat ik een echt delirium heb beschreven, maar het is  wel waar!
En er is meer: dit – en nog veel, veel meer – heeft echt een naam: Drawing Dante; tot de tweede december in de Zijvleugel van het Districtshuis van Deurne te zien. Maar de reis... is nog maar net begonnen.

  

De avond ging verder in de gang tussen de twee tentoonstellingsruimtes. Daar werden alle sponsers en de ijverige deelnemers hartelijk bedankt door Emiliano Manzillo - de voorzitter van de culturele vereniging La Dante di Anversa- en één van de curatoren van de expo - in aanwezigheid, onder andere, van de Consul van Italië in België en de Directeur van het Italiaans Cultureel Instituut in Brussel. Comicon Napoli, vertegenwoordigd door Gabriele Russo, bracht groeten over vanuit de hoofdstad van Campanië en wenste veel succes voor deze tentoonstelling.


Daarna sprak Hilde Daems, medewerkster van de vzw De Vijver en het artistieke atelier Wildgroei, waar ook jongeren en volwassenen met een handicap een kans hadden om hun unieke bijdrage aan de tentoonstelling te geven.

Drie sonnetten van Dante Alighieri werden dan uitstekend gelezen, eerst in de originele Italiaanse – of wel, Florentijnse – versie, dan in het Nederlands: een authentiek symbool van de vereniging tussen de Italiaanse en de Vlaamse cultuur, die het kloppende hart van dit schitterend project zijn.

De avond ging voort met een gezellig moment van samenzijn: men genoot van een goed glas prosecco en wandelde tussen de prachtige stripverhalen door.

Maar wat vonden de bezoekers ervan? “Het verhaal verteld door Dante is universeel: het verbindt iedereen zonder onderscheid,” zei een bezoeker. “Het is mooi te zien hoe de werken van professionele striptekenaars naast die van beginnende kunstenaars worden geplaatst,” zei een lid van La Dante. “Je hoeft het Italiaans in de tekstballonnen niet te begrijpen, want de strip spreekt voor zich."