mercoledì 31 ottobre 2018

Visita guidata dei soci all'MSK di Gent: De dames van de Barok


Il 20 ottobre è stata inaugurata presso il Museo delle Belle Arti di Gand (MSK) una splendida mostra sulle “Signore italiane del Barocco”, un’opportunità unica per ammirare dal vivo, fino al prossimo 20 gennaio, i capolavori di grandi pittrici italiane, vissute a cavallo tra il tardo Rinascimento e il periodo Barocco.
Le opere, che Francesco Solinas (co-curatore della mostra insieme ad Alain Tapié e Valentine de Beir) è riuscito a far confluire nelle Fiandre, provengono da alcuni dei più prestigiosi musei europei, come la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Gemäldegalerie di Berlino e la Galleria Borghese di Roma, oltre che da importanti collezioni private, e in molti casi non sono accessibili agli occhi del grande pubblico.
La Dante di Anversa, da sempre sensibile a far conoscere gli aspetti meno noti della storia culturale italiana, non poteva che accogliere con entusiasmo l’iniziativa, organizzando una visita guidata tra le sale dell’MSK… rigorosamente in lingua italiana!

Così, lo scorso 24 ottobre, i soci hanno potuto seguire il filo di un percorso che si è dipanato tra le vicende artistiche e umane di Artemisia Gentileschi, la più celebre tra le “Signore”, e di altrettanto abili figure femminili, la cui perspicacia nella ritrattistica, la capacità di cogliere la psicologia recondita nei gesti epici o di tradizione biblica, o l’attenzione quasi scientifica verso i dettagli della natura, sono state spesso adombrate dall’ingombrante fama dei pittori coevi, a cui invece venivano commissionati soggetti di più elevata caratura e simbologia.


Con curiosità e stupore è stato possibile apprezzare da vicino le raffinate qualità tecniche di Sofonisba Anguissola (ritrattista alla corte di Filippo II di Spagna), Lavinia Fontana (pittrice di papa Gregorio XIII) e Orsola Maddalena Caccia (badessa nel convento di Moncalvo, fondato dal padre per assicurarle protezione e continuità artistica), ma anche di Fede Galizia, Giovanna Garzoni, Virginia Vezzi ed Elisabetta Sirani.
Inoltre, la narrazione di alcuni episodi cardine delle loro biografie ha permesso di ricostruire i condizionamenti sociali vissuti, o meglio subiti, dalle donne dell’Italia “moderna”, soprattutto in settori come quello artistico, in cui imperversava il netto predominio maschile e l’affrancamento dai ruoli di genere aveva ancora molta strada davanti a sé.



Il tour, denso di significato, si è poi concluso con un momento di convivialità, in cui, davanti a una zuppa calda e qualche caffè, si è chiacchierato condividendo le proprie impressioni sulla mostra e sull’arte in genere. Una piacevole giornata che speriamo possa ripetersi, alla scoperta di altri grandi tesori dell’arte italiana.

"Tutte loro hanno iniziato a dipingere guardando i loro padri, fratelli o mariti, ma a poco a poco la loro pittura cambia. La loro produzione si distingue per un approccio naturalistico, per coerenza formale e concettuale e per una grande attenzione al dettaglio. Nei loro lavori nulla è lasciato al caso. Come scriveva Vasari: la mano donnesca si riconosce per precisione e bellezza dei colori." (Francesco Solinas)

Rossella Pensiero

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