mercoledì 28 aprile 2021

DANTE QUOTIDIANO – CON ANDREA DE LUCA – 24/04/2021

Sabato 24 aprile si è svolto l'incontro online con ‘Dante Quotidiano’, presentato dal professor Andrea De Luca, revisore dei conti della dante di Anversa e membro dell’equipe dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.


I temi proposti riprendono gli stessi dell’appuntamento precedente del 10 marzo, per consentire a più soci di partecipare e di conoscere le espressioni, i termini e le locuzioni usate comunemente nella lingua italiana di tutti i giorni che sono state coniate dal Sommo Poeta. Proprio questo, infatti, è stato l’argomento trattato durante la conferenza online, che è cominciata con la ripresa della nota definizione di Dante come ‘padre della lingua italiana’; a questa designazione, però, il professor De Luca preferisce quella di Dante come ‘innovatore’ e ‘artigiano’ della nostra lingua, in quanto egli ha usato il volgare, lingua del popolo, in forma letteraria per la prima volta, ufficializzando quindi molti termini che fino ad allora venivano impiegati solo nel parlato. La lingua ufficiale era infatti ancora il latino, usato nell’ambito istituzionale, così come in quello religioso e letterario; dunque, perché la scelta proprio del volgare (fiorentino), se era il latino a farla da padrone? Ebbene, il volgare era una lingua viva e compresa da tutti, che azzerava le distanze tra letteratura e popolo, scelta proprio per la Divina Commedia così che l’opera  potesse raggiungere il più vasto pubblico possibile.





Dal nome di Dante è nato un aggettivo, ossia ‘dantesco’, che si usa per definire un’opera relativa al suo stile. De Luca ricorda che in ambito internazionale l’aggettivo indica qualcosa di catastrofico, di terribile o di eccezionale nei toni e delle sensazioni che provoca. Questo è un primo esempio di un termine derivato – sebbene a posteriori – dal Sommo Poeta. Le parole e le espressioni coniate da Dante prendono il nome di ‘dantismi’, che oggi adoperiamo quotidianamente e molto spesso senza sapere.

Gli esempi citati durante l’incontro online sono svariati, tra i quali ricordiamo le parole ufficializzate grazie alla presenza nelle opere del poeta fiorentino, come fantasia, (presente nella Vita Nova) e agricoltura (che troviamo invece nel Convivio); e ancora, fertile – dal latino fero, fers –, e quisquilia (ossia qualcosa di poco conto), presenti rispettivamente nel Canto XI e nel Canto XXVI del Paradiso.
I neologismi sono identificabili invece in alcuni verbi con il prefisso -in, come indiarsi, cioè alzarsi fino a Dio, e inmiarsi, ossia entrare dentro di sé e la propria coscienza, in senso introspettivo.
Per quanto riguarda le espressioni, ricordiamo qui le più vive, più comuni e più usate nella lingua italiana, come il Bel Paese, per riferirci proprio all’Italia (contenuta nel penultimo canto dell’Inferno); o ancora, un modo di dire usato per descrivere qualcosa di non particolarmente eccelso, ma nemmeno così terribile… Insomma, senza infamia e senza lode! Possiamo trovare questa espressione nel Canto III dell’Inferno, dove si trovano gli ignavi e riferita proprio a coloro che non prendono una posizione nella vita. Altra famosissima espressione proveniente dalla Commedia è ‘Galeotto fu…’, tratta dal Canto V dell’Inferno e riferita al libro che fu colpevole (galeotto, appunto) di aver provocato la passione tra Paolo e Francesca. Oggi si usa proprio per descrivere in modo leggero e giocoso la causa scatenante di un amore o di una relazione tra due persone.



Anche il cantautorato italiano (e non solo) ha attinto a piene mani dall’universo lessicale e retorico dantesco: toccando questo argomento, viene citato forse uno dei più celebri esponenti del panorama musicale nostrano, Fabrizio de André, il quale scrisse una canzone dedicata al dramma amoroso di Paolo e Francesca, intitolata Al ballo mascherato. Cantanti delle generazioni successive, come Raf in Un tempo indefinito e Jovanotti con Serenata rap, citano il famoso verso dell’Inferno ‘Amor, ch'a nullo amato amar perdona’, ma l’esempio calzante della versatilità metrica dell’opera di Dante lo ritroviamo nella canzone di Angelo Branduardi ascoltata durante la presentazione, il quale ha musicato il Canto XI del Paradiso per intero. Inoltre, molte band d’oltreoceano, soprattutto del genere metal, hanno tratto ispirazione dall’opera dantesca: i brasiliani Sepultura hanno dedicato un intero album all’opera del Sommo Poeta, Dante XXI’ (2006); i celebri Anthrax, invece, danno spazio a Dante nella loro discografia con le canzoni Howling Furies (Fistful of Metal, 1984) in cui vengono riprese le parole incise sulla porta dell’Inferno, e Medusa (Spreading the Disease, 1985), in cui si cita l’incontro di Dante con Medusa nel Canto VIII.




Perfino i videogiochi si sono ispirati al viaggio dantesco (Dante’s Inferno, 2010), per non parlare del mondo delle pubblicità, del quale De Luca mostra alcuni rapidi esempi.
Il debito nei confronti di Dante è dunque conclamato non solo in campo letterario, ma anche musicale, commerciale, videoludico, oltre che, naturalmente linguistico: basti pensare che il linguista Tullio de Mauro ha dimostrato che il nostro vocabolario fondamentale, cioè l’insieme di quelle parole che usiamo di più nella comunicazione quotidiana, si trova già formato all’80% nella Commedia.


Monica Melis

Team Erasmus+ La Dante di Anversa


SALUTO AI SOCI

Cari soci della Dante di Anversa,

in questi mesi noi tirocinanti Erasmus Plus Monica Melis, Manuela Caianiello e Federica Pinna stiamo collaborando con Emiliano a tante iniziative e progetti. Avremo occasione di chiacchierare e confrontarci negli appuntamenti delle prossime settimane, durante i quali tratterremo diversi temi, sempre nel segno della cultura e della lingua italiana e siamo certe che, seppure in via digitale, il nostro sarà un incontro entusiasmante e interessante. A presto!

Monica Melis, Manuela Caianiello e Federica Pinna


Ciao a tutti i soci della Dante di Anversa, sono Camilla, una delle studentesse del Team Erasmus+, è un piacere conoscervi!
Sono laureata in Lingue e culture per la mediazione linguistica e attualmente sto proseguendo i miei studi, frequentando un corso di laurea magistrale in Lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale. A differenza delle mie colleghe, a causa della pandemia ho deciso di iniziare il tirocinio a distanza, seguendovi dalla mia città natale: Cagliari. Spero di poter concludere la mia esperienza ad Anversa.
Quando mi si è prospettata la possibilità di scegliere un ente, in Europa, presso cui svolgere il tirocinio, La Dante Alighieri di Anversa ha subito attirato la mia attenzione per il suo prestigio internazionale e per il valore che riserva alla promozione della lingua e della cultura italiana. Credo che La Dante di Anversa sia un centro di eccellenza nel panorama europeo, molto attivo e con rinnovate proposte, con una prospettiva e dei valori che condivido e in cui mi riconosco. Tutto ciò è possibile grazie all’impegno e alla dedizione di Emiliano e di tutto il direttivo, ma anche grazie a voi soci, che siete davvero un bel gruppo e contribuite ad arricchire questa grande realtà.
Far parte di questo Comitato, anche se per un breve periodo, rappresenta per me una grande opportunità di crescita e formazione professionale, personale e culturale.
Un caro saluto e a presto.

Camilla Dore

martedì 27 aprile 2021

Presentazione di Miraggi (con l'autrice Elena Basile)


Sabato 17 aprile 2021
Presentazione della raccolta Miraggi a opera di Elena Basile

Sabato 17 aprile 2021 ha avuto luogo su Zoom la presentazione della raccolta di racconti brevi Miraggi, pubblicato da Castelvecchi, a opera di Elena Basile, diplomatica e Ambasciatrice della Repubblica italiana in Belgio fino al primo aprile scorso. L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione tra le sedi della Dante di Anversa, Lovanio e Hasselt con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles diretto da Paolo Sabbatini.

Durante l’incontro, moderato dalla professoressa Carmen Van del Bergh, co-fondatrice e presidente della Dante di Lovanio, Elena Basile si è presentata come scrittrice, mettendo volutamente in secondo piano il suo recente incarico di Ambasciatrice, lasciando che il dibattito si focalizzasse sulla sua opera e sulla sua passione: la scrittura. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di porre diverse domande all’autrice, dandole modo non solo di presentare la sua opera ma anche di far conoscere il suo stile personale, il suo rapporto con la scrittura e il suo punto di vista rispetto ai vari argomenti trattati nei racconti. Attraverso queste domande è stato possibile mettere in luce le parti dei racconti che hanno suscitato maggior interesse nei lettori; l’autrice ha avuto modo di chiarire dubbi e curiosità e raccontando ciò che rimane dietro le quinte di Miraggi.

Grazie alla domanda posta dalla moderatrice Carmen Van den Bergh, riguardante la scelta tra il discorso diretto e indiretto per la descrizione dell’immagine nei vari racconti, Elena Basile ha colto l’occasione per esprimere la sua personale opinione riguardo all’analisi del testo e al peso eccessivo che viene dato a questo aspetto durante le presentazioni dei libri. Secondo l’autrice, l’analisi del testo porta a tralasciare il contesto in cui un’opera viene scritta, mentre lei pensa che sia fondamentale conoscere il contesto storico, politico e sociologico in cui un’opera viene ideata e ciò su cui bisognerebbe focalizzarsi per comprendere un’opera è proprio il legame tra questi contesti e l’autore.


Le domande poste da Andrea De Luca, rappresentante dell’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles, danno modo all’autrice di chiarire quale sia il significato attribuito all’incontro, tema ricorrente nei racconti, e se questo tema sia un possibile filo conduttore della raccolta. La Basile afferma che a signoreggiare nella sua raccolta ci sia il senso di estraniamento costante subito dalle persone costrette a vivere in città diverse dalla propria; per queste persone l’incontro con gli estranei diventa un’occasione fondamentale per scoprire parti sconosciute del proprio essere, parti che sono difficili da far emergere nel contesto familiare e amicale. L’incontro è in questo senso scoperta degli altri ma anche di se stessi. L’incontro può essere un filo conduttore dei racconti, ma non è l’unico.

Infatti, grazie alla domanda posta da Camilla Dore, che chiede all’autrice quale sia il filo conduttore di Miraggi, scopriamo che a legare i vari racconti non c’è solo l’incontro, ma anche la malinconia e soprattutto le donne. Queste ultime sono infatti le protagoniste assolute dei racconti, accomunate da una condizione di disagio. Tuttavia, queste donne non sono rassegnate al loro stato d’animo, ma cercano sempre il modo di riscattarsi.




L’autrice rivela che ciò che ha voluto mettere in evidenza nei suoi racconti è la contraddizione tra intelletto ed emozione, i rapporti di forza tra uomini e donne e il contrasto tra la vita e la morte, oggetto della domanda posta da Monica Melis, a proposito di Uno strano sogno magiaro: da cosa scaturisce la scelta di mettere in contraddizione la vita e la morte in un luogo simbolo di dolore e atrocità come il museo dell’Olocausto? L’autrice afferma che proprio nel luogo dove si ritrovano i simboli di un’umanità che ha perso la sua fiducia nel bene, possa essere ritrovata la speranza nella vita.

La domanda di Manuela Caianiello, sul racconto Carcavelos Club, ha dato modo all’autrice di approfondire il discorso sul rapporto di forza tra uomini e donne e sulla difficoltà di comunicazione tra i due sessi. La Basile, attraverso la protagonista, si domanda se sia possibile eliminare il rapporto di forza che sussiste tra uomini e donne. Questo rapporto di forza tra uomo e donna si scontra con la razionalità e l’indipendenza della protagonista, la quale, anche in età avanzata, non riesce a stabilire un equilibrio tra il suo esser donna, razionale e colta e il rapporto d’amore e affetto che ha con il suo compagno, sottolineando così quanto questo rapporto di forza risulti difficile da gestire.



Non sono mancate le domande sullo stile adottato dall’autrice e sui suoi gusti letterali personali. Riguardo allo stile di scrittura adottato nei racconti, in risposta alla domanda posta da Monica Melis sul racconto
Il dottor A. è morto, l’autrice afferma che la scelta stilistica non è mai stata molto ragionata; i racconti sono stati scritti seguendo una sensazione, un impulso, un’intuizione, lasciando in secondo piano le strutture narrative consolidate.

Emiliano Biagio Manzillo, presidente della Dante di Anversa, ha invece chiesto all’autrice quale romanzo letterario italiano consiglierebbe ad un pubblico straniero per far conoscere la nostra cultura italiana. La rosa di nomi scelta dalla Basile spazia da Moravia a Sant’Agostino, da Buzzati alla contemporanea Ferrante. Tuttavia, ha ammesso di essere grande appassionata dei grandi autori russi, come Tolstoj e Dostoevskij.

L’ultima domanda, la più personale di tutte, è stata posta della presidente della Dante di Hasselt, Laura Minuscoli, la quale ha chiesto all’autrice quale fosse il significato che attribuisce al concetto di casa. La Basile afferma di sentirsi cittadina del mondo, di credere in una comunità trasversale corrispondente ad una patria dei valori. Grazie al suo lavoro ha avuto l’opportunità di conoscere diverse culture, diversi modi di vedere il mondo e concepirne i valori; ma nella diversità ha sempre trovato qualcosa che percepiva come familiare, riuscendo a trovare un po' di quello che tendiamo a definire casa con la C maiuscola.

Federica Pinna
Team Erasmus+ 2021 della Dante di Anversa






sabato 24 aprile 2021

Rachmaninov - O ne riday moy Paolo (Elisa Soster, soprano)

Donizetti - Il Conte Ugolino (Alberto Martínez, baritono)

Scrivendo la Divina Commedia Performance di Andrea Gavagnin


Video dell'esibizione di Andrea Gavagnin (contralto) e Manuela Bucher (viola medievale) in occasione del vernissage dell'edizione anversese dell'expo Scrivendo la Divina Commedia, di Paolo Sabbatini Rancidoro, con la collaborazione di Ermanno Tedeschi, realizzata ad Anversa in collaborazione con La Dante di Anversa e il centro culturale 't Werkhuys. La Divina Commedia contiene diversi riferimenti musicali, eppure questo affascinante aspetto non sempre viene preso in debita considerazione quando si parla del capolavoro di Dante. Andrea Gavagnin, guidato dal prof. Sabbatini, ha intrapreso una ricerca accurata dei canti presenti o citati nel testo, dandone un saggio lo scorso 20 marzo. il video presenta l'esibizione integrale dei musicisti e una breve introduzione ai criteri della ricerca a cura di Andrea Gavagnin.

Nouvellement traduit : les œuvres de Dante en traduction au fil de l’his...


Il prof. dr. Claudio Gigante, docente di Letteratura italiana presso l'ULB, presenta ai soci dell'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles il convegno "Nouvellement traduit : les œuvres de Dante en traduction au fil de l’histoire", che si terrà il 18 e il 19 novembre 2021 presso l'Université libre de Bruxelles (Maison des Arts, Avenue Jeanne 56, 1050 Bruxelles), organizzato da ULB in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. Interverranno: Tancredi Artico (FNRS – Université libre de Bruxelles); Craig Baker (Université libre de Bruxelles), Mattia Cavagna (Université de Louvain), Donatella Gagliardi (Università di Napoli “L’Orientale”); Claudio Gigante (Université libre de Bruxelles), Francesc Gómez (Universitat Autònoma de Barcelona); José Maria Micó (Universitat Pompeu Fabra), Francesco Montuori (Università di Napoli “Federico II”), Nicola Morato (Université de Liège), Paola Moreno (Université de Liège); Giovanni Palumbo (Université de Namur), Raffaele Pinto (Universitat de Barcelona), Thea Rimini (Université de Mons), Juan Miguel Valero (Universidad de Salamanca), Jean-Charles Vegliante (Université Sorbonne Nouvelle - Paris III) e Simone Ventura (Université Libre de Bruxelles). Riprese e montaggio di Emiliano Manzillo (La Dante di Anversa). #Dante700 #Dante2021 #UniversitèLibredeBruxelles #ULB

venerdì 16 aprile 2021

Intervista a Daniela Maniscalco, di Giacomo Di Tollo

 

L’invitata di oggi è Daniela Maniscalco, italiana residente in Lussemburgo, scrittrice e presidente del Comitato Dante Alighieri di Lussemburgo, con cui vogliamo discutere di una figura storica misteriosa che è stata oggetto di grande rivalutazione negli ultimi anni: Ildegarda da Bingen, mistica dal nome altisonante a cui Daniela ha dedicato un libro: Ildegarda e la ricetta della creatività, pubblicato da “Rueballu” edizioni. Ildegarda è una straordinaria figura dell’anno Mille. La sua condizione di monaca  le permise una libertà di espressione a tutti i livelli. Ildegarda è stata una scienziata, una profetessa, una musicista e tanto altro ancora. Era incredibilmente famosa, tanto da intrattenere corrispondenza con papi e imperatori del suo tempo. Sorprendentemente, è  stata dimenticata per secoli. Soltanto da pochi anni è stata riscoperta, le sue musiche sono state recuperate e incise, e vari artisti si sono ispirati a lei per film e canzoni. Ildegarda da Bingen componeva musica per le messe cantate dalle monache del suo convento, e per lei la musica era sacra, nel senso che era il veicolo più diretto per entrare in rapporto con Dio. Riteneva infatti che prima ancora di esprimersi parlando, l’uomo avesse cantato, e che il canto non fosse contaminato come invece era diventata la lingua. Iniziamo a discutere con Daniela di questa straordinaria figura di donna medievale,  e partiamo proprio dal suo rapporto con l’essere “donna”. Cosa vuoi dirci al riguardo Daniela?

“Allora, ti ringrazio intanto per questa domanda a cui mi piace molto rispondere. Ildegarda è stata sempre molto attenta a valorizzare il femminile senza però mettersi in pericolo. Era un’epoca quella, e un mondo, dove l’espressione femminile era spesso guardata con sospetto. E lei si era salvaguardata innanzitutto chiedendo al suo consigliere spirituale il permesso di poter scrivere e divulgare quello che scriveva, e poi (per precauzione) ribadendo spesso che lei non aveva studiato nulla, soprattutto per quanto riguarda la musica, e che tutto ciò che esprimeva le arrivava direttamente da Dio. In realtà noi oggi sappiamo che Ildegarda aveva studiato e sicuramente anche musica, come era consueto per la sua classe sociale. Ma per Ildegarda proferirsi umile e rozza – come diceva lei – era una sorta di assicurazione, un lasciapassare per potersi esprimere con libertà. E cos’era dunque il femminile per Ildegarda? Era una forza e un sapere antico. Il femminile, diceva, è il ventre che accoglie e che detiene il segreto del nostro sé e della natura divina."


Allora, mi trovo con il libro di Daniela tra le mani, Ildegarda e la ricetta della creatività, tra l’altro con una veste grafica molto bella, con delle stupende illustrazioni che lo rendono adatto a un pubblico di ragazzi, ma anche di adulti. Vero Daniela?

“Si, si, è stato definito come uno di quei libri che si possono leggere a tutte le età. Per me si è trattato di un grandissimo complimento perché nella sua semplicità il messaggio che volevo far passare è molto complesso. L’idea era quella di mettere una pulce nell’orecchio, instillare un dubbio, promuovere una curiosità sulla storia, per questo nel libro si parla del “libro delle storie dimenticate”. La protagonista trova questo libro delle storie dimenticate, da lì viene fuori Ildegarda e comincia tutta la storia. Purtroppo spesso non sappiamo nulla sulla storia delle donne che sono state presenti nei vari settori pubblici e culturali - forse non tantissime, ma neanche poche - e che magari al loro tempo sono state attive e famose. Ciononostante, non sono poi passate nella cernita fatta dai libri scolastici. Ed è un peccato perché la nostra percezione della storia sarebbe del tutto diversa se i libri di storia riportassero le storie degli uomini, unitamente a quelle delle donne.”



Daniela già ci ha detto che negli ultimi anni Ildegarda è stata oggetto di studi approfonditi ma anche dell’attenzione di artisti e intellettuali. Tra gli altri, il grande compositore britannico Hugh Colin Rice le ha dedicato le “Sequenze Hildegardensis”, Franco Battiato la fa intervenire nel suo film “Niente è come sembra” nel 2007 e Branduardi le ha dedicato l’intero album “Il Cammino dell’Anima”: tutto ciò a significare un’importanza crescente di Ildegarda. Vorrei chiedere a Daniela: perché Ildegarda è importante per te?

“Ildegarda per me è un esempio di coraggio, il coraggio di essere sé stessi, anche in un mondo in cui le circostanze sembrano essere del tutto avverse. Coraggio, inoltre, di fidarsi della propria creatività. Ildegarda comincia a esprimersi a 40 anni. Prima sentiva suoni, aveva visioni, vedeva immagini e colori, eppure non aveva mai osato esprimere tutto il suo mondo interiore. E se Ildegarda è riuscita a scrivere libri e a comporre musica a quell’età in un mondo estremamente ostile alle donne, e soprattutto a farsi ascoltare, ecco io trovo che questo sia un messaggio di speranza e di fiducia per tutti noi, specialmente in questo tormentato momento storico. Poi, non dimentichiamo che Ildegarda era anche una curatrice e che le sue idee erano molto moderne. Secondo lei la malattia era una rottura dell’armonia tra corpo, mente e spirito e di conseguenza la salute era una riconquista dell’equilibrio. Grazie al senso della giusta misura, secondo lei si poteva mantenere un corpo sano nutrendosi dei cibi giusti, badando a non  esagerare e restando consapevoli dei propri pensieri nell’ambito di un percorso spirituale. Poi, negli ultimi tempi si parla molto spesso del potere di guarigione della musica, che è un concetto molto antico. Oggi la musica è addirittura entrata nelle sale operatorie. È fresca la notizia che ad Ancona un bambino è stato operato al midollo spinale mentre il musicista Emiliano Toso suonava un pianoforte intonato a 434 Hz. Questo musicista ha deciso di cambiare la sua vita dedicandosi alla musica curativa, che è usata per patologie cronico-degenerative.”



Daniela, nel tuo libro si parla anche di “lingua ignota”: ci vuoi dire che cos’è?

“Nel libro c’è un momento in cui i protagonisti imparano questa -lingua ignota- e cominciano a utilizzarla per comunicare. È un altro degli aspetti molto affascinanti di Ildegarda, che ha creato una lingua artificiale di cui tuttora conosciamo poco e della quale abbiamo decifrato soltanto alcune parti. Perché Ildegarda l’abbia creata rimane tuttora un mistero. Forse per dare vita a una lingua universale che potesse avvicinare tutti gli uomini (e per questo è considerata la patrona degli esperantisti), oppure ciò faceva parte della sua ricerca della lingua pura, che era una forma di comunicazione non contaminata che avrebbe potuto avvicinare l’uomo a Dio. Ma comunque il mistero è morto con Ildegarda e purtroppo tuttora non abbiamo una spiegazione plausibile, ma soltanto delle ipotesi affascinanti.”



Grazie Daniela per questa interessante intervista su questo affascinante personaggio su cui c'è ancora moltissimo da scoprire.

Giacomo Di Tollo

martedì 13 aprile 2021

Vini biologici in Italia - con Luca Gatti

Mercoledì 14 aprileore 18.30 in Italia, ci sarà un bel webinar tenuto da Luca Gatti, nostro docente di Storia nel recente corso sul Medioevo in Italia.

Questa volta Luca Gatti parlerà di vino biologico, insieme a uno dei più grandi esperti di vino biologico dell'Umbria, Federico Bibi, della Cantina Terre Margaritelli.

Per ottenere il link di ZOOM basta prendere contatto con Luca e scrivergli a: lucagatti2010@gmail.com

E da mercoledì 21 aprile inizierà un nuovo ciclo di 5 appuntamenti dedicato a Roma!



Silvio Perrella: Dante e il Purgatorio


Seconda videolezione del ciclo "A proposito di Dante", approfondimenti sul Sommo Poeta secondo voci illustri della cultura italiana. È oggi il turno di Silvio Perrella, il quale c'illustra il Purgatorio di Dante secondo Le Goff e Mandel'stam. Video diretto, fotografato e montato da Giuliano Tomassacci. 

lunedì 12 aprile 2021

Giovedì 01/04/2021 - Conferenza del professor Claudio Serafini sul Canto VI dell’Inferno

La conferenza del professor Serafini, tenutasi online giovedì 1° aprile, ha trattato l’argomento dei golosi attraverso l’analisi del VI canto dell’Inferno della Divina Commedia, nel quale vengono appunto raccontate le punizioni inflitte a chi in vita si è macchiato del peccato di gola. La conferenza aveva lo scopo di concludere il ciclo di lezioni online tenute dal prof. Claudio Serafini sul rapporto fra cibo e letteratura, ciclo gentilmente offerto ai Comitati Dante di Anversa, Hasselt e Lovanio, dal prof. Paolo Sabbatini, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, a cui va il sentito ringraziamento dei soci.


Inizialmente il professore effettua una distinzione di senso tra l’aggettivo “goloso” riferito a una persona, ossia qualcuno che ama mangiare dolci e cibi prelibati, e “goloso” accostato invece a un cibo, al fine di indicare una pietanza gustosa, ghiotta, che sollecita la gola. Nella Divina Commedia si fa sempre riferimento al primo significato della parola, relativo dunque ai peccatori, poiché Dante ritiene i golosi come estremamente avidi e bramosi oltre ogni misura. Infatti, l’unica forma di fame concepita dal Sommo Poeta è quella per la conoscenza, mentre considera il desiderio eccessivo di cibo come un abbassamento della virtù umana.

Sull’argomento cibo, inoltre, viene citato da Serafini il Convivio di Dante, che riprende il modello del simposio platonico attraverso un metaforico banchetto al quale sono invitati tutti coloro che non hanno avuto accesso al sapere. Inoltre, degno di nota è il riferimento al ‘cibo degli angeli’ di quella mensa, un cibo immaginario e suggestivo ricco di significati metafisici.

Il discorso prosegue con un excursus sulla struttura della Divina Commedia e sull’importanza dei numeri nell’universo dantesco: in particolare il numero 3, come le cantiche, le terzine e la Trinità, il numero 21 e il numero 7, come i peccati capitali, appunto, per i quali si viene condannati.


Un aspetto sottolineato nella discussione è quello della rilevanza che venne data dai contemporanei alla Divina Commedia, in particolare alle punizioni alle quali venivano sottoposti i peccatori, tanto che l’opera venne intesa come un racconto realistico.
La descrizione della legge del contrappasso completa l’approfondimento del professor Serafini sulla Commedia, il quale, seppur brevemente, tocca tutti gli elementi necessari e più importanti per una comprensione degli argomenti della conferenza, anche per un pubblico digiuno di conoscenze dantesche. Viene infatti chiarito che la punizione infernale corrisponde al rovesciamento del peccato compiuto in vita, fino a raggiungere l’eccesso di quest’ultimo; segue l’illustrazione della punizione alla quale sono sottoposti i golosi, immersi nel fango e straziati da una pioggia incessante e dal latrato di Cerbero. Facendo riferimento al disprezzo di Dante per i golosi, viene citata l’altra categoria di dannati che è particolarmente odiata da Dante, ossia quella degli ignavi.

La lettura del canto VI da parte del professore, con la condivisione del testo sullo schermo, agevola i partecipanti nella comprensione dell’opera. Durante la lettura il professore si sofferma sull’incontro di Dante con Ciacco e sulla sua profezia sul destino politico di Firenze. Oltre al canto VI, viene chiamato in causa il canto XXIV del purgatorio, nel quale si parla ancora di cibo, in particolare di ‘anguille di Bolsena e la vernaccia’: di queste sarebbe stato ghiotto Papa Martino IV nella vita terrena, ghiottoneria che deve espiare col digiuno.



Infine, sono stati interessanti alcuni spezzoni di opere cinematografiche che trattano appunto di banchetti e di cibo: La grande abbuffata (1973), accostata ai golosi in quanto narra di quattro amici che decidono di mangiare fino a morire, e Il pranzo di Babette (1988), nel quale la prelibatezza del cibo, cucinato dalla protagonista in un gesto totalmente disinteressato, diviene motivo di gioia per i commensali.

                          


Un argomento che ha animato la discussione fra i partecipanti è stato quello dei disturbi alimentari che, soprattutto oggi, affliggono moltissime persone: anoressia, bulimia e obesità, per citarne alcuni. Il professore ha infatti posto il seguente quesito al suo pubblico: Dante avrebbe perdonato o condannato questi comportamenti nei confronti del cibo? A una domanda tanto interessante quanto complessa si potrà sicuramente dare una risposta, o almeno un tentativo, nello spazio di un’altra conferenza.

Monica Melis
Team Erasmus+ 2021 della Dante di Anversa

Durante Alighieri, detto Dante - Alessandro Barbero | Speciale 2021

La tomba di Dante - Meraviglie

martedì 6 aprile 2021

La Dante di Anversa su Repubblica, edizione palermitana

 Articolo di Irene Carmina apparso su "La Repubblica" (ed. Palermo)

Dancing Lights, Antonio Arcieri


Condividiamo il singolo di Antonio Arcieri, nostro ospite in occasione del tour europeo di TVATT.

Macrophylla :: Immigrants


Consigliamo l'ascolto di questo toccante brano di Macrophylla.

L'ultimo giorno di una mostra di successo a Borgerhout

Abbiamo smontato da poco tutti i materiali dell'expo "Scrivendo la Divina Commedia". Una sfida, visti i tempi e la situazione, ma anche un successo, grazie al sostegno dello staff di 't Werkhuys e a quello del prof. Sabbatini dell'IIC di Bruxelles.


In questi giorni abbiamo ricevuto un pubblico selezionato (non potevamo fare diversamente), con gel e mascherina (le abbiamo tolte solo per fare alcune foto, per il resto, siamo stati pedissequamente ligi alla normativa), e ricorderemo con piacere le visite di Cristina Albani, dei corsisti di Encora, dei vari soci della Dante affezionatissimi, del caro Carlo Cinque, di Alfonso Santagata dell'ENIT, di Leo Reijnders (Wolkenbreier), Joris Wouters, Elisa Soster e Alberto Martínez, e dell'assessore Ben van Duppen. E anche di tanti altri, che vorranno scusarmi l'incompletezza dell'elenco (ma nel nostro cuore ci siete tutti).



Lavorare con Evi del Werkhuys è stato molto piacevole, infatti anche aver conosciuto nuove associazioni amiche, è motivo di gioia, torneremmo volentieri!
E ovviamente, il supporto di mia moglie Ann, pedina della Dante che opera dietro le quinte, ma fondamentale per riuscire a realizzare le cose, non va di certo dimenticato.




Ma quali sono i tre motivi di gioia più grandi?
- Aver rivisto tanti soci e tanti studenti.
- Aver avuto il piacere di lavorare finalmente con Giulia Lazzara di Cinema Jolia e,
- aver subito capito che anche quest'anno ho un team Erasmus+ da competizione (per non dire da paura): Camilla, Federica, Manuela e Monica, quattro compagne di viaggio uniche, quattro certezze in questi giorni lunghi ma significativi, quattro raggi di sole nel grigiore di questa pandemia.



domenica 4 aprile 2021

Un caffè con Luca per un viaggio nel tempo - Impressioni sul corso di storia “Il Medioevo in Italia centrale”, a cura di Luca Gatti

Si è appena concluso il ciclo di lezioni di storia medievale tenute da Luca Gatti per i soci della Dante Alighieri di Anversa.

Il corso ha sapientemente concentrato in poche lezioni la storia dell’Italia centrale tra i secoli XIII e XIV, anni di grandi e importanti stravolgimenti politici ed economici non solo per la penisola italiana, ma per l’Europa tutta. Nel caso specifico dell’Italia centro-settentrionale, si assiste alla creazione dei Comuni, e quindi al passaggio da una forma politica che vedeva nel monarca la principale figura di riferimento ad una, quella del Comune, che invece lasciava spazio all’azione delle famiglie borghesi, sia in ambito economico, portando dunque alla diffusione del concetto assolutamente moderno di proprietà privata, sia in ambito politico, gettando le basi di un primordiale tipo di democrazia, che potremmo definire borghese ed elitaria.


Sono state poi affrontate le note ostilità tra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini che portarono a numerosi scontri e battaglie e che videro protagonisti alcune celebri figure della letteratura italiana, come Guido Cavalcanti e Dante Alighieri. Infine, è stato illustrato il passaggio dal Comune alla Signoria, focalizzandosi sulle storie di alcune delle città italiane più importanti del tempo, con un meritato approfondimento sul capoluogo umbro.


Luca Gatti, insegnante di lingua e letteratura italiana per stranieri nella sua amata Perugia, ha saputo condensare in pochi incontri gli eventi principali di quegli anni di grande fermento politico. Sempre chiaro e lineare nelle sue spiegazioni, Luca ha fornito interessanti spunti di riflessione per gli allievi e soci della Dante, che incuriositi dalla storia e dalla cultura italiana hanno partecipato attivamente alle lezioni, interagendo con domande, richieste di approfondimento e di curiosità che Luca ha sempre soddisfatto con piacere e gratitudine. A Luca va inoltre riconosciuto il merito di aver saputo schematizzare e semplificare un periodo così ricco di eventi e personaggi storici, definendo chiaramente le cause dei macro-eventi e le conseguenze di ogni azione politica fondamentale.


Particolare attenzione merita la saggia scelta di sfruttare il ricchissimo patrimonio artistico italiano per meglio rappresentare un’epoca decisamente lontana dalla nostra contemporaneità. Dunque, grazie a Luca, abbiamo potuto apprezzare le abilità pittoriche, scultoree, architettoniche dei più importanti artisti del passato che sono ancora oggi, o meglio soprattutto per noi, preziosa fonte di testimonianza. Ha saputo trasmettere la sua grande passione per la storia a tutti noi partecipanti, risvegliando al contempo anche la nostra voglia di viaggiare e scoprire la cultura del passato grazie all’arte.  

Sperando di poterci rincontrare tutti in Piazza IV Novembre, a Perugia, per Un caffè con Luca.

                                                                                                                    

Manuela Caianiello

                                                                                              La Dante di Anversa, Erasmus+ Team 2021

sabato 3 aprile 2021

Antonio Saccone: Dante letto da Calvino


Lezione per i soci della Dante di Anversa su Dante letto da Italo Calvino, del professor Antonio Saccone della Federico II di Napoli. Il prof. Saccone è autore di diversi saggi e ricerche, ha all'attivo vari libri, tra i quali ricordiamo il recente «Secolo che ci squarti…secolo che ci incanti». Studi sulla tradizione del moderno, Roma, Salerno Editrice, 2019 Regia, fotografia e montaggio di Giuliano Tomassacci. Ideato da Emiliano Biagio Manzillo e prodotto dalla Società Dante Alighieri di Anversa, con il sostegno dell'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles e dell'Università di Anversa. Un ringraziamento sentito ai professori Rosario Gennaro (UA), Andrea Mazzucchi (Federico II di Napoli) e Paolo Sabbatini dell'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles per il sostegno al progetto.