Pagine

venerdì 27 giugno 2025

La nostra collaborazione con Wildgroei, Guit-Art e Drawing Dante

Qualcuno lo avrà notato già da qualche precedente post sui social de La Dante di Anversa, e agli altri lo facciamo sapere ora: La Dante di Anversa ha in atto una bella collaborazione con il centro diurno per disabili adulti De Zonnebloemen, patrocinato dall'associazione De Vijver. All'interno di questo centro sito nella frazione di Deurne, c'è il laboratorio artistico Wildgroei, una vera e propria fucina di creatività e di colore, in cui si realizzano opere pittoriche e in legno estremamente originali.

Assieme a Wildgroei, con il patrocinio di Districtshuis Deurne, La Dante di anversa porterà ad Anversa la mostra ideata da Comicon Napoli "Drawing Dante", dai primi di novembre e i primi di dicembre del 2025, presso la galleria Zijvleugels Districtshuis Deurne.

E stiamo già facendo tante belle cose insieme: abbiamo conosciuto meglio i "mostri" di Dante (aiutandoci con il meraviglioso volume di Mirko Volpi, Lara Vaioli e Giacomo Guccinelli, I mostri di Dante, appunto), abbiamo tenuto lezioni d'italiano (ma quanto è difficile pronunciare -GL!) e presto realizziamo anche un workshop di cucina (con la parmigiana di melanzane dorate e fritte...aumma!).


E non solo: abbiamo anche avuto il privilegio di partecipare attivamente al vernissage della mostra GUIT-ART di Hobo e Wildgroei-De Vijver (dove Hobo è il nostro caro amico Johan Loisen, storica figura del blues ad Anversa e dintorni), al momento visitabile presso la galleria Overloop Elan nella Sint-Michielskaai 19 ad Anversa.


Una mostra di chitarre molto "singolari" partorite dalla fantasia degli ospiti del centro e da quella del musicista di origini limburghesi. E c'eravamo anche noi de La Dante. E che dire: normalmente, in una galleria d'arte contemporanea, si vedono sempre e solo alcune categorie di persone. Stavolta, visto il valore sociale dell'evento, c'era davvero il mix di culture e fasce sociali che costituisce una moderna città. Che spettacolo, e che soddisfazione aver potuto aiutare. e perciò, in attesa di Drawing Dante, andate a vedere la mostra Guit-Art, è visitabile fino al 12 luglio!

Sommigen zullen het al opgemerkt hebben in een eerdere post op de sociale media van La Dante di Anversa en voor de anderen maken we het nu bekend: La Dante di Anversa heeft een mooie samenwerking met het dagcentrum voor volwassenen met een beperking De Zonnebloemen, gesteund door de vereniging De Vijver. In dit centrum in de district Deurne bevindt zich het kunstatelier Wildgroei, een ware smeltkroes van creativiteit en kleur, waar uiterst originele schilderijen en houten kunstwerken worden gemaakt.

 Samen met Wildgroei en onder auspiciën van Districtshuis Deurne brengt La Dante de door Comicon Napoli bedachte tentoonstelling “Drawing Dante” naar Antwerpen, van begin november tot begin december 2025, in de galerie Zijvleugels Districtshuis Deurne. 

En we doen al veel mooie dingen samen: we hebben de “monsters” van Dante beter leren kennen (met behulp van het prachtige boek van Mirko Volpi, Lara Vaioli en Giacomo Guccinelli, I mostri di Dante), we hebben Italiaanse lessen gegeven (wat is het moeilijk om -GL uit te spreken!) en binnenkort organiseren we ook een kookworkshop (parmigiana met gepaneerde en gefrituurde aubergines... aumma!).

En dat niet alleen: we hadden ook het voorrecht om actief deel te nemen aan de vernissage van de tentoonstelling GUIT-ART van Hobo en Wildgroei-De Vijver (waarbij Hobo onze dierbare vriend Johan Loisen is, een historische figuur in de blues in Antwerpen en omgeving), die momenteel te bezichtigen is in de galerie Overloop Elan in de Sint-Michielskaai 19 in Antwerpen.

Een tentoonstelling van zeer “bijzondere” gitaren, voortgekomen uit de fantasie van de gasten van het centrum en die van de muzikant van Limburgse afkomst. En wij van La Dante waren er ook bij. En wat kunnen we zeggen: normaal gesproken zie je in een galerie voor hedendaagse kunst altijd maar een bepaald soort mensen. Gezien de sociale waarde van het evenement was er deze keer echt een mix van culturen en sociale groepen die een moderne stad vormen. Wat een spektakel, en wat een voldoening dat we hebben kunnen helpen. Dus, in afwachting van Drawing Dante, ga naar de tentoonstelling Guit-Art, die tot 12 juli te bezichtigen is!

Un pomeriggio italiano alla Klappei

Come di consuetudine, il sabato 14 giugno, eravamo nella Klappei per la proiezione Made in Italy @ Klappei. Stavolta, è stato un po' speciale, perché invece di un film o un documentario, abbiamo proiettato tre cortometraggi muti e un documentario del nostro ex-tirocinante Erasmus+, Erminio Tota, I sentieri dell’arte.

Un pomeriggio vario in cui, dopo aver visto il documentario e i corti, abbiamo dialogato, in sala e nel foyer, con il regista, Erminio Tota, appunto, e con Emiliano Manzillo, la cui specializzazione negli studi è proprio nel Cinema delle origini.

I cortometraggi muti hanno presentato al pubblico della Dante la figura di Luigi Maggi, pioniere del cinema delle origini e precursore del moderno cinema di fantascienza.

Si è proiettato in quest'ordine:

·         Nerone, di Luigi Maggi, Italia 1909, 12’

·         Galileo Galilei, di Arturo Ambrosio e Luigi Maggi, Italia 1909, 9’

·         Il tamburino sardo, di Umberto Paradisi, Italia 1911, 12’

·         I sentieri dell’arte, di Erminio Tota, Italia 2024, 39’.

Complimenti a Erminio, che nel suo documentario I sentieri dell’arte, ha saputo far raccontare a sette giovanissimi/e artisti/e, il proprio percorso di formazione, le loro passioni e le medesime paure, il tutto mentre realizzavano opere d’arte contemporanea.
Il documentario è piaciuto molto e dunque, aspettiamo di vederne un altro, forza Erminio!







Il contributo delle nostre Erasmus+ Angela Mangiacotti e Michela Puzoni

Le nostre studentesse Erasmus+ Angela Mangiacotti (Università di Foggia) e Michela Puzoni (DAMS Bologna), hanno concluso in questi giorni il loro periodo di tirocinio presso La Dante di Anversa. Hanno dato un bel contributo alla catalogazione dei libri in biblioteca, hanno contribuito con entusiasmo alla nascita del canale TikTok de La Dante di Anversa, hanno animato il bar della Klappei durante le proiezioni di Made in Italy; hanno assistito Giulia Colombo, Cristina Albani ed Emiliano Manzillo nelle loro lezioni alla Dante e nei centri d'istruzione per adulti dove regolarmente insegnano l'italiano.

È stato un piacere davvero trascorrere del tempo con loro, e le salutiamo augurando loro il meglio possibile. E noi soci, ricorderemo la loro bella, doppia conferenza di giugno all'Università di Anversa. Ci hanno infatti parlato, la sera del 12 giugno scorso, dei castelli federiciani in Puglia e di un'importante corrente cinematografica italiana, il Neorealismo.

 Angela Mangiacotti ci ha parlato nel dettaglio dell'importanza di Federico II, lo stupor mundi, che tante testimonianze ha lasciato in Puglia e Basilicata. Analizzando il sistema e lo stile dei castelli federiciani in queste due regioni, abbiamo una volta di più potuto cogliere la grandezza di quel sovrano a cui il Mezzogiorno tanto deve. Angela ha arricchito la presentazione con diversi elementi storici e fotografici, non lesinando qualche leggenda, per suscitare la curiosità dell'ascoltatore, davvero un bel viaggio nel tempo e nello spazio.

Michela Puzoni ci ha poi parlato di uno dei suoi generi cinematografici preferiti, che si sviluppa in un contesto storico nevralgico dell'Italia moderna, il Neorealismo, corrente in grado di far man bassa di premi ai festival, eppur severamente osteggiata dalla politica del tempo. Tramite l'analisi di alcuni film chiave, come Ossessione, Ladri di Biciclette e Paisà, Michela ci ha ricordato la spinta innovativa di questo genere che ancora oggi, nonostante tutto, rappresenta l'Italia nel Cinema e ha influenzato, e ancora influenza, schiere di registi.

 



La Dante di Anversa augura ad Angela e Michela un buon viaggio di ritorno in Italia e ringrazia del contributo dato all'associazione.


Stemmen / Voix / Voci in de Klappei

Giovedì 19 giugno, presso il foyer della Filmhuis Klappei di Anversa (Klappeistraat 2, 2040 Anversa), i membri de La Dante di Anversa hanno potuto assistere alla presentazione di Stemmen / Voix / Voci, pubblicato da Raffaelli Editore.

Il libro raccoglie una selezione di poesie di Herman Dirk van de Dodeweerd, noto con lo pseudonimo “Armando”, proposte in un’edizione trilingue: neerlandese-francese-italiano. Si tratta di un evento significativo, poiché è la prima volta che l’opera poetica di Armando viene tradotta in italiano e una delle primissime anche in lingua francese.

 Alla presentazione sono intervenuti i due traduttori del volume: la professoressa Marie Jadot (Università di Liegi), studiosa di Armando e attiva da poco nel campo della traduzione letteraria, e il professor Franco Paris (Università “L’Orientale” di Napoli), uno dei traduttori più richiesti e di lunga esperienza, nonché membro dell’Accademia Reale delle Lettere di Fiandra, il quale si è avvicinato alla poesia di Armando proprio grazie a questo progetto.


 

I relatori, moderati dal presidente de La Dante di Anversa Emiliano Manzillo, hanno illustrato il loro metodo di lavoro, basato su un approccio comparativo tra le due lingue di arrivo. Ciascuno ha messo a disposizione la propria competenza linguistica per sostenere l’altro nella revisione e nella resa dei testi nella rispettiva lingua madre. Questa collaborazione è stata resa possibile dal fatto che entrambi conoscono e parlano sia il francese sia l’italiano.

L’incontro si è aperto con un’introduzione al contesto storico e culturale in cui Armando ha vissuto e operato. È stato evidenziato come l’ambiente che lo ha circondato abbia avuto un ruolo decisivo nella formazione della sua voce poetica. A seguire, sono state lette alcune poesie tratte dal volume e analizzate nel dettaglio. I traduttori hanno spiegato le scelte compiute durante il processo traduttivo, soffermandosi su difficoltà linguistiche, ambiguità testuali e sul tentativo di restituire la musicalità originale dei versi. La musicalità, infatti, è un aspetto centrale nella scrittura di Armando, che nella sua vita è stato anche violinista.

La presentazione è stata accompagnata da supporti multimediali che hanno aiutato il pubblico a seguire meglio i testi e le traduzioni. Inoltre, sono stati proiettati alcuni dipinti dell’autore, a testimonianza della sua attività anche nel campo delle arti visive.

L’iniziativa ha offerto un’occasione preziosa per approfondire l’opera di un autore ancora poco conosciuto fuori dai Paesi Bassi, ma di grande valore artistico e umano.

Francesco Vecchio, tirocinante Erasmus dall'Università di Trieste


Op donderdag 19 juni vond in de foyer van Filmhuis Klappei in Antwerpen (Klappeistraat 2, 2040 Antwerpen) de presentatie plaats van Stemmen / Voix / Voci, uitgegeven door Raffaelli Editore. Leden van La Dante di Anversa waren hierbij aanwezig.

Het boek bevat een selectie van gedichten van Herman Dirk van de Dodeweerd, beter bekend onder het pseudoniem ‘Armando’. De bundel verschijnt in een drietalige editie: Nederlands-Frans-Italiaans. Het is een bijzondere gebeurtenis, want het is de eerste keer dat Armando’s poëzie in het Italiaans is vertaald, en een van de allereerste keren ook in het Frans.

 Tijdens de presentatie kwamen beide vertalers van het boek aan het woord: professor Marie Jadot (Universiteit van Luik), een kenner van Armando die recent ook actief is in literaire vertaling, en professor Franco Paris (Universiteit ‘L’Orientale’ van Napels), een ervaren vertaler -lid van de Koninklijke Academie voor Nederlandse Taal- en Letterkunde, die Armando’s werk via dit project heeft leren kennen.

Onder leiding van Emiliano Manzillo, voorzitter van La Dante di Anversa, vertelden de sprekers over hun werkwijze, gebaseerd op een vergelijkende aanpak tussen de twee doeltalen. Beiden zetten hun taalkennis in om elkaars werk te ondersteunen en de teksten in hun moedertaal zo goed mogelijk weer te geven. Deze samenwerking was mogelijk doordat ze zowel Frans als Italiaans beheersen.

De bijeenkomst begon met een introductie over de historische en culturele context waarin Armando leefde en werkte. Daarbij werd benadrukt hoe belangrijk zijn omgeving is geweest voor het ontstaan van zijn poëtische stem.

Daarna werden enkele gedichten uit de bundel voorgelezen en besproken. De vertalers lichtten hun keuzes toe, gingen in op taalkundige uitdagingen, tekstuele dubbelzinnigheden en hun poging om de oorspronkelijke muzikaliteit van de verzen te behouden. Die muzikaliteit is een essentieel aspect van Armando’s stijl: hij was immers ook violist.

De presentatie werd ondersteund met beeldmateriaal, zodat het publiek de teksten en vertalingen beter kon volgen. Ook werden enkele schilderijen van Armando getoond, als bewijs van zijn werk in de beeldende kunst.

Het evenement bood een mooie gelegenheid om kennis te maken met het werk van een auteur die buiten Nederland nog weinig bekend is, maar een grote artistieke en menselijke waarde heeft.


Vertaling van Laura Andreuzzi en Roberta Tormena, Erasmus uit Universiteit van Triëst

lunedì 16 giugno 2025

Verslag van de lezing ‘Hugo Claus, literatuur en film. Multimediale kunst tussen markt en innovatie’ door Emiliano Manzillo, voorzitter van La Dante di Anversa

Op 22 mei gaf onze voorzitter Emiliano Manzillo een lezing op de Stadscampus van de Universiteit Antwerpen, met als titel ‘Hugo Claus, literatuur en film. Multimediale kunst tussen markt en innovatie’. De bijeenkomst stond in het teken van de veelzijdige figuur van Hugo Claus, algemeen beschouwd als een van de belangrijkste Belgische auteurs van de twintigste eeuw. Claus was dichter, romanschrijver, toneelschrijver, schilder, regisseur en scenarist: een veelzijdig kunstenaar die altijd bleef experimenteren. Manzillo beschreef Claus als een auteur die verschillende tijdperken en vormen wist te doorkruisen, met een voortdurend kritisch oog op de maatschappij.


Een centraal deel van de lezing ging over Claus’ prozawerk, met bijzondere aandacht voor de roman Het verdriet van België, algemeen beschouwd als zijn meesterwerk. Manzillo legde uit hoe Claus gebruik maakte van complexe verteltechnieken zoals flashbacks en tijdsprongen, in een stijl beïnvloed door Faulkner, met veel aandacht voor de innerlijke wereld van de personages. De roman vertelt de geschiedenis van België door de ogen van een jongen, Louis Seynaeve, die opgroeit tijdens de Tweede Wereldoorlog, in een benauwende omgeving, gedomineerd door religie en Vlaams-nationalisme. Het boek is een reflectie op geheugen, identiteit en de hypocrisie van de Belgische samenleving in die tijd.

Daarna ging Manzillo in op de band tussen Claus en film. In de jaren ’50 en ’60 werkte Claus samen met de Nederlandse regisseur Fons Rademakers, onder andere aan verfilmingen van Het mes en De dans van de reiger. Claus schreef niet alleen scenario’s, maar zocht naar een echte vertaling van woord naar beeld, tussen literatuur en filmtaal. In die zin liep hij vooruit op een ‘multimediale’ benadering van kunst, waarin grenzen tussen genres vervagen.


De lezing belichtte ook de relatie tussen Claus’ werk en de sociale en culturele context waarin hij leefde. Claus was altijd een onafhankelijke denker, kritisch tegenover kerkelijke macht en opgelegde nationale identiteit. In zijn werk staan het lichaam, verlangen en individuele vrijheid centraal. Zijn dood door euthanasie in 2008 bracht een maatschappelijk debat op gang in België, wat nogmaals zijn rol als invloedrijk, maar controversieel figuur bevestigde.


Tot slot, stond Manzillo stil bij de manier waarop Claus de spanning tussen kunst en markt benaderde. Ondanks zijn bekendheid, weigerde hij zich aan te passen aan commerciële logica. Zijn oeuvre blijft een voorbeeld van artistieke integriteit en voortdurende vernieuwing. De lezing bood een rijk maar toegankelijk portret van Hugo Claus, als een nog steeds actuele auteur, die met kracht en visie lezers en kijkers van vandaag weet te raken.

Vertaling van Benedetta Tormena, Francesco Vecchio en Laura Andreuzzi, Erasmus uit UMITS

Relazione sulla conferenza “Hugo Claus, letteratura e cinema. L’arte multimediale tra mercato e innovazione” di Emiliano Manzillo, presidente de La Dante di Anversa

Il 22 maggio, presso lo Stadscampus dell’Università di Anversa, il nostro presidente Emiliano Manzillo ha tenuto una conferenza intitolata “Hugo Claus, letteratura e cinema. L’arte multimediale tra mercato e innovazione”. L’incontro si è concentrato sulla figura complessa di Hugo Claus, annoverato tra i più importanti autori belgi del Novecento. Claus è stato poeta, romanziere, drammaturgo, pittore, regista e sceneggiatore: un artista poliedrico, che ha lavorato in più ambiti senza mai rinunciare alla sperimentazione. Manzillo ha descritto Claus come un autore capace di attraversare epoche e linguaggi diversi, mantenendo sempre uno sguardo critico verso la società.


Una parte centrale della conferenza è stata dedicata alla produzione narrativa, in particolare al romanzo Het verdriet van België (La sofferenza del Belgio), ritenuto il suo capolavoro. Manzillo ha illustrato come Claus abbia usato tecniche narrative complesse, come il flashback e i salti temporali, in uno stile ispirato a Faulkner, con una forte attenzione alla soggettività dei personaggi. Claus racconta la storia del Belgio attraverso la vita di un ragazzo, Louis Seynaeve, che cresce durante la Seconda Guerra mondiale, in un ambiente oppressivo, dominato dalla religione e dal nazionalismo fiammingo. Il romanzo è una riflessione sulla memoria, sull’identità e sull’ipocrisia della società belga del tempo.

Manzillo ha poi analizzato il rapporto di Claus con il cinema. Negli anni ’50 e ’60, collaborò con il regista olandese Fons Rademakers per portare sullo schermo storie tratte da romanzi, tra cui Het mes e De dans van de reiger. Claus non si limitava a scrivere sceneggiature: cercava una vera e propria forma di traduzione tra parola e immagine, tra letteratura e linguaggio cinematografico. In questo senso, l’autore anticipava una visione “multimediale” dell’arte, capace di superare le barriere tra i generi.

 

La conferenza ha anche messo in luce il legame tra l’opera di Claus e il contesto sociale e culturale in cui ha vissuto. Claus fu sempre un intellettuale indipendente, contrario all’autorità della Chiesa e critico verso l’identità nazionale imposta. Nei suoi testi, il corpo, il desiderio e la libertà individuale hanno un ruolo centrale. La sua morte, avvenuta per eutanasia nel 2008, ha aperto un dibattito pubblico in Belgio, confermando il suo ruolo di figura scomoda ma fondamentale nel panorama culturale europeo.

Infine, Manzillo ha riflettuto sul modo in cui Claus ha saputo affrontare la tensione tra arte e mercato. Pur essendo molto noto e riconosciuto, non ha mai ceduto alle logiche del consumo culturale. La sua opera resta un esempio di resistenza artistica e di innovazione continua. La conferenza ha offerto una lettura ricca ma accessibile di Hugo Claus, proponendolo come autore ancora attuale, capace di parlare a lettori e spettatori di oggi con la forza della sua visione e della sua scrittura.


Articolo di Francesco Vecchio e Laura Andreuzzi, Tirocinanti Erasmus dall'Università di Trieste


lunedì 9 giugno 2025

In attesa della presentazione di Stemmen/Voix/Voci

In attesa di accogliere i professori Franco Paris e Marie Jadot per la presentazione della traduzione in italiano e francese delle poesie di Armando, ecco qui l'estratto audio della conferenza del prof. Paris su Claus e Pasolini (in nederlandese), tenuta il 29/06/2023 per La Dante di Anversa presso CVO Encora.

Audio conferenza Claus e Pasolini

martedì 3 giugno 2025

Circolo dei lettori del 31/05: L'età fragile

Sabato 31 maggio si è tenuto un nuovo incontro del Circolo dei lettori della Dante di Anversa, nella stimolante atmosfera della libreria De Groene Waterman.

Protagonista della discussione è stato L’età fragile, l’ultimo romanzo di Donatella Dipietrantonio, autrice già apprezzata per L’Arminuta e Borgo Sud, in cui ha dimostrato una grande sensibilità nell’indagare i legami affettivi e le sfumature emotive più sottili.


L’età fragile affronta il tema della vulnerabilità umana, intrecciandolo a quello della maternità, del trauma e della memoria. Al centro del racconto c’è Lucia, donna di mezza età, che si ritrova ad affrontare il ritorno improvviso e silenzioso della figlia Amanda e il ricordo di un delitto avvenuto trent’anni prima in un campeggio di famiglia. Un passato che riaffiora, in un romanzo che non cerca risposte facili ma accompagna il lettore nei territori complessi del non detto. La scrittura della Di Pietrantonio ha colpito i partecipanti per la sua capacità di suggerire più che dichiarare, lasciando spazio al lettore per interpretare i silenzi e i vuoti tra le righe.

 


Tra i temi emersi durante la discussione troviamo in primo luogo il significato di età fragile: quale sarebbe davvero l’età fragile? L’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia? Il gruppo ha condiviso l’idea che la fragilità non appartenga a una fase specifica della vita, ma possa attraversare ogni età, in forme e momenti diversi. Si è passato poi al ruolo della famiglia: la famiglia è emersa come nodo centrale della narrazione. Un luogo che può essere rifugio ma anche spazio di dolore, silenzi e distanze emotive.


I rapporti descritti dalla Dipietrantonio, spesso segnati da incomunicabilità e tensioni, hanno stimolato un confronto aperto su aspettative, responsabilità e affetti familiari. Ma uno degli spunti più interessanti è stato il paradosso legato agli spazi narrativi. Da un lato, la montagna e il bosco, solitamente considerati ambienti protettivi e rassicuranti; dall’altro, il mare, simbolo di incertezza e pericolo. Eppure, il romanzo rovescia queste aspettative: l’omicidio si consuma proprio nel bosco, luogo ritenuto sicuro, familiare. Questo ribaltamento ha dato vita a una riflessione sulla percezione della sicurezza e su quanto sia instabile il confine tra ciò che ci fa sentire al sicuro e ciò che, invece, potrebbe tradirci.


L'incontro è stato molto interessante, con una partecipazione attiva e tante opinioni stimolanti, un piacevole momento di condivisione, di quelli in cui le storie si intrecciano alle nostre voci, e ne escono scambi sinceri e idee vive.

Angela Mangiacotti, tirocinante Erasmus+ 2025 presso La Dante di Anversa

lunedì 2 giugno 2025

Ennio, una recensione / een recensie

 

ENNIO – Il documentario su Ennio Morricone

Lo scorso sabato 10 maggio, alla Filmhuis Klappei di Anversa, è stato proiettato il film Ennio (2021), diretto da Giuseppe Tornatore. Si tratta di un documentario dedicato alla figura di Ennio Morricone, il celebre compositore italiano che ha ridefinito i canoni della musica orchestrale nel cinema contemporaneo.

Attraverso un mix di interviste, materiali d’archivio, spezzoni cinematografici e registrazioni di concerti, Tornatore costruisce un ritratto intimo, profondo e al tempo stesso monumentale di Morricone, suo vecchio amico e collaboratore di lunga data. Il film ripercorre l’intera carriera dell’artista: dagli esordi come giovane trombettista diplomato al Conservatorio, fino al riconoscimento internazionale come uno dei più influenti e prolifici compositori del Novecento. Lungo il suo percorso artistico e personale si svelano anche tensioni, aneddoti e conflitti che hanno segnato profondamente la sua evoluzione musicale.

Morricone stesso si racconta con una sincerità sorprendente, rivelando le proprie fragilità, le insicurezze e i dubbi che non lo hanno mai abbandonato: il complesso rapporto con il maestro Goffredo Petrassi, il senso di colpa per aver "tradito" la musica classica a favore di quella per il cinema, i momenti in cui ha persino pensato di rinunciare a tutto. Apprendere la sua storia direttamente dalla sua voce dà la sensazione di ascoltare il racconto affettuoso di un nonno o di un vecchio amico che, con un tono ironico e commovente, condivide i ricordi e le intuizioni che lo hanno portato a creare alcune delle colonne sonore più iconiche della storia del cinema.

Accanto alla testimonianza di Morricone, si alternano le voci di altri artisti e registi internazionali (da Bernardo Bertolucci a Clint Eastwood, da Quentin Tarantino a Bruce Springsteen) che celebrano il suo genio, la sua unicità e l’influenza duratura. La struttura narrativa del film non è lineare ma riflette perfettamente la natura stessa dell’universo creativo di Ennio Morricone: complesso ma accessibile, intellettuale ed emotivo, capace di tenere insieme linguaggi anche molto diversi tra loro. Tornatore adotta un ritmo incalzante, quasi musicale: in questo modo la narrazione sembra seguire la stessa logica dinamica e imprevedibile delle composizioni del Maestro.

Non si tratta, dunque, di un semplice documentario cronologico (come a prima vista potrebbe sembrare) ma di una vera e propria partitura visiva: un montaggio polifonico, in cui più voci autonome si intrecciano simultaneamente. Interviste, filmati d’epoca, scene di film, riflessioni personali e sequenze musicali sembrano dialogare tra loro come strumenti in un’orchestra, costruendo un ritratto corale che rispecchia la profondità, la contraddizione e la ricchezza interiore del compositore italiano. A tenere insieme questa struttura “a mosaico” è la voce dello stesso Morricone, che funge da filo conduttore e umanizza la narrazione, conferendo originalità al racconto. Grazie a questo tipo di costruzione narrativa e all’uso di un montaggio rapido, lo spettatore viene totalmente catapultato all'interno della mente contorta e raffinata dell'artista, un vero genio con una passione instancabile.

Ennio non è soltanto un documentario: è un’opera cinematografica a tutti gli effetti, capace di emozionare, istruire e far riflettere. È un atto d’amore verso uno dei più grandi artisti musicali del secolo scorso, che lascia in chi guarda la sensazione preziosa di aver conosciuto, un po’ più da vicino, il mistero di un talento irripetibile.

                                                                          Michela Puzoni, tirocinante Erasmus+ presso La Dante di Anversa 2025


Ennio – De documentaire over Ennio Morricone

Afgelopen zaterdag, 10 mei, werd de film Ennio (2021), geregisseerd door Giuseppe Tornatore, vertoond in het Filmhuis Klappei in Antwerpen. Het is een documentaire gewijd aan de figuur van Ennio Morricone, de beroemde Italiaanse componist die de canons van orkestrale muziek in de hedendaagse cinema herdefinieerde.

Door een mix van interviews, archiefmateriaal, filmfragmenten en concertopnames vormt Tornatore een intiem, diepgaand en tegelijkertijd monumentaal portret van Morricone, zijn oude vriend en langdurige medewerker. De film volgt de hele carrière van de artiest: van zijn begin als jonge trompettist afgestudeerd aan het Conservatorium tot zijn internationale erkenning als een van de meest invloedrijke en productieve componisten van de 20e eeuw. Tijdens zijn artistieke en persoonlijke reis worden ook spanningen, anekdotes en conflicten onthuld die zijn muzikale evolutie diepgaand hebben getekend.

Morricone zelf vertelt zijn verhaal met verrassende eerlijkheid en onthult zijn eigen zwakheden, onzekerheden en twijfels die hem nooit hebben verlaten: zijn complexe relatie met maestro Goffredo Petrassi, zijn schuldgevoel omdat hij de klassieke muziek heeft ‘verraden’ ten gunste van filmmuziek, de momenten waarop hij er zelfs aan dacht om alles op te geven. Als je zijn verhaal rechtstreeks van zijn stem hoort, krijg je het gevoel dat je luistert naar het liefdevolle verhaal van een grootvader of een oude vriend die, op een ironische en ontroerende toon, de herinneringen en inzichten deelt die hem ertoe brachten om enkele van de meest iconische soundtracks in de filmgeschiedenis te maken.

Naast de getuigenis van Morricone zijn er stemmen van andere internationale artiesten en regisseurs (van Bernardo Bertolucci tot Clint Eastwood, van Quentin Tarantino tot Bruce Springsteen) die zijn genialiteit, uniciteit en blijvende invloed vieren. De vertelstructuur van de film is niet lineair, maar weerspiegelt perfect het creatieve universum van Ennio Morricone: complex en toch toegankelijk, intellectueel en emotioneel, in staat om zeer verschillende talen samen te houden. Tornatore gebruikt een druk, bijna muzikaal ritme: op deze manier lijkt het verhaal dezelfde dynamische en onvoorspelbare logica te volgen als de composities van de Maestro.

Dit is dan ook geen eenvoudige chronologische documentaire (zoals het op het eerste zicht lijkt), maar een echte visuele partituur: een ‘polyfone’ montage waarin verschillende autonome stemmen tegelijkertijd in elkaar overlopen. Interviews, historische opnamen, filmscènes, persoonlijke reflecties en muzikale sequenties lijken met elkaar in dialoog te gaan als instrumenten in een orkest en bouwen zo aan een koorportret dat de diepte, tegenstrijdigheid en innerlijke rijkdom van de Italiaanse componist weerspiegelt. De stem van Morricone zelf houdt deze 'mozaïek'-structuur bij elkaar en fungeert als een rode draad die het verhaal vermenselijkt en originaliteit verleent. Dankzij dit soort narratieve constructie en het gebruik van snelle montage, wordt de kijker volledig gekatapulteerd in de verwrongen en verfijnde geest van de artiest, een echt genie met een onvermoeibare passie.

Ennio is niet zomaar een documentaire: het is een echt cinematografisch werk dat in staat is om ons te ontroeren, op te voeden en te laten nadenken. Het is een daad van liefde voor een van de grootste muzikale artiesten van de vorige eeuw, die de kijker achterlaat met het kostbare gevoel het mysterie van een onherhaalbaar talent van dichtbij te hebben leren kennen.

                              Vertaling van Francesco Vecchio, Benedetta Tormena en Laura Andreuzzi, Tirocinanti Erasmus+ UMITS