Si è chiuso sabato 23 marzo l’ultimo dei
seguitissimi incontri del ciclo “Lettura e visione”. A fare da sfondo al
pomeriggio cine letterario, il libro di Leonardo Sciascia Il Consiglio d’Egitto (1963) e l’omonimo film del 2002 di Emidio
Greco.
A introdurre la proiezione del film, la presentazione di Adriana Cappelluzzo, la nostra collaboratrice dottoranda in Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e ospite ad Anversa per un programma di co-tutela con l’Universiteit Antwerpen. La dottoressa Cappelluzzo ci ha proposto una panoramica sull’intera opera letteraria e biografica di Leonardo Sciascia, nato nel 1921 a Racalmuto, un paesino dell’entroterra di Agrigento.
Gli anni della formazione di Sciascia sono legati all’influenza di due grandi scrittori italiani dei primi del Novecento: Luigi Pirandello e Vitaliano Brancati. A questi due autori, Sciascia deve un insegnamento diverso: Pirandello è espressione di una scrittura irrazionale; Brancati, invece, è il modello della razionalità. Protagonista indiscussa di tutti i romanzi di Sciascia resterà sempre la Sicilia, luogo per il quale nutre un profondo senso critico, se si pensa alla battaglia condotta durante la sua attività da maestro di scuola a Ragalpetra. In questa occasione denuncia le condizioni di degrado della scuola meridionale.
A introdurre la proiezione del film, la presentazione di Adriana Cappelluzzo, la nostra collaboratrice dottoranda in Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e ospite ad Anversa per un programma di co-tutela con l’Universiteit Antwerpen. La dottoressa Cappelluzzo ci ha proposto una panoramica sull’intera opera letteraria e biografica di Leonardo Sciascia, nato nel 1921 a Racalmuto, un paesino dell’entroterra di Agrigento.
Gli anni della formazione di Sciascia sono legati all’influenza di due grandi scrittori italiani dei primi del Novecento: Luigi Pirandello e Vitaliano Brancati. A questi due autori, Sciascia deve un insegnamento diverso: Pirandello è espressione di una scrittura irrazionale; Brancati, invece, è il modello della razionalità. Protagonista indiscussa di tutti i romanzi di Sciascia resterà sempre la Sicilia, luogo per il quale nutre un profondo senso critico, se si pensa alla battaglia condotta durante la sua attività da maestro di scuola a Ragalpetra. In questa occasione denuncia le condizioni di degrado della scuola meridionale.
Sciascia è anche il primo autore
italiano a introdurre il fenomeno mafioso nella trama dei suoi gialli (Il giorno della civetta, 1961). Del 1963 è, poi, il romanzo Il Consiglio d’Egitto che trae
ispirazione da una vicenda storica realmente accaduta: l’invenzione da parte di
Giuseppe Vella del Consiglio di Sicilia e del successivo Consiglio d’Egitto.
Il film ripercorre molto fedelmente le pagine del libro con una netta differenza, però, per quanto riguarda il ritmo della narrazione, più lenta nel film rispetto al romanzo. La Sicilia del ‘700 viene mostrata in tutta la sua ricchezza: banchetti, abiti eleganti e privilegi nobiliari. Ma anche qui, come nel resto del Regno delle Due Sicilie, giungono gli ideali giacobini rappresentati dall’avvocato Di Blasi. Quest’ultimo e l’abate Vella si ritrovano, nelle scene conclusive, come vittime di quella grande impostura che è la vita.
La Cappelluzzo ci ha poi condotti alla scoperta dell’ultima fase sciasciana caratterizzata, da un lato, dall’interesse per la cronaca nera (Il contesto, 1971; Todo Modo, 1974; La scomparsa di Majorana, 1975), dall’altro, negli anni ’80, dagli incarichi nella politica italiana.
Il film ripercorre molto fedelmente le pagine del libro con una netta differenza, però, per quanto riguarda il ritmo della narrazione, più lenta nel film rispetto al romanzo. La Sicilia del ‘700 viene mostrata in tutta la sua ricchezza: banchetti, abiti eleganti e privilegi nobiliari. Ma anche qui, come nel resto del Regno delle Due Sicilie, giungono gli ideali giacobini rappresentati dall’avvocato Di Blasi. Quest’ultimo e l’abate Vella si ritrovano, nelle scene conclusive, come vittime di quella grande impostura che è la vita.
La Cappelluzzo ci ha poi condotti alla scoperta dell’ultima fase sciasciana caratterizzata, da un lato, dall’interesse per la cronaca nera (Il contesto, 1971; Todo Modo, 1974; La scomparsa di Majorana, 1975), dall’altro, negli anni ’80, dagli incarichi nella politica italiana.
Leonardo Sciascia muore a Palermo nel 1989 e sulla lapide, per sua volontà, viene scritto “Ce ne ricorderemo, di questo pianeta” (Villiers de l’Isle-Adam): testimonianza della duratura fede nel legame tra letteratura e vita.
A seguire, i nostri soci hanno
partecipato al dibattito guidato da Rossella Pensiero e la stessa Adriana
Cappelluzzo. Molti i temi emersi durante la conversazione, soprattutto rispetto
ai numerosi punti di contatto tra il film ed il libro. Infatti, a differenza
degli scorsi appuntamenti, in cui era emersa una profonda distanza tra le
scelte della regia e le intenzioni degli autori dei romanzi, questa volta
l’operazione cinematografica è stata una riproduzione fedele del libro di
Sciascia. Per coloro che avevano letto il libro, dunque, ha rappresentato una
sfida più semplice seguire i dialoghi e le scene della pellicola, a volte un
po’ statiche.
I soci hanno ben accolto la proiezione e più in generale l’esperimento dei tre incontri del ciclo “Lettura e visione”. Onorati e contenti della vostra partecipazione, speriamo di poter replicare nei prossimi anni.
I soci hanno ben accolto la proiezione e più in generale l’esperimento dei tre incontri del ciclo “Lettura e visione”. Onorati e contenti della vostra partecipazione, speriamo di poter replicare nei prossimi anni.
Naomi Camardella
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