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domenica 5 maggio 2019

La conferenza di primavera di Giulia e Naomi, le nostre stagiste.


La primavera è giunta copiosa quest’anno alla Dante di Anversa, grazie alla presenza di due relatrici d’eccezione, Naomi Camardella e Giulia Mangialardi, che hanno regalato al pubblico dell’Universiteit una doppia serata di conferenze.
Come da tradizione, le nostre stagiste Erasmus+ hanno infatti concluso la loro esperienza nelle Fiandre, scegliendo un argomento rappresentativo delle loro passioni, dei loro studi o dei loro campi d’interesse e lo hanno presentato, lo scorso 21 marzo, con grande entusiasmo e professionalità.
Appassionato e a tratti commovente è stato l’intervento di Naomi Camardella, dell’Università di Perugia, che ha trattato della letteratura italiana in relazione alla Grande Guerra. Un tema da lei affrontato per la prima volta in uno dei suoi corsi accademici e che da allora l’ha colpita al punto da spingerla ad ampliare autonomamente le sue conoscenze su quella precisa fase storica.
Naomi ci ha raccontato di come gli intellettuali chiamati al fronte abbiano registrato in diari, taccuini e memorie i turbamenti legati alla loro condizione di uomini sotto le armi; fornendoci una testimonianza vivida - poiché reale - del naturale processo di estraniamento nei confronti del nemico da abbattere. L’unico modo per sopportare il peso di tutte quelle morti, si legge in quasi tutti i loro scritti, era infatti smettere di considerare l’altro come un essere umano, simile nella carne, negli affetti e persino nelle abitudini quotidiane - se spiato nella “tranquillità” della sua trincea – e lanciarsi ciecamente in ogni assalto, in ragione di una causa più grande: l’amor di Patria.



Fermarsi a riflettere sulla comune caducità delle esistenze coinvolte avrebbe infatti condotto gli schieramenti opposti a disertare gli ordini dei superiori, riconoscendo, in quello che qualcuno aveva imposto come nemico, prima di tutto un fratello. Così come accadde tra le truppe tedesche e quelle britanniche in occasione della “tregua di Natale” del 1914, rievocata sul finale della conferenza con un toccante contributo video.



La serata è proseguita in varietate concordia, con l’intervento di Giulia Mangialardi, dottoressa in Lettere classiche dell’Università di Pisa, che ci ha portati indietro nel tempo fino al I secolo d. C.
Giulia ci ha fatto l’onore di condividere con noi parte dei temi trattati nei suoi studi specialistici e approfonditi nel corso della sua tesi magistrale, rendendoli fruibili al grande pubblico con chiarezza e armonia espositiva.
Partendo dalle figure di due grandi maestri del passato, Quintiliano - primo insegnante “stipendiato” dell’Impero Romano - ed Elio Teone di Alessandria - precettore di origine greca sulla cui vita si sa ancora molto poco - il suo discorso ha illustrato l’attualità di molte delle teorie pedagogiche che regolavano il rapporto alunno-insegnante nell’Antichità.


L’enorme importanza attribuita allo studio della grammatica, della retorica e della “filosofia” in senso ampio, in quanto strumenti per raggiungere la piena padronanza dell’uso della parola e preparare il bagaglio culturale indispensabile alla vita dell’intellettuale, è solo uno degli aspetti che emergono dalle opere di questi due grandi autori. Le loro pagine sono fonte inestinguibile di indicazioni pratiche per gli insegnanti, ad esempio su come far leva sulla psicologia del discente per consentirgli la miglior forma di apprendimento, assecondare le sue naturali inclinazioni e colmare le sue lacune, correggendolo, ma con misura, per non demoralizzarlo. Manuali preziosi dunque, giunti fino a noi grazie al supporto dell’archeologia, dell’epigrafia e della filologia e che, oltre a consentirci un’indagine sulla formazione dell’individuo nel periodo greco-romano, si trovano ad essere sorprendentemente in linea con l’odierno dibattito che coinvolge il mondo della scuola, non solo in Italia.



Due interventi degni di nota, davvero molto apprezzati dal pubblico in aula per l’accuratezza riservata alla preparazione, ma anche per le personalità delle due oratrici. La conferenza è stata infatti solo una tappa del percorso compiuto da Giulia e Naomi, che in questi mesi hanno saputo creare all’interno del comitato saldi rapporti interpersonali, dimostrando di possedere quell’humanitas che è fondamento di ogni associazione culturale. La loro intraprendenza e disponibilità d’animo sapranno sicuramente guidarle verso un futuro ricco di soddisfazioni. Ad maiora!

Rossella Pensiero

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