E se l’occhio fotografico fosse anche
narrativo? Se raccontare una città attraverso i suoi scorci fosse il vero modo
di renderla leggibile? Questa è l’impresa che compie Silvio Perrella su Napoli,
la sua Città d’elezione, in Doppio sguardo, edito da Bompiani, il libro protagonista del
club di lettura di sabato 24 febbraio presso la libreria De Groene Waterman.
Assieme ad un gruppo di soci
interessati, ci siamo lasciati prendere per mano dall’autore, un autentico
«camminatore di città», e condurre nei luoghi segreti e nascosti di una Napoli
che non è mai apparsa così sfaccettata e complessa. Perrella sa immortalare il
momento e lo sa giustificare con un bagaglio vastissimo di letture, creando dei
legami letterari che fanno incontrare scrittori di un intero millennio. La
formazione calviniana, come lui stesso chiarisce, gli ha permesso di sviluppare
in modo privilegiato la vista, divenendo un flaneûr dedito alla
contemplazione, ricordando il personaggio di Italo Calvino Palomar che,
dal suo terrazzo romano, osserva le geometrie della città sottostante, seguendo i profili della
capitale italiana.
Tra le pagine di Doppio Sguardo,
il primo sguardo tocca la superficie, il secondo si addentra e perfora la
parete, interpretando, immaginando, giustificando la bellezza, il degrado, lo
splendore e la decadenza di una città parlante, che possiede un linguaggio e sa
come esprimersi attraverso oggetti urbani, luci, colori e la collocazione
stessa degli edifici. L’anima di Napoli, in modo velato e mai diretto, diventa
accessibile e riconoscibile grazie all’orientamento visivo offerto da Perrella.
Nel corso dell’incontro, alla parola
e all’immagine è stata alternata anche la musica, proseguendo così il filone
canoro della tradizione napoletana, iniziato con il documentario proiettato
recentemente alla Klappei, Passione di John Turturro. Sulle note di Pino
Daniele, Sergio Bruni e Teresa De Sio, i presenti si sono confrontati con testi
in dialetto che presentavano episodi di criminalità, solo ipotizzata, come
nella canzone di Aumm aumma, confessioni omosessuali e transessuali
coraggiosamente affrontate in Chillo è nu buono guaglione e la
malinconia, la sofferenza, la difficoltà nel ricostruire una città dopo il
terremoto, seguendo le parole di Bruni in Napul’è mille ferite.
Dall’immagine alla scrittura,
approdando alla musica: un’alternanza sensoriale che ha fatto immergere i
nostri partecipanti in un’autentica atmosfera partenopea.
Sara Lovisa
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