La corsa
al cibo e gli scaffali dei supermercati vuoti, la solitudine, la paura del
contagio e la speranza in una cura, dopo due anni di pandemia, fanno parte
dell’esperienza di ciascuno di noi, ma sono anche gli elementi che
costituiscono la cornice del romanzo Anna.
Anche Anna, la giovane protagonista del libro di Niccolò Ammaniti, si
trova a fronteggiare lo scoppio di una pandemia. Se nel 2015, al momento della
pubblicazione, il romanzo poteva apparire distopico, riletto alla luce di ciò
che abbiamo vissuto negli ultimi due anni si arricchisce di significati inediti
e diventa quasi profetico.
Dopo un lungo periodo di incontri online, il Club di lettura dedicato ad Anna,
svoltosi il 23 aprile scorso, è stato l’occasione per riprendere gli
appuntamenti in presenza. In una delle sale del centro sociale ‘t Werkhuys, i
soci della Dante hanno potuto sedere nuovamente insieme per scambiare dal vivo
i pareri e le impressioni di lettura.
Accompagnati da Cristina Albani, moderatrice dell’incontro, i soci e le
studentesse Erasmus hanno condiviso le riflessioni stimolate da questo libro
che, nonostante sia stato apprezzato dai più, non sempre ha suscitato
sensazioni piacevoli.
Il mondo descritto da Ammaniti è, infatti, un mondo crudele. Nella Sicilia
in cui vive Anna solo gli adulti muoiono perché la Rossa, la terribile malattia
che dilaga tra la popolazione, non è letale per i bambini. Ben presto, quindi,
i piccoli devono imparare a cavarsela da soli e, leggendo, si scopre che la
società dei bambini immaginata dall’autore presenta le stesse storture e gli
stessi orrori di quella degli adulti.
Per molti è stato angoscioso assistere alla crudeltà e all’egoismo di cui
i piccoli protagonisti sono capaci pur di sopravvivere. Ammaniti descrive
situazioni estreme per portarci a riflettere sull’essenza della natura umana e
porci di fronte a questioni importanti: siamo buoni o cattivi? Cosa saremmo in
grado di fare se in gioco ci fosse la nostra sopravvivenza?
Anna è una ragazzina coraggiosa e forte, protettiva e affettuosa nei
confronti del fratellino Astor, ma anche ladra e bugiarda all’occorrenza, una
sorta di Ulisse contemporaneo che ricorre a tutti i mezzi a disposizione per
raggiungere il suo scopo. In una Sicilia devastata e disabitata, a guidare i
due fratelli è la speranza che al di là del mare, in Calabria, esista una cura
e i grandi siano ancora vivi.
Anna è una storia di crescita, sopravvivenza, coraggio e violenza, ma è anche una storia da cui trapela molto amore: quello che si legge tra i consigli che la mamma ha lasciato per iscritto ad Anna poco prima di morire, quello che lega Anna al fratello, quello che la giovane protagonista scopre di provare per il coetaneo Pietro. Tra tanta angoscia e crudeltà, forse proprio grazie alla scelta di adottare il punto di vista dei più piccoli, rimane spazio per inaspettati momenti di tenerezza.
Viviana Corazza
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