Mi è piaciuto leggere sia
il romanzo grafico di Pierre Henry Gomont/Tabucchi che il romanzo di Tabucchi. Per curiosità ho affiancato l'ultimo capitolo in entrambi
i libri. Nel romanzo grafico l’ultimo capitolo ha dieci pagine. Nel romanzo
l’ultimo capitolo ha 6,5 pagine. Ovviamente c'è molto meno testo in quelle
dieci pagine del romanzo grafico rispetto a quelle 6,5 pagine del romanzo.
Questo è logico, perché in un romanzo grafico la storia è raccontata attraverso
le immagini. E a volte un’immagine dice più di mille parole.
Ci sono anche differenze che non hanno
a che fare con il genere, ma con una scelta consapevole dell'autore. Darò alcuni esempi. All’inizio del capitolo nel romanzo grafico Pereira
comincia a scrivere il suo necrologio di Monteiro Rossi. Noi, i lettori, non
vediamo cosa abbia scritto Pereira. Dopo, alla prima luce del mattino, va nel suo
fidato bar, dove è servito dal suo cameriere preferito, Manuel. Là, Pereira
chiama il dottor Cardoso. La scena della telefonata è molto breve.
All’inizio dell’ultimo capitolo del
romanzo, Pereira esce e va in un bar davanti alla cattedrale. In quel posto
chiama il dottor Cardoso. Nel romanzo possiamo seguire in dettaglio la
conversazione telefonica. Dopo la telefonata Pereira torna a casa, copre
Monteiro Rossi con un lenzuolo e scrive il necrologio di Monteiro Rossi. Possiamo leggere, parola dopo parola, cosa scrive. Alle prime luci
dell'alba si addormenta sul divano.
Nel romanzo grafico subito dopo la
scena della telefonata Pereira va da Pedro, il prete. È ancora mattina presto.
Nel romanzo, d’altra parte, Pereira va da Pedro verso mezzogiorno. Nel romanzo
il timing è molto importante perché Pedro vuole chiamare il direttore del “Lisboa”
per sapere se può stampare l’articolo su Monteiro Rossi. Il direttore sta
pranzando e dopo il suo pranzo, alle tre, il giornale dovrebbe già essere
stampato. Quindi Pereira suggerisce di chiamare il Maggiore Lourenço della censura,
un amico, che ha già dato per via orale il permesso di pubblicare. Nel romanzo
grafico il timing è meno importante, perché Pedro non parla di chiamare il
direttore del “Lisboa”, ma subito dice che serve il visto della censura.
Pereira risponde che conosce il direttore della censura e che possono
chiamarlo.
Anche la fine della storia è
differente. Nel romanzo Pereira va a casa, entra in casa con cautela, dà uno
sguardo al lenzuolo che copre Monteiro Rossi, fa la sua valigia, prende il
passaporto di François Baudin e esce di casa. Si affretta perché il “Lisboa” sarebbe
uscito di lì a breve.
Nel romanzo grafico non si parla della
cautela di Pereira. Va a casa, mette il corpo di Monteiro Rossi sul letto, fa
la sua valigia, prende il passaporto di François Baudin e si affretta alla
stazione. Esattamente quando Pereira arriva alla stazione, il “Lisboa” arriva
nelle edicole e la gente comincia a leggere l’articolo intitolato ‘Assassinato
un giornalista’. Solo in quel momento anche i lettori del romanzo grafico
scoprono il contenuto dell’articolo. Pereira si siede nello scompartimento e il
treno attraversa un paesaggio collinare. Le immagini del treno sono
intervallate da immagini di sempre più persone che leggono l'articolo.
Mastroianni e Tabucchi
Mi è piaciuta la scelta del Francese
Pierre-Henry Gomont. Noi, lettori del romanzo grafico, scopriamo la storia
dell'omicidio di Monteiro Rossi contemporaneamente ai lettori del giornale.
Questa scelta funziona molto bene.
Peter Theunynck
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