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martedì 26 maggio 2020
lunedì 18 maggio 2020
Sostiene Pereira: confronto tra il capitolo finale del romanzo e del romanzo grafico, di Peter Theunynck
Mi è piaciuto leggere sia
il romanzo grafico di Pierre Henry Gomont/Tabucchi che il romanzo di Tabucchi. Per curiosità ho affiancato l'ultimo capitolo in entrambi
i libri. Nel romanzo grafico l’ultimo capitolo ha dieci pagine. Nel romanzo
l’ultimo capitolo ha 6,5 pagine. Ovviamente c'è molto meno testo in quelle
dieci pagine del romanzo grafico rispetto a quelle 6,5 pagine del romanzo.
Questo è logico, perché in un romanzo grafico la storia è raccontata attraverso
le immagini. E a volte un’immagine dice più di mille parole.
Ci sono anche differenze che non hanno
a che fare con il genere, ma con una scelta consapevole dell'autore. Darò alcuni esempi. All’inizio del capitolo nel romanzo grafico Pereira
comincia a scrivere il suo necrologio di Monteiro Rossi. Noi, i lettori, non
vediamo cosa abbia scritto Pereira. Dopo, alla prima luce del mattino, va nel suo
fidato bar, dove è servito dal suo cameriere preferito, Manuel. Là, Pereira
chiama il dottor Cardoso. La scena della telefonata è molto breve.
All’inizio dell’ultimo capitolo del
romanzo, Pereira esce e va in un bar davanti alla cattedrale. In quel posto
chiama il dottor Cardoso. Nel romanzo possiamo seguire in dettaglio la
conversazione telefonica. Dopo la telefonata Pereira torna a casa, copre
Monteiro Rossi con un lenzuolo e scrive il necrologio di Monteiro Rossi. Possiamo leggere, parola dopo parola, cosa scrive. Alle prime luci
dell'alba si addormenta sul divano.
Nel romanzo grafico subito dopo la
scena della telefonata Pereira va da Pedro, il prete. È ancora mattina presto.
Nel romanzo, d’altra parte, Pereira va da Pedro verso mezzogiorno. Nel romanzo
il timing è molto importante perché Pedro vuole chiamare il direttore del “Lisboa”
per sapere se può stampare l’articolo su Monteiro Rossi. Il direttore sta
pranzando e dopo il suo pranzo, alle tre, il giornale dovrebbe già essere
stampato. Quindi Pereira suggerisce di chiamare il Maggiore Lourenço della censura,
un amico, che ha già dato per via orale il permesso di pubblicare. Nel romanzo
grafico il timing è meno importante, perché Pedro non parla di chiamare il
direttore del “Lisboa”, ma subito dice che serve il visto della censura.
Pereira risponde che conosce il direttore della censura e che possono
chiamarlo.
Anche la fine della storia è
differente. Nel romanzo Pereira va a casa, entra in casa con cautela, dà uno
sguardo al lenzuolo che copre Monteiro Rossi, fa la sua valigia, prende il
passaporto di François Baudin e esce di casa. Si affretta perché il “Lisboa” sarebbe
uscito di lì a breve.
Nel romanzo grafico non si parla della
cautela di Pereira. Va a casa, mette il corpo di Monteiro Rossi sul letto, fa
la sua valigia, prende il passaporto di François Baudin e si affretta alla
stazione. Esattamente quando Pereira arriva alla stazione, il “Lisboa” arriva
nelle edicole e la gente comincia a leggere l’articolo intitolato ‘Assassinato
un giornalista’. Solo in quel momento anche i lettori del romanzo grafico
scoprono il contenuto dell’articolo. Pereira si siede nello scompartimento e il
treno attraversa un paesaggio collinare. Le immagini del treno sono
intervallate da immagini di sempre più persone che leggono l'articolo.
Mastroianni e Tabucchi
Mi è piaciuta la scelta del Francese
Pierre-Henry Gomont. Noi, lettori del romanzo grafico, scopriamo la storia
dell'omicidio di Monteiro Rossi contemporaneamente ai lettori del giornale.
Questa scelta funziona molto bene.
Peter Theunynck
sabato 2 maggio 2020
Una casa, un museo, una storia: Den Gulden Rinck
Qui ci troviamo davanti alla casa “Den Gulden Rinck” ossia
“L’Anello d’Oro”. Alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, la cantina
era una sala da feste per i giovani. Ma prima, molto prima era stata la casa di
Nicolaas Rockox.
Nicolaas Rockox ricoprì varie funzioni importanti
politiche, economiche e sociali ad Anversa nella prima metà del Seicento, il Secolo d’Oro di Anversa, appunto, quando Anversa
era al top della sua importanza economica ed artistica.
Nacque nel 1580 e crebbe nella Keizerstraat. Si sposò con
una sua vicina, Adriana Perez, la figlia di un negoziante spagnolo ebreo
convertito al cattolicesimo. La giovane coppia visse qualche anno dai genitori
di Adriana e nel 1603, quando Nicolaas era sindaco, comprò questa splendida casa. L’adattarono allo stile del
Rinascimento fiammingo e vi aggiunsero uno delizioso giardino cittadino, così
la casa ha preso il suo aspetto odierno.
Nicolaas Rockox era un uomo universale. Amava e
collezionava quadri di pittori contemporanei, ad esempio, del suo vicino Frans
Snijders, di Anthony Van Dyck che fece vari ritratti di Rockox (oggi dispersi in
vari musei), di Peter Paul Rubens – gli commissionò il “Trittico della
Deposizione dalla Croce” che si trova oggi ancora nella nostra cattedrale –
della famiglia Bruegel, eccetera. Possedeva circa ottanta quadri.
Siccome Rubens collezionava anche monete antiche greche e romane, catalogava ciascuna moneta della sua ricca collezione che si stendeva dal quinto secolo avanti al secondo secolo dopo Cristo.
Il giardino attuale è infatti un’evocazione di quello che
si sarebbe potuto godere Rockox. Alla morte di Nicolaas, il notaio non pareva
trovare importante questo giardino. Non lo ha menzionato neanche nei documenti
ma visitando la casa, scoprì nella cantina vari aranci ed allori che lì stavano sopravvivendo
all‘inverno. Nel Seicento agrumi ed allori erano costosissimi. La botanica
interessava Rockox e ne possedeva otto libri, tra cui il famosissimo Cruydeboeck
di Dodoens. Corrispondeva anche intensamente di botanica con Nicolas Peiresc,
un umanista francese.
Dopo la morte di Rockox, suo nipote Adriaan Van Heetvelt
ereditò la casa, poi venduta a vantaggio dei poveri. In seguito la casa
conobbe vari proprietari, come nel 1945, quando diventò proprietà dell’Artiestenfonds, che
ci mostrava opere negli stili ‘neo’.Nel 1970 la Kredietbank la comprò, facendone un museo aperto al pubblico nel 1977. La casa vicina di Frans
Snijders vi è stata integrata nel 2018, per costituire il museo odierno che mostra quadri, mobili, monete e il giardino di Nicolaas Rockox.
Per info: https://www.snijdersrockoxhuis.be/
Bruno Solignac