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giovedì 13 febbraio 2020

MadeinItaly@Klappei: immagini, parole, linguaggi


MadeinItaly@Klappei: immagini, parole, linguaggi
Sabato 28 marzo, dalle 14 alle 18, nella Klappei filmhuis, vi attende una giornata ricca di eventi culturali legati all’italiano: l’appuntamento del Club di lettura della Dante di Anversa dedicato a Divorare il cielo di Paolo Giordano (dalle 14.00 alle 15.30), la proiezione del documentario Un nuovo segno. Passaggio all'architettura moderna, di Rosario Montesanti (dalle 16.00 alle 17.00), seguito dalla performance installazione multimediale Forse una città, di Loredana Antonelli e con Pasquale Passaretti (dalle 17.15 alle 18.00).
- Il Club di lettura della Dante di Anversa dedicato a Divorare il cielo di Paolo Giordano, avrà luogo sabato 28 marzo nella Klappei Filmhuis (Klappeistraat 2, 2060 Antwerpen), dalle 14.00 alle 15.30, moderato dal dr. Andrea De Luca. La partecipazione al club è gratis per i soci della Dante, mentre i non soci possono partecipare pagando € 3 all’ingresso. L’incontro precede la proiezione del documentario Un nuovo segno. Passaggio all'architettura moderna, di Rosario Montesanti (dalle 16.00 alle 17.00), seguito dalla performance installazione multimediale Forse una città, di Loredana Antonelli e con Pasquale Passaretti (dalle 17.15 alle 18.00).

Dalle 16.00 alle 17.00: Un nuovo segno. Passaggio all'architettura moderna, di Rosario Montesanti (It. 2006, audio in italiano e sottotitoli in inglese).
Un percorso nell'architettura moderna attraverso i cambiamenti epocali e i ritmi frenetici del XX sec., dalle dirompenti avanguardie artistiche all'affermazione su vasta scala delle nuove teorie progettuali e costruttive. Nell'Italia degli anni Venti e Trenta l'architettura moderna assume le nuove forme del Razionalismo, variante mediterranea del funzionalismo europeo. Il documentario ripercorre lo sviluppo dello stile moderno, illustrando alcuni importanti casi architettonici come il Foro Italico, la Città Universitaria, l'Eur e l'edificio della Gioventù Italiana del Littorio a Roma.

Dalle 17.15 alle 18.00: Forse una città, di Loredana Antonelli e con Pasquale Passaretti, in italiano.
Una performance-installazione sulla città e i suoi abitanti. Ciascun individuo è una città e ha in sé muri, tempi, piazze, case: ha in sé il proprio orizzonte. Forse una città è un progetto multimediale in cui video, musica dal vivo e teatro, costruiscono un racconto sul corpo, il movimento e la città. Forse una città racconta delle complesse dinamiche che intercorrono tra l’individuo e la metropoli attraverso una forma di spettacolo-concerto in cui gioca un ruolo fondamentale, sia l’installazione video, sia la musica eseguita dal vivo, in cui sonorità elektro, minimal e techno creano l’ossatura portante su cui si muovono incursioni strumentali realizzate con chitarra acustica e piccoli strumenti, carillon e oggetti di uso quotidiano.
Ingresso (documentario + live performance): €5 per i soci della Dante di Anversa e studenti d’italiano delle università anversesi; €8 per i non soci.






MadeinItaly@Klappei: beelden, woorden en talen
Zaterdag 28 maart, van 14.00 tot 18.00 uur, in Klappei Filmhuis, is er een dag vol met culturele activiteiten in het Italiaans, drie evenementen open voor de liefhebbers van het Italiaans: de leesclub van La Dante van Antwerpen gewijd aan Divorare il cielo van Paolo Giordano (van 14.00 tot 15.30 uur), de vertoning van de documentaire Un nuovo segno. Passaggio all'architettura moderna, di Rosario Montesanti (van 16.00 tot 17.00 uur), gevolgd door de multimedia performance-installatie Forse una città, van Loredana Antonelli en met Pasquale Passaretti (van 17.15 tot 18.00).
- De leesclub van de leden van La Dante van Antwerpen gewijd aan Divorare il cielo van Paolo Giordano, vindt plaats op zaterdag 28 maart in Klappei Filmhuis (Klappeistraat 2, 2060 Antwerpen), van 14.00 tot 15.30 uur, onder moderatie van dr. Andrea De Luca. Deelname aan de club is gratis voor Dante-leden, terwijl niet-leden € 3 betalen. De bijeenkomst gaat vooraf aan de vertoning van de documentaire Un nuovo segno. Passaggio all'architettura moderna, di Rosario Montesanti (van 16.00 tot 17.00 uur), gevolgd door de multimedia performance-installatie Forse una città, van Loredana Antonelli en met Pasquale Passaretti (van 17.15 tot 18.00).

Van 16.00 tot 17.00: Un nuovo segno. Passaggio all'architettura moderna, van Rosario Montesanti (It. 2006, Italiaans gesproken en Engels ondertiteld).
Een weg in de moderne architectuur door de veranderingen en de hectische ritmes van de twintigste eeuw, van de ontwrichtende artistieke avant-garde tot de grootschalige bevestiging van nieuwe ontwerp- en constructietheorieën. In Italië in de jaren twintig en dertig neemt de moderne architectuur de nieuwe vormen van rationalisme aan, de mediterrane variant van het Europese functionalisme. De documentaire schetst de ontwikkeling van de moderne stijl en illustreert enkele belangrijke architecturale zaken zoals de Foro Italico, de Universiteitsstad, de EUR en het Gebouw van de Italiaanse Jeugd van de Littorio in Rome.

Van 17.15 tot 18.00: Forse una città, van Loredana Antonelli en met Pasquale Passaretti, in Italiaans.
Een performance-installatie over de stad en haar inwoners. Elk individu is een stad want de stad vloeit voort uit elk individu. Elk individu heeft binnen zichzelf muren, tijden, vierkanten, huizen: hij heeft zijn eigen horizon in zich. Misschien is een stad een multimediaproject waarin video's, livemuziek en theater een verhaal bouwen over het lichaam, de beweging en de stad. Een aantal geselecteerde tekstuele fragmenten uit academisch onderzoek over het concept van metropool en stedelijke ruimte, waaraan een onlogische, gefragmenteerde en individuele reflectie wordt toegevoegd, geboren uit autobiografische reizen en nomadisme. Misschien vertelt een stad over de complexe dynamiek die bestaat tussen het individu en de metropool via een vorm van show-concert waarin zowel de video-installatie als de live uitgevoerde muziek, een fundamentele rol speelt.
Inkom (documentaire + live performance): €5 voor leden van La Dante di Anversa en studenten van de Universiteit; €8 voor niet leden.





lunedì 10 febbraio 2020

Complimenti ai colleghi di Lovanio

I colleghi della Dante di Lovanio sono molto attivi e possono contare su un team ricco di giovani docenti motivati ed esperti. Recentemente, sono stato nel capoluogo della cultura universitaria fiamminga per seguire la maratona dedicata all'Amica geniale della Ferrante, e ho avuto modo di seguire le accuratissime presentazioni del dott. Carmine Vilardi (sul napoletano come lingua) e della dott.ssa Dorinda Dekeyser (sui luoghi napoletani della Ferrante).

Carmine Vilardi durante la presentazione

Oltre alle presentazioni, era possibile rivedere tutta la prima serie, e mi ha davvero fatto piacere vedere una sala così gremita.

Dorinda Dekeyser ed Emiliano Manzillo in un recente incontro all'Ambasciata d'Italia in Belgio


Due superbi interventi, di rara precisione, a completare una bella iniziativa che mi auguro di poter un giorno ripetere anche ad Anversa. Complimenti!
Emiliano Manzillo

13 febbraio: workshop di poesia e scrittura creativa con Erminio Tota



Per la giornata di giovedì 13 febbraio (13/02/2020), dalle 10.00 alle 13.00 presso il De Shelter (nella Groene Zaal) si propongono di seguito delle nuove attività, interamente gratuite, aperte ai soci della Dante di Anversa che frequentano il club di conversazione e/o il corso di storia e/o il corso di letteratura.
Le attività, presentate da Erminio Tota, saranno incentrate sull’apprendimento dei metodi di scrittura creativa (mediante un workshop dedicato all’acquisizione di abilità pratiche, da poter utilizzare per la scrittura di poesie e non solo) e, inoltre, sull’utilizzo degli strumenti digitali per la scrittura, l’invio e la ricezione dei documenti.
Si consiglia di partecipare alle attività portando il proprio personal computer e lo smartphone (le attività potranno svolgersi anche senza). Per poter partecipare (o per maggiori informazioni) è necessario prenotarsi inviando una email all’indirizzo: erminio.tota@studio.unibo.it, fino ad esaurimento posti ed entro martedì 11/02/2020.



Incontro con l’autore Andrea De Luca

Mercoledì 19/02, alle 19.00, presso Universiteit Antwerpen, Stadscampus, aula R 224.

Presentazione del saggio del socio Andrea De Luca, La scienza, la morte, gli spiriti. Le origini del romanzo noir nell'Italia fra Otto e Novecento. Partecipazione gratuita per i soci, €5 per i non soci. Possibilità di acquistare il libro a fine conferenza (€15).

In un mondo trasformato dal progresso tecnologico e dalle rivoluzioni industriali del XIX secolo, gli ambienti culturali più diversi sono dominati dal Positivismo e da un forte impulso a estendere le metodologie scientifiche alle scienze dell'uomo: antropologia, sociologia, demografia, politica. Nello stesso periodo, però, alla vasta ricognizione delle tradizioni popolari e dei culti ancestrali si accompagna una crescente curiosità per l'aldilà, per il mistero, per tutto ciò che non può essere spiegato con fredde leggi biologiche o meccaniche. All'ignoto, all'occulto vengono allora applicate nuove metodologie d'indagine: nasce così il romanzo di investigazione che sfrutta entrambe le tendenze, spiegare con la scienza il mistero della morte. La scienza, la morte, gli spiriti si incunea in questa terra di mezzo, dove la letteratura del mistero muove i suoi primi passi all'ombra dei grandi romanzieri tra Otto e Novecento. Descrive quel "filo nero", di matrice spiritista, che legava Conan Doyle a Francesco Mastriani e che ha attratto scrittori come Pirandello e Capuana. Il lato oscuro della letteratura italiana e la fascinazione per la morte hanno dato vita a un genere, il romanzo poliziesco e d'indagine, che ancora oggi sembra non conoscere crisi.



Il dr. Andrea De Luca non ha bisogno di presentazioni: i nostri soci lo hanno apprezzato in varie occasioni ed è un onore estremo poter ospitare la presentazione di un saggio formidabile, scritto con passione e al contempo rigore, una lettura che il futuro decreterà quale fondamentale per chi volesse avvicinarsi con spirito critico allo studio del genere.

giovedì 6 febbraio 2020

Tanta Italia nel Concerto di Capodanno a Gent


Il concerto del nuovo anno dell’Associazione Lyrica di Gent si è svolto nel segno della più grande italianità: italiana la musica (una grande selezione da Aida di Giuseppe Verdi), italiano il direttore d’orchestra Giacomo di Tollo, italiani tre cantanti (ed un’altra residente in Italia), ed italiani gli autori degli arrangiamenti Marco Reghezza e Furio Rutigliano.
Nonostante il pessimo uso del nederlandese mostrato durante la serata, Giacomo di Tollo, alla guida della Brussels Symphony Orchestra, ha dato ad Aida una forma di ampio respiro, piena di contrasti di espressione e punti agogici, in cui le voci di Ettore Nova, Weiwei Li, Fabio Serani ed Ambra Vespasiani hanno dato vita alle tante situazioni scaturite dall’amore (corrisposto e non), punto centrale dell’opera di Verdi.
Nella seconda parte, una selezione di arie d’opera e operetta, interpretate dai solisti sopracitati e da Quilian Chen, hanno suscitato l’entusiasmo del pubblico. Punto di nota: gli arrangiamenti sono stati effettuati dai compositori italiani Marco Reghezza e Furio Rutigliano, vincitori del concorso di composizione “Carlo Sanvitale”, che hanno dovuto rimodellare le diverse arie tenendo in considerazione la voce dei cantanti e l’organico ridotto dell’orchestra. Arduo compito per Rutigliano, impegnato a trascrivere il colossale Mefistofele di Boito, risultante in una commovente versione in cui anche gli ottoni assumono un tono nostalgico. Reghezza invece ha fatto risuonare con eleganza il carattere brillante di “Paganini” (Lehar), dando alla composizione un ritmo di valzer in continua evoluzione.
Il Brindisi finale da “Traviata” è stato all’insegna del buonumore e dell’imprevedibilità, doti tutte italiane, care soprattutto a chi vive lontano da casa.

Il maestro Giacomo Di Tollo


Una serata di Mistero Buffo ad Encora


Il 16 ottobre scorso fu per la nostra classe del corso serale d’italiano un giorno memorabile, poiché avemmo il piacere di accogliere l'attore fiammingo Charles Cornette che veniva a parlarci del suo mestiere di attore teatrale, e del suo amore per il teatro di Dario Fo in particolare. Ammetto, con un po' di vergogna ora, che non avevo mai sentito parlare di Charles Cornette prima. Pensavo di conoscere più o meno la maggior parte degli attori fiamminghi della sua generazione attraverso il teatro, il cinema o la televisione, ma questo attore mi era totalmente sconosciuto.

La mia curiosità essendo suscitata, sono andato a navigare il giorno dopo su Internet alla ricerca di più informazioni sulla sua persona. E come mi aspettavo, ci sono relativamente pochi articoli su di lui e poche immagini su Google. Direi persino, rispetto ai suoi coetanei come Jan Decleir, Frank Aendenboom o Chris Lomme, notevolmente poche.
Eppure la sua carriera di attore avrebbe potuto essere come la loro, che inizialmente era in linea con le aspettative: dopo il suo debutto nel teatro amatoriale (ha interpretato il suo primo ruolo quando aveva 8 anni), diventò attore professionista, prima allo Studio, poi alla fine degli anni '60 al KNS Antwerp.

Ma quando ad un certo punto doveva assumersi il ruolo principale da un collega malato in una commedia di Dario Fo, appena dieci giorni prima della prima, scopri l’opera teatrale del drammaturgo italiano, che segnerebbe una svolta nella sua vita. Lì si rese conto che esisteva un tipo di teatro diverso, che aveva più a che fare con il mondo in cui viviamo, e con i cambiamenti sociali a l'epoca. Quindi decise di prendere un congedo temporaneo senza paga dal KNS e viaggiare un po' attraverso l'Europa per scoprire e conoscere i nuovi sviluppi sul piano teatrale. Così è arrivato in Italia dove incontrò Dario Fo di persona a Milano. Fo fu una grande fonte di ispirazione per lui e l’ha incoraggiato a seguire un nuovo orientamento nel teatro.

Dopo il suo ritorno in Belgio, Cornette fondò ad Anversa la sua compagnia, la "Internationale Nieuwe Scène", che produceva spettacoli innovativi e impegnati con grande successo, inizialmente nei teatri, poi soprattutto sotto dei tendoni, nei padiglioni industriali o palestre, sia in Belgio che in tournée all'estero. Queste rappresentazioni includevano musica, canti, danza, monologhi, umorismo, passione e poesia, e ricadevano su antiche tradizioni come i giullari medievali.

Uno di questi spettacoli si basava sul Mistero Buffo, in cui Dario Fo aveva combinato dei anziani frammenti di testi che aveva trovato e aggiornato, con canzoni popolari ed elementi della tradizione teatrale italiana, come la Commedia dell'arte. Era un tipo di teatro completamente diverso, che si occupava per la prima volta davvero di tutti gli aspetti della vita quotidiana, molto critico nel contenuto e invertendo completamente un numero di valori fissi. Allo stesso tempo era una rivalutazione della cultura popolare.
L'aspetto comico non era mai totalmente assente, l'umorismo dominava il tutto. I tragici soggetti furono spesso trattati in modo molto comico. Un elemento molto innovativo in questo periodo fu anche il fatto che gli attori si rivolgevano spesso direttamente al pubblico, coinvolgendoli così negli eventi che si ambientavano sul palco. Oggi è la cosa più normale del mondo, ma all'epoca era abbastanza insolito.

Il nome di Charles Cornette è indissolubilmente legato al collettivo "Internationale Nieuwe Scène", al Mistero Buffo di Dario Fo in particolare e le storie interpretate in Grammelot, un linguaggio artificiale composto da suoni e intonazioni suggestivi, privi di significato in un discorso, che però tutti capiscono.
Per renderlo più chiaro, il nostro ospite speciale ci dava quella sera una piccola dimostrazione dell'uso del Grammelot, che presentò con molto spirito e impegno. Perché nonostante la sua età benedetta, Charles Cornette non ha perso visibilmente nulla della sua energia e della sua vitalità di prima. L'entusiasmo con cui parlava della sua carriera, dell'incontro con Fo e l'influenza che l’opera di questo ha avuto su di lui, con la conseguente attuazione di un nuovo stile di teatro, delle esperienze vissute durante i numerosi tour con il suo gruppo, era quasi tangibile.
Fummo quindi piacevolmente sorpresi quando, per concludere la sua presentazione, ci propose di recitare in classe un episodio del Mistero Buffo, ovvero “Il miracolo delle nozze di Cana”. Una proposta che ovviamente non potevamo rifiutare.

È stata una serata molto piacevole e istruttiva per noi, che non dimenticheremo presto, grazie all'esposizione affascinante e interessante di Charles Cornette e alla sua esibizione meravigliosa.

Luc Lesschaeve