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domenica 16 febbraio 2014

Gli scioglilingua, le filastrocche e gli indovinelli: verso Binario 2 - sotto la panca la capra crepa

Gli scioglilingua in italiano


Uno scioglilingua è una frase studiata appositamente per essere difficile da pronunciare (per esempio, "sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa"). Molti scioglilingua presentano una ripetizione di uno stesso suono o di un ristretto insieme di suoni, generando una sorta di tiritera. Alcuni scioglilingua hanno l'intento aggiuntivo di rendere probabile uno specifico lapsus con caratteristiche umoristiche, imbarazzanti per chi lo pronuncia, e così via. Un esempio molto noto in italiano è "mazzo di carte, carte di mazzo", che genera una frase volgare quando le iniziali delle parole vengono accidentalmente invertite.

Uno scioglilingua è un universale linguistico, in quanto è un fenomeno testuale potenzialmente ritrovabile in tutte le lingue. Secondo logopedisti e maestri di dizione, gli scioglilingua aiutano a migliorare la dizione esercitando i muscoli e le articolazioni della bocca. Chi fa teatro o televisione si esercita così per “depurare” la propria lingua. Essi non sono solo importanti nelle balbuzie e nella dislessia, sono un valido strumento per tutti per esercitarsi a esprimersi meglio in un discorso pubblico e, per qualcuno, per allenare la voce al mattino.


I giochi linguistici e lo sviluppo cognitivo nei bambini
(tratto da www.nostrofiglio.it)

“Ambarabà cicì cocò, tre civette sul comò che facevano l’amore con la figlia del dottore. Il dottore si ammalò, ambarabà cicì cocò.”
 Chi non ha recitato da piccolo questa celebre filastrocca? Se la ricordiamo ancora oggi a distanza di anni significa che si è rivelata molto utile per stimolare e allenare la memoria. Ma le filastrocche sono davvero utili ancora adesso? Ne abbiamo parlato con una psicologa e un maestro autore di un libro di filastrocche.
Non è necessario che il bambino sappia parlare per recitargli una filastrocca, perché questa è uno strumento fondamentale per il suo sviluppo cognitivo ed è di grande aiuto fin dai suoi primi momenti di vita” ci racconta Francesca Bianchi Bosisio, psicologa e psicoterapeuta infantile di formazione psicodinamica a Milano.
Nei primi sei mesi di vita, infatti, si gettano le basi per le capacità relazionali del bambino che nasce con una sensibilità per i ritmi naturali e i linguaggi gestuali uguale in tutte le lingue del mondo. La filastrocca viene recitata con un determinato ritmo, ma può essere anche cantata, è costituita da testi brevi, parole ripetute più volte, da una sintassi semplice e spesso da suoni onomatopeici. Insomma: il ritmo, il suono familiare, l’intonazione e la memoria sviluppano la capacità cognitiva del bambino, lo abituano all’uso del linguaggio e lo aiutano a formulare prima le sue parole”.
Le filastrocche, infatti, sono destinate ai più piccoli proprio per il loro linguaggio particolarmente semplice, per le rime ricorrenti e per la musicalità. Più che per i contenuti, si contraddistinguono per il ritmo cantilenante: un valido strumento per favorire la formazione del pensiero e la formazione di concetti fantastici e creativi. I vari temi che affrontano le filastrocche, inoltre (animali, fiori, numeri, ecc.), fanno sì che si trasformino in un gioco divertente ed educativo. 
Sono importanti anche il modo con cui si recita una filastrocca perché la comunicazione è fatta anche di gestualità (le carezze e le coccole con cui si può accompagnare la recita) e il tempo del silenzio” continua la dottoressa Bianchi Bosisio. “Nella pausa tra una rima e l’altra il bambino pensa, memorizza, inizia ad avere la percezione di sé e a relazionarsi con la mamma (o il “care giver” come la baby sitter o la nonna, ovvero la persona di riferimento delle cure del bambino) e poi con gli altri. Diventa così il primo passo concreto di un processo di individualizzazione. La filastrocca previene la dislessia proprio perché offre i concetti di ritmo e di intonazione che sono poi alla base della lettura e della scrittura” conclude Bianchi Bosisio.
Chi recita la filastrocca deve riuscire a dare la giusta intonazione per stabilire una relazione ottimale, fatta di scambi di parole e gesti; non solo, può personalizzare o inventare la filastrocca su misura del suo bambino, inserendo per esempio tra le parole il suo nome o quello del papà, del suo pupazzo preferito piuttosto che oggetti di uso comune o di parti del corpo. Insomma, ogni argomento è valido purché sia intonato nel modo che più risulta piacevole al bambino e che riesce a stabilire con lui una sintonia, diventando un modo semplice e alla portata di tutti per divertirsi con i bambini di ogni età e per sviluppare in loro le capacità linguistiche e mnemoniche.


Filastrocche nella tradizione popolare

Non bisogna trascurare, infine, l’importanza che hanno avuto le filastrocche nella trasmissione delle tradizioni popolari. Sin dall’antichità, infatti, si ricorreva alle filastrocche non soltanto per far divertire i bambini attraverso l’uso delle parole, ma anche per trasmettere loro delle conoscenze, per insegnare a contare e ricordare, imparare le buone maniere, fare scongiuri, rivolgere invocazioni, offrire momenti di gioco e per favorire il sonno. Frutto di un patrimonio tramandato oralmente, spesso in dialetto, le filastrocche popolari non sono riconducibili a un singolo autore, ma sono il frutto dell’elaborazione comune della gente e sono state trasmesse di generazione in generazione; giunte ai giorni nostri conservando il loro bagaglio culturale, sono l’espressione di appartenenza a una determinata regione o classe sociale.


Varianti: ninne-nanne, indovinelli, scioglilingua e storie in rima

Una variante delle filastrocche sono le ninne-nanne, nate con lo scopo di aiutare i bambini a prendere sonno. L’uso di parole dolci e di cadenze sonore semplici e costanti è finalizzato a tranquillizzare i più piccoli favorendo il passaggio dalla veglia al sonno.
Di altra natura sono invece gli indovinelli, che costituiscono al tempo stesso un momento di gioco e di stimolo dello sviluppo linguistico: questi, infatti, nascondono in rima semplici enigmi da risolvere e da condividere con gli amici (qualcuno legge l’indovinello e gli altri devono scoprire la soluzione). Infine, gli scioglilingua costituiscono una sfida rivolta a grandi e piccini per mettere alla prova le proprie abilità linguistiche e mnemoniche.
Le filastrocche e le storie in rima attecchiscono molto di più nei bambini rispetto a una semplice lezione, perché il ritmo linguistico stimola la loro sensibilità e curiosità ed essi imparano più facilmente e più velocemente” spiega Marco Pertica, maestro in una scuola primaria nella provincia di Milano e autore di un libro di poesie per i piccoli.
I giochi di parole, gli scioglilingua, le rime e le assonanze che si susseguono nelle filastrocche non sempre hanno un significato logico, a volte si prestano a una lettura allegorica o hanno un doppio senso, altre volte sembrano formule magiche, altre ancora si concludono con una morale, ma tutte hanno un denominatore comune: una funzione di ginnastica mentale, che allena la memoria, e di pronuncia, che aiuta la conoscenza grammaticale”.
Gianni Rodari, celebre autore di poesie e rime per bambini, definì le filastrocche “giocattoli sonori” perché attraverso il gioco esse hanno anche una funzione educativa, di informazione e addestramento alla vita.
Per questo motivo” conclude Pertica, “le filastrocche sono un utile strumento didattico: oltre a esercitare la memoria, sviluppano la conoscenza della sintassi e costituiscono un approccio divertente, immediato e fantasioso per imparare a conoscere il mondo. La recita di una filastrocca, quindi, non ha solo una pura funzione estetica e ludica, perché da essa si possono porre le basi per lo studio della grammatica, della storia, delle scienze, della matematica e di mille altre temi affrontati in rima”.

M. Cristina Renis



Link utili:





Alcuni scioglilingua in italiano:

Trentatré trentini entrarono a Trento, tutti e trentatré trotterellando di tratto in tratto.

Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa.

Tre tigri contro tre tigri.

Ma fossi tu quel barbaro barbiere che barbassi quella barba cosi barbararamente a piazza Barberini?

Apelle figlio d'Apollo fece una palla di pelle di pollo, tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle figlio d'Apollo.

Vuoi quei kiwi?

A quest'ora il questore in questura non c'è.

Sereno è, sereno sarà, se non sarà sereno si rasserenerà.

Se l'arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse, tu ti disarcivescoviscostantinopolizzeresti come si è disarcivescoviscostantinopolizzato l' arcivescovo di Costantinopoli?

Sopra al terrazzo, c'è un cane pazzo, te' pazzo cane, sto pezzo di pane!

Con la tazza un mezzo pazzo vuota il pozzo del palazzo.

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