La conferenza del 12 dicembre 2024 sarà una doppia conferenza e verrà tenuta dalle nostre tirocinanti Erasmus+ Silvia Cevolani e Teresa Anna Melis. Si comincia alle 18.45 e si termina entro le 21.15. È prevista una pausa fra le due conferenze e l'aula in cui si terrà è la R004 (Rodestraat 14, Stadscampus Universiteit Antwerpen).
"Donne Artiste: la difficoltà
nell'affermarsi e la bravura artistica", è dedicata alla straordinaria
eredità artistica e alle vicende di quattro pittrici italiane – Sofonisba
Anguissola, Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi ed Elisabetta Sirani – che
sfidarono norme culturali e pregiudizi per affermarsi come protagoniste
dell’arte tra il Rinascimento e il Barocco. Con la loro maestria, queste
artiste seppero rappresentare il volto di un’arte che, pur in un mondo dominato
dagli uomini, riuscì a far emergere l'esperienza e la prospettiva femminile,
rompendo importanti barriere sociali e tracciando nuovi orizzonti espressivi.
La conferenza si aprirà con una prima parte dedicata alla
presentazione del contesto storico in cui queste donne vissero e lavorarono. In
un periodo compreso tra il XV e il XVII secolo, le opportunità per le donne nel
campo artistico erano molto limitate: l’accesso alle botteghe, alle accademie e
alle commissioni pubbliche era riservato quasi esclusivamente agli uomini,
mentre le donne erano relegate a ruoli marginali e destinate alla vita
domestica. Tuttavia, ciascuna di queste artiste riuscì a infrangere tali
restrizioni, sfruttando i pochi spazi concessi per dare voce al proprio talento
e alla propria visione artistica.
Segue un'analisi approfondita dei contributi individuali di
ciascuna delle quattro artiste. Sofonisba Anguissola, famosa per i suoi
ritratti intensamente psicologici e innovativi. Sofonisba fu sostenuta nel suo
percorso artistico, lavorando anche come ritrattista alla corte spagnola di
Filippo II, dove rivoluzionò il genere ritrattistico.
Lavinia Fontana, la prima artista professionista del mondo
occidentale a guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro, ebbe un percorso
artistico straordinario a Bologna, dove riuscì a esprimersi su temi “maschili”
come il nudo e la mitologia. Il suo stile ricco di dettagli, combinato con la
sua capacità di ottenere commissioni private e pubbliche, la rese un modello
per le artiste successive, in un’epoca di rigidità sociale.
Artemisia Gentileschi rappresenta un esempio di ribellione e
resistenza contro le oppressioni dell’epoca. Segnata da una vicenda personale
drammatica, Artemisia utilizzò la sua arte per affrontare il dolore e la
violenza, rappresentando figure femminili forti, eroine e martiri. La sua
padronanza della tecnica caravaggesca e la scelta di soggetti potenti e audaci
le permisero di ottenere fama internazionale e di esprimere una visione unica e
rivoluzionaria per l’epoca.
Infine, Elisabetta Sirani si distinse per la sua capacità di
gestire una bottega indipendente e formare altre donne artiste. Nonostante la
sua breve vita, Elisabetta lasciò un segno indelebile nella storia dell’arte,
rappresentando soggetti complessi e allegorici che sfidavano le convenzioni del
tempo e ispiravano altre giovani donne a intraprendere il percorso artistico.
La conferenza si concluderà con una discussione sull’eredità
di queste artiste, riflettendo su come abbiano contribuito a ridisegnare il
ruolo della donna nell’arte e sul loro impatto nell'arte contemporanea.
"Accenni di filologia:
come nascono le lingue romanze?"
Le lingue romanze hanno
una derivazione latina, e conseguentemente indoeuropea. La conferenza
intitolata “Accenni di filologia: come nascono le lingue romanze?” analizza in
primo luogo la scoperta delle lingue indoeuropee e le diverse teorie che
cercano di spiegarne la parentela e l’evoluzione nel tempo e nello spazio. Tra
queste la stammbaumtheorie e la teoria delle onde.
Si offrirà poi una definizione di filologia romanza, con una descrizione
dell’attività del filologo. Con l’introduzione della distinzione tra lingua e
dialetto si introducono i concetti di bilinguismo, diglossia, isola alloglotta,
diasistema e repertorio linguistico.
Le lingue romanze, comprese di lingue e dialetti, subiscono due tipi di
classificazione: secondo criterio geografico e secondo criterio linguistico.
Analizzando il secondo criterio, si parlerà dell’occupazione italiana
precedente al 364 a.C.
Si analizzeranno poi le principali tappe di espansione del latino, citando i
principali eventi che hanno influenzato l’avvenimento, come l’editto di Milano,
la divisione dell’Impero romano in Impero d’Occidente e d’Oriente e la
successiva caduta dell’Impero Romano di Occidente, introducendo al contempo il
concetto di lingue di sostrato, lingue di adstrato e lingue di superstrato.
Fino al V secolo, periodo della caduta dell’Impero d’Occidente, l’Europa
occidentale parla latino, con differenze territoriali non tali da impedire la
comprensione tra i parlanti. Al contrario, nel IX secolo nei diversi territori
si parlano lingue differenti. Ne consegue che il cambio dal latino alle lingue
romanze dev’essere avvenuto nell’VIII secolo. Si presentano le diverse ragioni
dell’accaduto e le diverse lingue che si differenziano all’interno di: Gallia,
Spagna, Italia, Sardegna.
Mentre nascevano le lingue romanze si parlava il latino volgare, che conosciamo
solo grazie a delle fonti, tra cui il Corpus iscriptionum latinarum, i diplomi
militari, i testi degli autori arcaici, le opere dei grammatici latini. Mentre
la lingua orale subiva un’evoluzione, la lingua scritta era la sede della
conservazione, si continua dunque a scrivere in latino finché nei testi non
iniziano ad insinuarsi elementi romanzi dovuti alla perdita della
consapevolezza del latino grammaticale. Si citeranno degli esempi di testi
scritti in latino che però dimostrano, attraverso errori, che il volgare sta
uscendo fuori. Infine, si citeranno alcuni dei primi testi scritti nelle lingue romanze, con
particolare attenzione alla lingua italiana e sarda.