Venerdì 21 maggio si è svolto l’evento
online per i soci della Dante “E a dir di Sardigna”, presentato dalla
tirocinante del nostro team Erasmus + Camilla Dore. La presentazione, che ruota
intorno agli aspetti storici, culturali e paesaggistici della Sardegna, ha
ottenuto il patrocinio morale dell’ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) grazie
alla disponibilità e alla collaborazione di Alfonso Santagata.
Le frasi scelte da Camilla per l’apertura dell’evento sono quelle di due grandi
autori, uno più antico e uno quasi contemporaneo; si parla in primo luogo di
Dante, il quale nel canto XXII dell’Inferno ha parlato della Sardegna
attraverso questi versi: “E a dir di Sardigna le lingue lor non si sentono
stanche”. Con queste parole il Sommo Poeta apostrofava i sardi, riportando l’abitudine
degli abitanti dell'isola di parlare molto spesso della propria terra natia,
senza stufarsi. La seconda, celebre frase è del cantautore Fabrizio de André,
il quale ebbe un rapporto profondo e a tratti complicato con la terra sarda,
che descrisse con queste belle parole:
La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo
possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di
foreste, di campagne, di coste immerse in un mare
miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io
consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.
Le immagini scelte accompagnano perfettamente le parole dell’artista scomparso;
riportano infatti la splendida Grotta Azzurra di Masua, con la forma della
Sardegna, e le verdi montagne del Marganai. La descrizione geografica
dell’isola viene effettuata con chiarezza da Camilla, la quale tocca gli
aspetti naturalistici più diversi che caratterizzano il clima e il paesaggio
isolano. Il viaggio virtuale prosegue con la storia plurisecolare di questa
terra antica, le cui origini risalgono al periodo nuragico e alla fiorente
quanto misteriosa civiltà che abitò l’isola nel II millennio A. C.
I
nuraghi sono il simbolo architettonico di questo periodo preistorico: ce ne
sono più di 7000 disseminati sul territorio isolano, probabilmente con funzione
di torri di vedetta. Le altre costruzioni caratteristiche dell’isola sono le
Tombe dei Giganti, alte sino a 3 metri e lunghe circa 30, luoghi del culto
funerario; altri simboli artistici sono dati dai misteriosi Giganti di Mont’e
Prama, statue raffiguranti soldati armati alte circa 2,5 metri, delle quali si
sa ancora pochissimo, e dai bronzetti, delle piccole statue in bronzo
raffiguranti figure umane durante la loro vita quotidiana, nonché animali,
armi, navi e ancora soldati, in particolare arcieri. L’impronta del passato si
evince inoltre dalla presenza di numerose Domus de Janas (case delle streghe),
di dolmen e menhir, tutti elementi architettonici risalenti al Neolitico.
Il percorso attraverso la storia sarda prosegue con la descrizione delle
numerose dominazioni subite dall’isola, che per la sua posizione strategica nel
Mediterraneo era oggetto del desiderio di molti popoli: fenici, cartaginesi, romani,
vandali e bizantini passarono infatti per la Sardegna, per periodi più o meno
lunghi.
I momenti salienti della storia isolana sono poi dati dalla dominazione
aragonese-spagnola, che secondo alcuni studiosi sarebbe stato il momento più
buio per la terra sarda, e dal periodo Giudicale, ritenuto invece uno fra i
periodi storici di maggiore fioritura.
In seguito, la dominazione dei Savoia (1720) ha profondamente segnato gli
eventi isolani nonché la società stessa, fino alla cacciata dei funzionari
sabaudi ricordata con Sa Die de Sa Sardigna, che si celebra il 28
aprile.
Camilla ha proseguito introducendo le figure culturali più rappresentative
della storia sarda moderna, tra cui l’autrice premio Nobel Grazia Deledda
e l’artista Maria Lai.
La presentazione ha poi visto affrontare un elemento peculiare della Sardegna,
ossia la sua lingua. Il sardo è infatti riconosciuto legalmente come lingua
autonoma; si tratta di una lingua neolatina, divisibile in due grandi filoni
linguistici: il logudorese (parlato nel centro-nord) e il campidanese
(parlato nel sud), insieme a una moltitudine di varianti e caratteristiche che
cambiano anche di paese in paese. È stato inoltre sottolineato il caso
particolare di Alghero, città in cui si parla ancora il catalano, segno della
dominazione spagnola, e del tabarchino, inflessione linguistica simile
al genovese parlata a Carloforte.
La Sardegna di oggi è divisa nelle quattro provincie di Sassari, Nuoro,
Oristano e Sud Sardegna, oltre alla Città metropolitana di Cagliari. Camilla ha
proseguito la descrizione dell’isola parlando degli aspetti e dei luoghi
peculiari di ciascuna provincia: l’Arcipelago della Maddalena, Porto Cervo,
Castelsardo e il Parco dell’Asinara per quella di Sassari; il Supramonte,
Arbatax, Cala Mariolu e Goloritzè, i paesi di Orgosolo e Mamoiada per quella di
Nuoro; la zona archeologica di Tharros, Bosa e la spiaggia di Is Arutas per
quella di Oristano; Costa Rei, Villasimius, Masua e Porto Flavia per quella di
Cagliari. Il capoluogo di regione, inoltre, offre un patrimonio
storico-artistico di notevole interesse, i cui simboli sono identificabili
nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, nelle torri dell’Elefante e di San
Pancrazio e nel quartiere di Castello. La spiaggia della città, il Poetto, è
sormontata dall’imponete monumento naturalistico della Sella del Diavolo,
mentre i fenicotteri rosa sono divenuti l’animale simbolo di Cagliari, dal
momento che sono presenti negli stagni cittadini per tutto l’arco dell’anno.
Camilla ha saputo destreggiarsi abilmente nell’introdurre gli eventi
tradizionali più noti e più sentiti dell’isola: Sant’Efisio, la cui festa si
celebra a Cagliari il primo maggio, e la Sartiglia, festa simbolo di Oristano, di origine medievale, che si svolge l’ultima domenica e il martedì
del Carnevale. I video mostrati durante la presentazione, inseriti nel momento
più opportuno, hanno contribuito a ravvivare l’immaginazione dei partecipanti.
Non poteva mancare la menzione dei cibi e della cucina tipica sarda, che si differenziano
in base alla zona. Della sub-regione del Campidano sono celebri is
malloreddus, una pasta tipica condita con sugo di carne; dell’Ogliastra
sono invece rappresentativi is culurgiones, ravioli di pasta ripieni di
patate, formaggio e menta, conditi con sugo o formaggio e salvia; l’oristanese
propone invece la bottarga come piatto principe, ossia uova di muggine
essiccate e salate, ottime per condire diversi piatti o da mangiare
semplicemente a fette; del nuorese invece è tipico il pani frattau, un
piatto creato con pane carasau, sugo, pecorino e uovo in camicia… Ma questo è
naturalmente solo un assaggio dei numerosissimi e buonissimi piatti della
tradizione culinaria sarda, la quale vede come alimento comune il famosissimo proceddu
arrostiu, ossia il maialetto arrosto.
La Sardegna ha anche un patrimonio musicale autoctono di grande importanza,
rappresentato in particolare dal canto a tenore, nominato Patrimonio
immateriale dell’umanità, e dalle launeddas, antichissimi strumenti a
fiato continuo creati dalla sapiente lavorazione delle canne di stagno. La
musica accompagna il ballo sardo nelle sue molteplici forme, la cui esecuzione
più diffusa è quella de su ballu tundu (il ballo in tondo), in cui si
muove solo la parte inferiore del corpo mentre le braccia restano ferme, come
viene mostrato in un video esplicativo da Camilla.
La presentazione termina con le curiosità sull’isola, detta dei centenari,
poiché è presente un numero molto elevato di persone che compiono (e superano)
cento anni. Una famiglia di Perdasdefogu ha addirittura ottenuto il Guinness
World Record per la longevità dei suoi componenti. Che il segreto per la lunga
vita sia quello di vivere in una terra così straordinaria? Questa presentazione
non poteva certo dare una risposta a tale quesito, ma ci ha sicuramente fatto
venire voglia di visitare quest’isola antica e suggestiva, non solo per le sue
spiagge.
L’argomento vasto e interessante della presentazione ha suscitato diverse
domande da parte del pubblico: alla richiesta di un’opinione sui nuovi
scrittori sardi, Camilla ritiene di grande interesse l’opera di Michela Murgia,
non solo letteraria ma anche televisiva e radiofonica. L’argomento della
dominazione dei Savoia ha generato un’osservazione su quanto questa casata
abbia in realtà sfruttato non solo la Sardegna, ma l’Italia tutta; e parlando ancora
di dominatori, ci si è chiesti se gli spagnoli, che sono stati in moltissime
parti del globo, abbiano mai lasciato un’impronta positiva nei luoghi in cui
sono stati: è nata così una piacevole digressione storica fra i soci della
Dante, che hanno espresso le loro teorie in merito.
Le domande poi si sono
rivolte alla Sardegna contemporanea a e a come oggi i giovani vivano la
tradizione: Camilla ha affermato che purtroppo molti elementi storici e
culturali si stanno perdendo, ma che molte associazioni si sforzano di
mantenere alto il coinvolgimento delle nuove generazioni. Una domanda
sull’emigrazione dall’isola verso l’estero ha spostato l’interesse sulla
situazione economica e lavorativa della Sardegna di oggi, purtroppo non molto
felice, che ancora adesso spinge molte persone a lasciare la propria terra per
una maggiore stabilità economica e lavorativa.
Il lavoro di Camilla ha portato la cultura e la tradizione sarda al di fuori
dei suoi confini geografici, facendoci viaggiare, seppur virtualmente, in un
luogo magnifico e in attesa di poter riprendere a viaggiare con maggiore
serenità verso mete meravigliose, alle quali ora, ancor più di prima, possiamo
certamente aggiungere la Sardegna.
Monica Melis
Team Erasmus + 2021 della Dante di Anversa
Un ringraziamento speciale all'ENIT
Nessun commento:
Posta un commento