Abbiamo smontato da poco tutti i materiali dell'expo "Scrivendo la Divina Commedia". Una sfida, visti i tempi e la situazione, ma anche un successo, grazie al sostegno dello staff di 't Werkhuys e a quello del prof. Sabbatini dell'IIC di Bruxelles.
In questi giorni abbiamo ricevuto un pubblico selezionato (non potevamo fare diversamente), con gel e mascherina (le abbiamo tolte solo per fare alcune foto, per il resto, siamo stati pedissequamente ligi alla normativa), e ricorderemo con piacere le visite di Cristina Albani, dei corsisti di Encora, dei vari soci della Dante affezionatissimi, del caro Carlo Cinque, di Alfonso Santagata dell'ENIT, di Leo Reijnders (Wolkenbreier), Joris Wouters, Elisa Soster e Alberto Martínez, e dell'assessore Ben van Duppen. E anche di tanti altri, che vorranno scusarmi l'incompletezza dell'elenco (ma nel nostro cuore ci siete tutti).
Lavorare con Evi del Werkhuys è stato molto piacevole, infatti anche aver conosciuto nuove associazioni amiche, è motivo di gioia, torneremmo volentieri!
E ovviamente, il supporto di mia moglie Ann, pedina della Dante che opera dietro le quinte, ma fondamentale per riuscire a realizzare le cose, non va di certo dimenticato.
Ma quali sono i tre motivi di gioia più grandi?
- Aver rivisto tanti soci e tanti studenti.
- Aver avuto il piacere di lavorare finalmente con Giulia Lazzara di Cinema Jolia e,
- aver subito capito che anche quest'anno ho un team Erasmus+ da competizione (per non dire da paura): Camilla, Federica, Manuela e Monica, quattro compagne di viaggio uniche, quattro certezze in questi giorni lunghi ma significativi, quattro raggi di sole nel grigiore di questa pandemia.
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