Giovedì 21 marzo, dalle 19.00 alle 21.00, aula R013
Universiteit Antwerpen, Stadscampus, Rodestraat 14, 2000 Anversa, aula R013 – Conferenze di Giulia Mangialardi e Naomi Camardella sulla pedagogia e sulla letteratura italiana di guerra. Conferenza gratuita per i soci della Dante e gli studenti dell’Università di Anversa, €5 per i non soci.
Universiteit Antwerpen, Stadscampus, Rodestraat 14, 2000 Anversa, aula R013 – Conferenze di Giulia Mangialardi e Naomi Camardella sulla pedagogia e sulla letteratura italiana di guerra. Conferenza gratuita per i soci della Dante e gli studenti dell’Università di Anversa, €5 per i non soci.
Giulia Mangialardi e Naomi Camardella
fanno parte quest’anno del nostro team, giunte qui come studentesse Erasmus.
Due giovani entusiaste e preparatissime, la sera del 21 marzo condivideranno la
conferenza primaverile presentandoci due temi da loro scelti, la pedagogia nei
tempi antichi e la letteratura di guerra.
Dalle 19.00 alle 20.00, Naomi Camardella
La letteratura e la Grande Guerra: lo straniero nemico e fratello.
La letteratura italiana ha partecipato al primo e al secondo conflitto mondiale e ha raccontato la guerra, quella che ha rappresentato la netta separazione tra il "prima" e il "dopo", tra il mondo di ieri e quello di domani. Il bisogno di silenzio e la consapevolezza dell'impossibilità di rappresentare realisticamente la tragedia e il massacro non hanno arrestato la necessità di testimoniare, raccontare e comunicare quella che si è rivelata per i combattenti l'esperienza più significativa della propria esistenza. Iniziando con un quadro complessivo riguardante le forme, i luoghi e i tempi della letteratura di guerra, dall'anno della neutralità italiana, ripercorrendo attraverso i poeti il viaggio verso la guerra, parleremo di un momento sul quale quasi tutta la letteratura della Grande Guerra si è soffermata. È il momento in cui il nemico diventa visibile.
La letteratura e la Grande Guerra: lo straniero nemico e fratello.
La letteratura italiana ha partecipato al primo e al secondo conflitto mondiale e ha raccontato la guerra, quella che ha rappresentato la netta separazione tra il "prima" e il "dopo", tra il mondo di ieri e quello di domani. Il bisogno di silenzio e la consapevolezza dell'impossibilità di rappresentare realisticamente la tragedia e il massacro non hanno arrestato la necessità di testimoniare, raccontare e comunicare quella che si è rivelata per i combattenti l'esperienza più significativa della propria esistenza. Iniziando con un quadro complessivo riguardante le forme, i luoghi e i tempi della letteratura di guerra, dall'anno della neutralità italiana, ripercorrendo attraverso i poeti il viaggio verso la guerra, parleremo di un momento sul quale quasi tutta la letteratura della Grande Guerra si è soffermata. È il momento in cui il nemico diventa visibile.
Dalle 20.00 alle 21.00, Giulia
Mangialardi. Pedagogia ed educazione nel I secolo d.
C.Le problematiche legate ai metodi
educativi sono quanto mai attuali, ma non tutte nuove. La maggior parte di
esse, infatti, è già stata affrontata e discussa dagli Antichi: quale il ruolo
della scuola e quale quello della famiglia? In che modo la conoscenza dei
classici e della storia può contribuire alla formazione del singolo? E quale è
il miglior metodo per avvicinare i giovani a questi “noiosi” contenuti? Quali
materie privilegiare e a quale età dello sviluppo del fanciullo? Questi sono
solo alcuni dei quesiti che trovano già risposta in alcune opere greche e
latine che sono giunte fino a noi: dall’Atene classica di Isocrate e Platone,
passando per Aristotele e le successive scuole filosofiche ellenistiche, fino
ad arrivare a Roma. In particolare, grazie alla testimonianza di due maestri di
scuola, uno greco, Elio Teone di Alessandria, e uno romano, Quintiliano,
possiamo ricostruire con un certo margine di precisione il contesto in cui i
giovani venivano istruiti nel I secolo d. C., ponendo uno sguardo alle diverse
tappe del percorso educativo e alle analogie e differenza del sistema greco
contrapposto a quello romano.
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