Ogni
esperienza piena di significati è, spesso, il frutto di un conflitto tra
l’impulso ad agire e l’agire secondo ragione. Sebbene il linguaggio sia il
ponte tra il sistema simbolico del mondo e l’uomo, esso è anche il veicolo
delle arti performative che solo se esperite portano alla comprensione di un
senso che, come direbbe il filosofo francese Gilles Deleuze, è indicibile e inafferrabile.
La violenza fisica, quella violenza primordiale e
senza senso scaturita dagli impulsi dell’uomo, è il centro del discorso istituito
nello spettacolo teatrale TVATT, acronimo di Teorie Violente Aprioristiche Temporali e
Territoriali, ma anche espressione in uso in Campania, nel Sud Italia, che
vale a dire “Ti picchio” o “Ti batto”. Ogni forma drammaturgica mette in scena
un conflitto, un sistema valoriale ce si scaglia contro se stesso o contro un
altro, o anche l’insieme delle componenti contrapposte di una scelta difficile
da affrontare.
Le
musiche originali di TVATT sono state realizzate dai Camera, progetto sperimentale di musica, prevalentemente
strumentale, dei musicisti Agostino
Pagliaro, Marco Pagliaro, Antonio Arcieri e dell’attore e regista
Luigi Morra, che è anche autore di TVATT. Basso elettrico, pianoforte,
batteria e violoncello, sono i primi protagonisti di questi brani, pubblicati il
28 febbraio 2017 nell’album TVATT
musiche dal progetto teatrale.
Il sound tipico della tradizione mediterranea si sposa
con il rock di rilevanza nord europea, a tratti psichedelico, che “tiene in
pugno” un mix di elementi della cultura europea. Nell’album, edito da MArteLabel in collaborazione con Etérnit, vengono utilizzati anche
strumenti come il Banjo, il Banglamàs greco, il Glockenspiel e il Cajon,
che conferiscono alla musica tratti orientali, come nel caso di Mia
Prefica, terza traccia dell’album, dove si snodano i percorsi ricreati
dal violoncello pizzicato, che offre all’ascoltatore un’atmosfera sospesa, in
tensione come le stesse corde dello strumento.
La
musica dei Camera riproduce un mix
di suoni che continuamente si scontrano, si incontrano, dialogano tra loro,
come in una danza tribale. All’interno della seconda traccia, intitolata Naso
Rotto, possiamo assorbire quest’atmosfera carica di elettricità,
attraverso rumori di tamburo battente e percussioni che come un pugno ci
colpiscono direttamente per poi dissolversi armoniosamente, attraverso gli effetti
del synth.
In questo modo viene fuori il carattere ancestrale di
una musica che è particolarmente evocativa, capace di raccogliere le emozioni,
a volte primitive e frutto delle pulsioni, facendole riemergere con una forza
nuova. Linee melodiche di archi e di pianoforte, filtrati da effetti come il moog e il delay, si scontrano con i suoni percussivi prodotti da pezzi di
metallo, oggetti domestici, sintetizzatori analogici e synth drum. Il linguaggio della musica si muove parallelamente
all’iconicità della scena, che raccoglie i frammenti di uno scontro violento in
unità di senso.
Tutto questo viene mostrato nello spettacolo teatrale TVATT, con una particolare attenzione alla violenza tipica degli
schiaffi, dei pugni, delle risse e della sopraffazione dell’altro. L’arte di
picchiarsi, con le sue dinamiche spettacolari, è catapultata in una dimensione
teatrale e allo stesso tempo è accompagnata da una musica cruda, ancestrale ed
evocativa proposta dai Camera.
L’idea
di TVATT si nutre liberamente ispirandosi
a East
e West, due
lavori di Steven Berkoff messi in
scena a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80, in cui è forte la necessità
dell’artista di andare a rievocare ed esorcizzare determinate questioni
attraverso il gioco teatrale, attingendo dai sobborghi dell’East End
Londinese. Questo ci porta a pensare a prodotti cinematografici
contemporanei come Green Street, film diretto dalla regista Lexi Alexander (drammatico, 2005, 109’) in cui la violenza fisica,
paradossalmente, diventa elemento di unione e comunità, quasi a sfondo poetico.
Con
il lavoro dei Camera, tra l’altro al secondo disco dopo il precedente EP Favole e apocalissi, ci troviamo di
fronte ad un album compatto, che rievoca quelle situazioni di disagio,
portatrici di una riflessione a posteriori, per vagliare in profondità l’animo
umano, mostrandolo.
Erminio Tota
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