Pagine

mercoledì 31 gennaio 2018

CERCASI ITALIANI MADRELINGUA

Avete voglia di
- parlare con belgi appassionati dell'Italia
- conoscere i corsisti di "italiano per stranieri"
- scambiare idee sulla propria cultura, cibo, usanze, ecc.
- conoscere nuove persone e socializzare con loro
- ...

Venite alla nostra SERATA DI CONVERSAZIONE tra italiani e corsisti di italiano (di tutti i livelli)
DOVE: PCVO Scheldeland, GTI BEVEREN, Europalaan 1 Beveren-Waas (vicino ad Anversa)
QUANDO: giovedì 22 marzo, dalle 18.30 alle 21.00

Vi offriamo bevande e buona compagnia!

La scuola è raggiungibile in treno (stazione Beveren-Waas).
Possibilità di "servizio taxi" dalla stazione di Beveren fino alla scuola. 


Si prega di contattare anuschka.decoster@scheldeland.net entro il 9 febbraio

domenica 28 gennaio 2018

Passione: un mix di bellezza senza tempo e utopia del presente.

“Questa città è dipinta di suoni e la musica
 ne è un elemento essenziale”
John Turturro


Il desiderio di tramandare una storia, con i suoi valori e la sua morale, permea ogni aspetto dell’esistenza umana. L’atto stesso del narrare si avvale della presenza di molteplici destinatari, che si apprestano a rimodellare quell’esperienza viva di simboli e significati in nuove forme culturali.
Passione, documentario musicale diretto dal regista italo-americano John Turturro, ha l’intento di mostrare il paradosso che si cela dietro il velo della cultura partenopea e della sua incessante produzione artistica. Aneddoti, interviste, video d’epoca e storie prese in prestito dalla cultura popolare ci accompagnano in questo viaggio musicale alla riscoperta di Napoli, città che ha saputo distinguersi nel panorama musicale moderno e contemporaneo per la sua ricchezza espressiva. 



La musica qui è descritta come un movimento interiore, da parte del popolo napoletano, che si dà in quanto risposta agli accadimenti storici e alle difficoltà insite nel quotidiano. Tutto questo ci porta alla riflessione che la musica non sia semplicemente un medium, ma è anche il radicamento intertestuale di sentimenti, emozioni, passioni e desideri di chi produce e di chi ascolta. Quando questi due poli non si incontrano più, che cosa resta della musica che ha saputo assorbire e tramandare lo spirito del tempo in forme sempre nuove?



Illustri interpreti si sono cimentati in quest’impresa, per citarne alcuni: da Ferdinando de Lucia a Sergio Bruni, da Enrico Caruso a Massimo Ranieri, fino ad arrivare a Pino Daniele.
Passando da Piazza San Domenico Maggiore, da castel dell’Ovo, castel Sant’Elmo, da Palazzo Spagnolo e da numerosi vicoli della nota città partenopea, il nostro viaggio si colora degli echi della storica canzone napoletana, nata dal popolo che sceglie accuratamente tematiche di vita quotidiana, dal valore universale.




Buchi di sceneggiatura, ellissi nel montaggio e inquadrature discontinue rendono il ritmo incalzante, come se si volesse incastrare con la musica, che ormai appartiene al territorio del visivo. L’uso frequente del montaggio parallelo ci sbalza direttamente all’interno della scena, i movimenti di macchina sono spesso volti dal basso verso l’alto, quasi a voler sottolineare metaforicamente il carattere di una musica prodotta dal popolo per il popolo.



La fotografia pone il suo accento sulla vividezza dei colori, senza abusare della profondità di campo, quasi a delineare la cornice in cui si muovono gli attori delle storie narrate attraverso la musica. La colonna sonora? Nel docu-film ben quindici storiche canzoni napoletane (Vesuvio, Era De Maggio, Comme Facette Mammeta, Marruzzella, Malafemmena, Don Raffaè, Nun Te Scurda, Passione, Tammurriata Nera, Catarì, Caravan Petrol, Canto delle lavandaie del Vomero, Dove sta Zazà, Indifferentemente, Napule è) vengono riadattate e re-interpretate dallo sguardo del regista, distaccato dal clima napoletano.



Passione è stato presentato il 4 settembre del 2010 alla 67ma Mostra del cinema di Venezia (fuori concorso) ed ha vinto il Capri Cult Movie Award per la regia di Turturro, il premio Ischia Art Award per l’interpretazione di Raiz nel brano Nun Te Scurda, e il premio della città di Roma come miglior film.
Ogni canzone presenta delle tematiche interessanti dal punto di vista sociale: il ruolo della donna, il dopoguerra e l’integrazione, il multiculturalismo, le difficoltà del quotidiano, l’amore, il territorio, la storia, gli aspetti positivi e negativi di una città difficile ma allo stesso tempo unica.



Un insieme di eros, inteso come desiderio verso il possibile, e di vitalità che si sottraggono alla sofferenza di un popolo che instancabilmente ha prodotto nei secoli un’infinità di artefatti culturali, opere, poesie e musica. Un paradosso certamente, ma come tutti i paradossi esso cela un significato più profondo: l’amore verso la vita che, come la cenere vulcanica, si disperde per nutrire la natura autentica delle passioni.

Erminio Tota






Cuori nel pozzo: una storia d’amore e sacrificio


Lo scorso 18 gennaio si è tenuta presso l’Università di Antwerpen la presentazione del libro Cuori nel pozzo della scrittrice trevigiana Roberta Sorgato.


Il libro tratta della catastrofe mineraria avvenuta a Quaregnon l’8 febbraio 1956 (solo sei mesi prima di Marcinelle) in cui persero la vita otto giovani minatori, sette italiani e un algerino, tra i quali il padre della scrittrice: Giovanni Sorgato, detto Nannj.




Nel corso del suo intervento Sorgato ha ricostruito con lucidità ed emozione il contesto che nel secondo dopoguerra spinse migliaia di italiani ad abbandonare la propria terra, sedotti dalla promessa di un lavoro e di un alloggio sicuro. Per far fronte al problema della disoccupazione, il governo De Gasperi aveva infatti stipulato con il primo ministro Van Acker il cosiddetto “patto del carbone”, con il quale l’Italia si impegnava a fornire manodopera alle miniere carbonifere belghe in cambio del combustibile di cui necessitava.


La chiamata degli italiani avveniva tramite l’affissione di manifesti rosa che reclamizzavano il bisogno di giovani e robusti lavoratori, privi di particolari ideologie politiche che potessero indurli a rivendicazioni sociali. Le grandi aspettative alimentate dai due governi furono tuttavia tradite al momento dell’arrivo in Belgio, quando ci si rese conto che gli alloggi promessi altro non erano che baracche appartenute agli ex prigionieri sovietici, che l’integrazione con la popolazione locale (impreparata ad accogliere un tale esodo) sarebbe stata lunga e difficile e che le condizioni lavorative avrebbero messo costantemente in pericolo la salute e la vita degli operai. Nonostante ciò, molti scelsero di continuare a onorare quel patto, calando ogni giorno nelle viscere della terra cuori colmi dell’affetto dei familiari, del desiderio di un futuro migliore per i propri figli e del pensiero che un giorno avrebbero potuto finalmente far ritorno in patria.




Quella di Giovanni Sorgato non è solo la storia di un uomo, di un italiano, di un emigrato, è la storia di tutti gli uomini che continuano a sacrificarsi per l’Amore dei propri cari, trovando nel loro pensiero la forza per andare avanti, anche quando le avversità sembrano insostenibili. Il fatto che questa storia venga oggi raccontata dalla voce di sua figlia testimonia come questo sacrificio non sia stato vano, ma abbia lanciato un monito alle generazioni successive per il rispetto della condizione umana, che nella scrittrice trova il suo personale orientamento in un sentimento di Riconoscenza verso quel padre che le fu sottratto in terra straniera.

Rossella Pensiero


Alone, la vita attraverso il vetro

Alone, la vita attraverso il vetro
di Rossella Pensiero e Erminio Tota


Che cosa significa essere soli? A questa domanda ha cercato di rispondere Domenico Catano regista del documentario proiettato sabato 20 gennaio alla Klappei. Mite e laconico protagonista del corto un uomo indiano di mezza età che in una lavanderia a gettoni di Roma offre il suo aiuto per un piccolo sovrapprezzo. Il sipario sulla sua giornata si alza in concomitanza con la saracinesca e cala solo a sera inoltrata, per poi rialzarsi al mattino seguente, rinviando a una routine estraniante fatta di gesti ripetitivi e lunghe ore d’attesa in cui voci e volti transitori finiscono per annebbiare l’identità stessa delle persone: “you or another is the same”, recita la frase iniziale, “waiting I can’t”.


Nella giornata rappresentata le persone ci sono e sono anche numerose, ma la loro presenza è solo passeggera, la loro interazione è sbrigativa o inesistente, attraversano lo schermo da una parte all’altra con lo sguardo dritto verso la loro meta, senza guardarsi intorno, ognuno va per la sua strada come si vede in una delle scene iniziali. Ma anche quando a fine giornata il negozio chiude e accanto all’entrata notiamo la presenza di un uomo immobile, i suoi occhi sono fissi sul cellulare, le orecchie tappate dalle cuffiette, potrebbe interagire con il protagonista, ma non si accorge nemmeno della sua presenza, tanto da intralciarlo quasi nel suo intento di serrare l’attività.


Le inquadrature restituiscono delle immagini parziali: tagliate sono le insegne dei negozi riflesse sulle vetrine, le indicazioni sulla fiancata del tram, le persone che raramente appaiono a figura intera e solo per un breve istante, così come parziale è l’inquadratura sul volantino pubblicitario del “più grande parco di divertimenti di Roma” in stridente contrasto con l’ambiente ordinario e modesto nel quale il volantino è esposto. Richiamo forse alla parzialità dello sguardo del protagonista, che non partecipa alla vita ma si limita a osservarla, circoscritto com’è il suo mondo tra il vetro della vetrina e quello degli oblò.




Ma il vetro in quanto strumento privilegiato per l’osservazione esterna e al contempo barriera che si frappone tra noi e gli altri, è anche quello delle auto, dei tram e soprattutto della finestra della donna, Ambra, sulla quale si sposta l’attenzione nell’ultima parte del racconto. Nel sollevare le tapparelle e aprire la finestra la mattina ella compie in fondo gli stessi gesti ripetitivi e silenziosi dell’uomo e come lui, rivolge uno sguardo sul mondo esterno dalla prospettiva della sua solitudine.

Rossella Pensiero


Shahadat Hassain Kazi non è né il gestore del wash point, né il proprietario. Egli si offre volontario nel piegare e lavare i panni di tutti quanti in cambio di un sovrapprezzo sul servizio. Nella prima scena vediamo degli uomini che non accettano di pagare quest’uomo solitario, che si aggrappa alla vita in cerca di un contatto umano, seppur veloce.

Alone mette in scena delle micro storie legate al quotidiano, intersecandole con le tematiche dell’immigrazione e lavoro. L’uso simbolico degli oggetti, dei riflessi e dei colori, mette in moto le diverse scene generando un ritmo lineare, che riflette il senso di ripetitività degli eventi vissuti dal protagonista nell’arco della giornata di Kazi.


La comparsa dei personaggi avviene spesso dopo la sequenza del passaggio del tram, elemento simbolico per eccellenza che offre allo spettatore l’idea del movimento e dell’attraversamento, così come da una scena all’altra. Altro elemento simbolico è l’oblò della lavatrice in azione, che indica la circolarità del tempo, come l’arco della giornata, ovvero il tempo rappresentato nel documentario. Dalla musica di sottofondo del piano emerge il senso di solitudine e di sospensione da parte del protagonista. Le immagini sono spesso presentate come contrasto di luci ed ombre, come anche nella scena del risveglio di Ambra. 

Alone rievoca e suggerisce sensazioni momentanee, sguardi incrociati e persi, sogni spezzati e la speranza che qualcosa arrivi, a patto di avere la forza di attendere. Ed è proprio l’attesa il tema centrale che si collega alle difficoltà di integrazione del protagonista, che resta lì immobile, pronto ad afferrare lo sguardo di una speranza passeggera.

Erminio Tota



giovedì 25 gennaio 2018

Segnalazione attività: Webinars over Dantes Goddelijke Komedie

Een nieuw initiatief van Dante Nijmegen.

De comitato van Nijmegen, in samenwerking met de beroemde Italiaanse uitgever Zanichelli organiseert een serie interactieve webinars (online seminars) over Dantes Goddelijke Komedie. Het eerste webinar uit de serie gaat over het eerste Canto (Gezang) uit de Hel. De daaropvolgende webinars hebben ook betrekking op een Canto uit de Hel. De webinars worden verzorgd door de auteur van de nieuwe Dantevertaling, prof. dr. Jacques Janssen.

Het eerste webinar “Canto I” is opgenomen (en is derhalve niet meer interactief) en samen met het webinar “Canto II” bieden we gratis aan als proef. Het tweede Canto uit de Hel is op 14 februari live te bekijken. Het webinar volgt u online vanaf uw eigen werkplek door via een link in te loggen. Deze eerste en twee Canto’s kunt u gratis bekijken!

Om de gratis Canto's te bekijken gaat u naar de website van Dante Nijmegen: www.dantenijmegen.nl/webinars. Op de website vindt u ook alle overige relevante informatie over de webinars.

We hopen dat u dit evenement interessant vindt en dat u het, net als wij, zult gebruiken om het activiteitenaanbod van uw organisatie uit te breiden.

Voor vragen mail naar: taalcursussen@dantenijmegen.nl

Graag tot ziens bij het webinar!


Met vriendelijke groeten,

Cinzia Mancini
Cursuscoördinator Dante Alighieri Nijmegen

Conferenze...stellari: il fumetto italiano in compagnia di Alessandro Ferrari e Gianmaria Caschetto

In attesa della conferenza sul fumetto italiano a cura di Gianmaria Caschetto, con l'artista Alessandro Ferrari come ospite, vi segnaliamo alcuni link interessanti.

aqferrari.blogspot.com/    - (blog di Alessandro Ferrari)

Un buon sito di fumetti italiano che vi consigliamo vivamente è: www.fumettologica.it/

Ecco invece i link ai siti degli editori e artisti di cui si parlerà durante la conferenza (o anche ad articoli che parlano della loro arte):



Infine, il blog del nostro oratore, Gianmaria, in inglese: 
downtheguts.blogspot.com

Vi aspettiamo giovedì sera alle 19:30!



lunedì 22 gennaio 2018

Camera e TVATT: un orizzonte di senso che tiene in pugno pulsioni e conflittualità

Ogni esperienza piena di significati è, spesso, il frutto di un conflitto tra l’impulso ad agire e l’agire secondo ragione. Sebbene il linguaggio sia il ponte tra il sistema simbolico del mondo e l’uomo, esso è anche il veicolo delle arti performative che solo se esperite portano alla comprensione di un senso che, come direbbe il filosofo francese Gilles Deleuze, è indicibile e inafferrabile.

La violenza fisica, quella violenza primordiale e senza senso scaturita dagli impulsi dell’uomo, è il centro del discorso istituito nello spettacolo teatrale TVATT, acronimo di Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali, ma anche espressione in uso in Campania, nel Sud Italia, che vale a dire “Ti picchio” o “Ti batto”. Ogni forma drammaturgica mette in scena un conflitto, un sistema valoriale ce si scaglia contro se stesso o contro un altro, o anche l’insieme delle componenti contrapposte di una scelta difficile da affrontare.

Le musiche originali di TVATT sono state realizzate dai Camera, progetto sperimentale di musica, prevalentemente strumentale, dei musicisti Agostino Pagliaro, Marco Pagliaro, Antonio Arcieri e dell’attore e regista Luigi Morra, che è anche autore di TVATT. Basso elettrico, pianoforte, batteria e violoncello, sono i primi protagonisti di questi brani, pubblicati il 28 febbraio 2017 nell’album TVATT musiche dal progetto teatrale. 

Il sound tipico della tradizione mediterranea si sposa con il rock di rilevanza nord europea, a tratti psichedelico, che “tiene in pugno” un mix di elementi della cultura europea. Nell’album, edito da MArteLabel in collaborazione con Etérnit, vengono utilizzati anche strumenti come il Banjo, il Banglamàs greco, il Glockenspiel e il Cajon, che conferiscono alla musica tratti orientali, come nel caso di Mia Prefica, terza traccia dell’album, dove si snodano i percorsi ricreati dal violoncello pizzicato, che offre all’ascoltatore un’atmosfera sospesa, in tensione come le stesse corde dello strumento.
La musica dei Camera riproduce un mix di suoni che continuamente si scontrano, si incontrano, dialogano tra loro, come in una danza tribale. All’interno della seconda traccia, intitolata Naso Rotto, possiamo assorbire quest’atmosfera carica di elettricità, attraverso rumori di tamburo battente e percussioni che come un pugno ci colpiscono direttamente per poi dissolversi armoniosamente, attraverso gli effetti del synth.

In questo modo viene fuori il carattere ancestrale di una musica che è particolarmente evocativa, capace di raccogliere le emozioni, a volte primitive e frutto delle pulsioni, facendole riemergere con una forza nuova. Linee melodiche di archi e di pianoforte, filtrati da effetti come il moog e il delay, si scontrano con i suoni percussivi prodotti da pezzi di metallo, oggetti domestici, sintetizzatori analogici e synth drum. Il linguaggio della musica si muove parallelamente all’iconicità della scena, che raccoglie i frammenti di uno scontro violento in unità di senso.

Tutto questo viene mostrato nello spettacolo teatrale TVATT, con una particolare attenzione alla violenza tipica degli schiaffi, dei pugni, delle risse e della sopraffazione dell’altro. L’arte di picchiarsi, con le sue dinamiche spettacolari, è catapultata in una dimensione teatrale e allo stesso tempo è accompagnata da una musica cruda, ancestrale ed evocativa proposta dai Camera.


L’idea di TVATT si nutre liberamente ispirandosi a East e West, due lavori di Steven Berkoff messi in scena a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80, in cui è forte la necessità dell’artista di andare a rievocare ed esorcizzare determinate questioni attraverso il gioco teatrale, attingendo dai sobborghi dell’East End Londinese. Questo ci porta a pensare a prodotti cinematografici contemporanei come Green Street, film diretto dalla regista Lexi Alexander (drammatico, 2005, 109’) in cui la violenza fisica, paradossalmente, diventa elemento di unione e comunità, quasi a sfondo poetico.



Con il lavoro dei Camera, tra l’altro al secondo disco dopo il precedente EP Favole e apocalissi, ci troviamo di fronte ad un album compatto, che rievoca quelle situazioni di disagio, portatrici di una riflessione a posteriori, per vagliare in profondità l’animo umano, mostrandolo.



Erminio Tota


Questo articolo è scaricabile come pdf da questo link:





Partono i corsi di lingua 'op reis' di Encora Talen

 

Op reis modules weer van start

Bij Encora denken we alvast aan de volgende zomer. Volg nu een korte taalcursus Grieks, Italiaans of Spaans.
Korte lessenreeksen voor wie...
  • de Griekse cultuur wil herontdekken en de passie voor Griekenland wil delen
  • ongeremd kan genieten van Italiaanse cultuur, gastronomie en echte cappuccino’s
  • het wat meer mag zijn dan: “siesta, guitarra, cerveza, playa en tapas”
Samen met de cursisten kiezen we uit verschillende interessante mogelijkheden om direct in contact te komen
met de taal, om ze onmiddellijk te gebruiken, bijvoorbeeld op restaurant, in een winkel, tijdens een evenement,
bij een culinaire uitstap of een toeristisch (stads)bezoek.

Wat Italiaans betreft, gaat het om een korte lessenreeks voor wie...

  • houdt van de taal van Dante en Petrarca
  • niet genoeg krijgt van barok en renaissance
  • ongeremd kan genieten van cultuur, oudheid, gastronomie en echte cappuccino’s
  • dit alles wil ontdekken in het echte Italië, dat nog mooier wordt wanneer je er de taal spreekt
  • de taal wil leren van een enthousiast team lesgevers samen met andere gemotiveerde cursisten
Schrijf je snel in, je hebt geen voorkennis nodig. Alle info, openingsuren en inschrijven via onze website:
Andere taalopleidingen die binnenkort starten
Je kan bij Encora nu ook inschrijven voor volgende taalopleidingen:


mercoledì 17 gennaio 2018

La famiglia

Giovedì 25 gennaio siete invitati a cena a casa mia: "la famiglia"
Poiché mi piacciono tanto la cucina italiana e la lingua italiana, ho pensato di organizzare ogni mese una cena accompagnata da una conversazione in italiano. Vi invito perciò a venire a casa mia, dove la studentessa Sara vi aiuterà a fare conversazione.
Ho imparato a cucinare italiano in diversi modi. Quattro anni fa ho letto un libro sulla cucina piemontese veramente molto interessante, che mi ha ispirato per andare alla scoperta della cucina nelle varie regioni che ho visitato. Per qualche settimana ho anche imparato i piatti della tradizione da una autentica nonna pugliese.
Siamo già in 6, ma c'è ancora posto per altri 4 invitati. É possibile prenotare fino a sabato 20 gennaio.

Siete i benvenuti a casa mia!
Cathy

Il menù della serata comprende:
-Bruschette con la tapenade
- Risotto ai funghi porcini
-Saltimbocca burro e salvia
-Spinaci saltati con aglio e limone
-Peperonata
-Panna cotta al cioccolato fondente
Prezzo: 35 euro (bevande incluse)

Ps. per prenotare chiamare il numero 0474557568 oppure,
inviare un'e-mail all'indirizzo info@bb-panamarenko.be.
Maggiori informazioni verranno fornite dopo la prenotazione.




Segnalazione dai colleghi di LBC - Proeven van Italiaans

Vi segnaliamo una nuova attività a cura dei colleghi di LBC: scaricate pure il pdf qui sotto e troverete le informazioni relative a...un assaggio d'italiano!

Un assaggio d'italiano

martedì 16 gennaio 2018

Cleprin, chimica che promuove il teatro e il territorio


Cleprin è un’azienda italiana, con sede a Carinola, in provincia di Caserta, che opera nel settore chimico con la produzione di detergenti. La Cleprin è una realtà industriale che riconosce l’importanza di combattere l’inquinamento e pertanto utilizza nella sua produzione materie prime di origine vegetali per detergenti con traccia ambientale vicino allo zero. Tale produzione, avviene nel “rispetto dei quattro cardini dell’Economia Circolare: Eco – Bio – Social – Legal”. Oltre ad impegnarsi nella salvaguardia dell’ambiente, l’azienda opera sul territorio promuovendo iniziative culturali e sostenendo attivamente l’arte e le sue molteplici forme di manifestazione.






La Cleprin, fondata nel 1991, è leader nella produzione di detergenti per uso professionale. Il suo mercato di riferimento principale è l'Italia e si sta espandendo in Europa e nel Nord Africa.
La Cleprin si avvale di tecnologie avanzate per la produzione di detergenti, con una capacità operativa di oltre 200 tonnellate al giorno. Ogni singolo passaggio dell'intero ciclo produttivo è certificato dal sistema di Gestione Qualità Aziendale ISO 9001-2000 Vision Sincer Certiquality Inet-CISQ, un controllo di qualità aziendale vigila affinché ogni fase del ciclo produttivo, risponda alle direttive del Manuale di Controllo Qualità. 



Quale utilizzatrice di risorse naturali, come i tensioattivi, l'acqua e l'energia, la Cleprin sa che è basilare riconoscere la necessità di impegnarsi nella salvaguardia dell'ambiente e delle risorse energetiche non rinnovabili. Per questo si è assunta l'impegno di utilizzare tali risorse in modo attento e responsabile ed evitare o ridurre l'impatto ambientale.




Abbiamo intervistato Antonio Picascia, titolare della Cleprin, per conoscere i motivi che quotidianamente lo animano e lo spingono a sostenere gli artisti. “Rispetto delle persone, rispetto delle risorse, rispetto delle regole, rispetto per se stessi”, così esordisce il direttore generale Picascia, dando una risposta alla domanda “cosa significa esattamente operare nel rispetto del territorio”. Un mantra che la Cleprin ripete quando sceglie di dialogare con la cultura per crescere e migliorarsi.




“Credo che per un’impresa come la nostra, sponsorizzare iniziative artistiche del territorio sia molto importante, anzi, indispensabile”, aggiunge Picascia. L’amore incondizionato che la Cleprin ha per il territorio, è stato evidenziato negli anni dalle varie iniziative di lotta alla criminalità organizzata, resistendo a intimidazioni forti e a un rogo doloso costato all’azienda la distruzione della vecchia sede nella frazione di Casamare di Sessa Aurunca. Picascia oggi immagina i nuovi spazi della Cleprin come luoghi aperti, pronti ad ospitare concerti, spettacoli e rassegne, tanto che, proprio di recente lo stabilimento si è trasformato in location per un videoclip di una rock band.
La stessa Cleprin, sta contribuendo, in qualità di sponsor, al sostegno del tour promosso da Società Dante Alighieri Anversa, dello spettacolo teatrale TVATT diretto da Luigi Morra, prodotto da Etérnit e Teatraltro, in scena dal 12 al 15 marzo 2018 ad Anversa, Bruxelles e Amsterdam, con rappresentazioni nei prestigiosi spazi di Vlaams Fruit e degli Istituti Italiani di Cultura delle due capitali nordeuropee.




“Mi piace sostenere forme artistico-culturali come il teatro. Ho conosciuto lo spettacolo TVATT tramite amici. Ho deciso di sostenerlo perché mi sono piaciuti il progetto e le persone che ci lavorano. Sul profilo culturale e artistico, auguro per il futuro del territorio che ospita la nostra azienda, maggiore attenzione, passione, lavoro e amore”, conclude il Direttore generale, vero esempio di imprenditore realmente interessato a dare un futuro alla realtà sociale in cui è radicato.
Per chi volesse conoscere meglio questa realtà in cui rispetto, legalità e innovazione camminano di pari passo, c’è anche il sito web ufficiale dell’azienda, da visitare di certo se si vuole avere la conferma che è possibile creare lavoro nel mondo della chimica, continuando a rispettare l’ambiente e le comunità che vivono sul territorio: http://www.cleprin.it/

Flavia Alvi

L'articolo è disponibile in formato pdf: Cleprin, chimica che promuove il teatro e il territorio

Segnalazione attività: Abbecedario XXI

Segnaliamo ai soci e ai navigatori questa interessantissima iniziativa didattica sull'Italia organizzata dal Davidsfonds, a Wijnegem, e che vede la partecipazione di Herman Cole: Abbecedario XXI.

Di cosa si parlerà? Scopritelo seguendo il link qui sotto e magari... correte subito ad iscrivervi!

Abbecedario XXI

Herman Cole