Sabato 13 maggio si è tenuto l’ultimo appuntamento del
club di lettura. Il libro preso in esame è stato La ferocia di Nicola Lagioia. Il professore Carmine Vilardi, che ha
curato l’incontro, ha stimolato il dibattito partendo proprio dal titolo. Cos’è
la ferocia? Chi sono i feroci? La ferocia, si può dire, è il tratto distintivo
del testo; affiora nei sentimenti, nelle azioni compiute ma anche negli atti
mancati, nelle espressioni verbali, nei rapporti interpersonali. Nessuno si salva, non
esistono buoni, tutti sono affetti da crudeltà e spietatezza, in diversa
misura, in modo più o meno latente. Poi ci si è concentrati sui protagonisti,
Clara e il fratellastro Michele, gli outsider che tentano - senza successo - di
ribellarsi alle logiche familiari. L’intero romanzo ruota intorno al vincolo affettivo che li lega, profondo e
controverso, complice e morboso. Da una parte
lo squilibrio psichico di Michele e dall’altro il masochismo di Clara.
Ci si è anche chiesti se la realtà descritta dall’autore
fosse lo spaccato di una parte geografica ben definita, il Sud Italia, o se si
potesse applicare ad altri contesti, oltrepassando i confini nazionali.
In un secondo momento l’attenzione si è focalizzata sulla
similitudine che si può
vedere tra la società e il mondo animale.
In entrambi i casi è l’istinto a prevaricare, nonostante la specie
umana, essendo dotata di ragione, abbia possibilità di scelta. Per spiegare meglio il concetto è stato letto il
seguente passo: «Lo sai qual è
la disciplina che meglio spiega il nuovo secolo? […] L’etologia. Metti una
volpe affamata davanti a un branco di conigli. Corri in una piazza piena di
colombi e li vedrai volare. Trovami il colombo che non vola. […] Facciamo
quello che la natura ha deciso per noi».
La
storia, sviluppata tramite flashback e flashforward, sebbene risulti piuttosto intricata, ha attirato la
curiosità dei soci, i quali hanno animato un interessante dialogo.
Manuela Ferraro
Nicola Lagioia durante l'incontro con i soci della Dante di Anversa (foto di Anna Bellamoli)
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